Dopo un settembre nero, Wall Street ha rialzato la china, con l’S&P 500 che ha chiuso le ultime sedute in territorio positivo. Gli investitori, memori del breve rally estivo, ora si chiedono se si tratta dell’ennesima falsa ripartenza, che si arresterà al primo segnale negativo – già giovedì gli occhi sono puntati sulla Bce – oppure il peggio è alle spalle.
Wall Street in recupero
Per le azioni statunitensi la terza di ottobre è stata la migliore settimana da giugno. L’S&P 500 è salito del 4,7% e il Nasdaq Composite, del 5,2%, con guadagni per entrambi gli indici di oltre il 2% registrati nella sola giornata di venerdì, quando è arrivata la notizia che la Fed potrebbe iniziare a rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse. Una riprova che gli investitori sono tornati ad acquistare azioni sta nel fatto che in concomitanza dei rialzi di Wall Street si stanno registrando vendite sul dollaro, con il Dollar Index, che misura il valore del dollaro rispetto ad un paniere di altre valute, che sta scendendo in modo significativo. Come a dire: dati i rendimenti nel medio lungo-termine del dollaro a causa dell’inflazione, meglio tornare su asset di rischio in cerca di rendimento. La domanda ora è: quanto durerà questo nuovo trend?
È una falsa ripartenza?
Per Gabriel Debach, market analyst di eToro siamo ancora all’interno di un bear market. I mercati ribassisti infatti non tendono a scendere in linea retta e spesso si verificano false ripartenze. “L’attuale rimbalzo, nato dal 13 ottobre, la giornata che ha assistito alla pubblicazione sull’inflazione statunitense, non ha generato vere e proprie modifiche sulle preoccupazioni di fondo degli investitori. L’inflazione core non mostra segnali di rallentamento e solo venerdì scorso si è iniziato a speculare su un possibile percorso meno falco della Fed, probabilmente ancora prematuro, senza veri e propri dati a supporto”. A sostenere l’attuale inversione di rotta secondo Debach ci sono diversi fattori, tutti non in grado di comportare un’inversione duratura.
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La correzione di quasi il 20% dai massimi di agosto, che genera quindi opportunità sul breve periodo. Infatti, se osserviamo anche quanto accaduto in estate, prima del successivo rally il mercato azionario statunitense aveva assistito a tale correzione.
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Il sentiment contrarian di estrema paura assistita sui mercati azionari ha offerto quell’opportunità necessaria a far ripartire gli acquisti.
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Inoltre, e soprattutto, la buona stagione delle trimestrali ha offerto quel barlume di speranza sul mercato. Tralasciando il flop di Alphabet e Microsoft di ieri, osservando i dati di inizio settimana, delle 99 società dell’S&P 500 che hanno comunicato gli utili per il 22° trimestre, il 74,7% ha riportato guadagni superiori alle stime degli analisti.
- Infine, a supporto dell’evoluzione del mercato azionario le correzioni sul dollaro statunitense (il quale sempre di più rema contro le società americane, vedi l’aumento nelle trimestrali dei dati con dicitura Constant-Currency al fine di meglio alleggerire e spiegare alcuni cali registrati), così come di recente sul rendimento del decennale.
“Il rally potrebbe quindi trovare ancora margini di salita, qualora le trimestrali dovessero essere di supporto alle quotazioni. Tuttavia, risulta prematuro pensare a un cambio di rotta della tendenza primaria del mercato, fintanto che il mercato del lavoro non mostri quelle preoccupazioni necessarie alla Federal Reserve per invertire il suo percorso di rialzo, e ovviamente, finché la lotta all’inflazione non abbia mostrato una vera (non un singolo numero) inversione di rotta” conclude Debach.