Negli ultimi anni, il dibattito sull’applicabilità e il valore dei patti prematrimoniali in Italia ha acquisito crescente rilevanza, soprattutto alla luce delle recenti evoluzioni giurisprudenziali. La questione centrale è se tali accordi possano realmente influenzare le decisioni relative all’assegno divorzile, soprattutto quando nel matrimonio sono già intervenute attribuzioni economiche volte a riequilibrare le condizioni patrimoniali dei coniugi.
La Sentenza della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21111 del 29 luglio 2024, ha stabilito un principio di diritto che potrebbe cambiare il panorama giuridico italiano in materia di assegno divorzile. Secondo la decisione, l’assegno divorzile non è dovuto quando, durante il matrimonio, sono stati stipulati accordi patrimoniali o sono state effettuate elargizioni economiche tali da riequilibrare le condizioni economiche dei coniugi.
Questo pronunciamento è particolarmente significativo, poiché riconosce la validità degli accordi prematrimoniali, o di altre intese patrimoniali intervenute durante il matrimonio, se questi hanno l’effetto di eliminare o ridurre la disparità economica tra i coniugi al momento del divorzio.
Un Caso Emblematico
Il caso che ha portato a questa sentenza coinvolgeva una coppia che, durante un lungo matrimonio, aveva raggiunto un accordo economico al momento della separazione. Tale accordo prevedeva la divisione delle attività imprenditoriali condivise e un conguaglio economico di €106.000 a favore della moglie. Con tale somma, la donna dichiarava di non avere ulteriori pretese economiche nei confronti dell’ex coniuge.
Nonostante ciò, il Tribunale di Pordenone aveva riconosciuto alla moglie un assegno divorzile mensile di €1100, successivamente confermato dalla Corte d’Appello di Trieste. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ribaltato tale decisione, sostenendo che i giudici di merito non avevano considerato adeguatamente se il conguaglio economico avesse già riequilibrato le condizioni finanziarie dei coniugi, rendendo non necessario l’assegno divorzile.
Le Implicazioni Giuridiche
Questa sentenza rappresenta una svolta nel diritto di famiglia italiano. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’assegno divorzile non deve essere automatico, ma deve essere valutato alla luce di eventuali accordi patrimoniali raggiunti durante il matrimonio. Se tali accordi hanno riequilibrato le condizioni economiche, l’assegno divorzile potrebbe non essere dovuto.
Questo principio potrebbe aprire la strada a una maggiore accettazione e applicabilità dei patti prematrimoniali in Italia, che storicamente sono stati oggetto di dibattito e spesso considerati non vincolanti. Tuttavia, resta da vedere come i tribunali inferiori applicheranno questo principio nelle future decisioni.
Conclusioni
La decisione della Corte di Cassazione del 29 luglio 2024 segna un importante sviluppo nella giurisprudenza italiana. Essa conferma che, in presenza di attribuzioni economiche riequilibratrici, l’assegno divorzile può essere escluso, riconoscendo implicitamente la validità di tali accordi tra coniugi. Questo nuovo orientamento giuridico potrebbe portare a una maggiore diffusione e riconoscimento degli accordi patrimoniali tra i coniugi in Italia, offrendo agli ex coniugi una maggiore certezza giuridica e una soluzione più equa alle questioni patrimoniali derivanti dal divorzio auspicando, per il futuro, nell’introduzione nel nostro ordinamento dei patti pre matrimoniali.
A cura dell’Avv. Armando Cecatiello – Studio Legale Cecatiello