L’Italia conta il maggior numero di liberi professionisti in Europa, oltre 1,8 milioni come attesta l’ultimo Rapporto di Confprofessioni. Anche in termini di incidenza dei liberi professionisti sulla popolazione, l’Italia mantiene il primato, superata solo dai Paesi Bassi (che hanno 21 professionisti ogni mille abitanti contro i nostri 18)
La categoria più numerosa è quella dei medici (18% del totale per quasi 283 mila unità), seguita da ingegneri e architetti (17%, 255 mila professionisti); le professioni legali rappresentano il 15% del totale (15%, 208 mila occupati) a cui si aggiungono i 168mila tra consulenti del lavoro, fiscali, ragionieri e commercialisti (12%)
La categoria più numerosa è quella dei medici (18% del totale per quasi 283 mila unità), seguita da ingegneri e architetti (17%, 255 mila professionisti); le professioni legali rappresentano il 15% del totale (15%, 208 mila occupati) a cui si aggiungono i 168mila tra consulenti del lavoro, fiscali, ragionieri e commercialisti (12%). Le aree “commercio, finanza e immobiliare” (16%) e “servizi alle imprese e altre attività” (16%) comprendono la maggior parte delle professioni non ordinistiche.
Se la libera professione rappresenta in tutto il Vecchio Continente un’opportunità professionale sempre più diffusa e le stesse politiche comunitarie – in particolare attraverso il Fondo sociale europeo – sono intervenute, soprattutto nel post crisi, a incentivare l’autoimpiego per le professioni intellettuali, in Italia, la valenza del comparto come canale occupazionale appare ancora più forte, sia in ragione della storia consolidata che le professioni (soprattutto ordinistiche) possono vantare, sia a causa di un mercato del lavoro che fatica più di altri ad impiegare le alte professionalità prodotte dal sistema universitario nazionale.
Molto spesso però i rischi associati allo svolgimento delle libere professioni sono sottovalutati, come dimostra il fatto che non esista ancora nel nostro Paese la prassi a stipulare polizze per tutelarsi. Ne abbiamo parlato con Giorgio Moroni, consigliere di amministrazione e Affinity Director di Aon Spa, branch italiana di Aon Plc, colosso della consulenza dei rischi e delle risorse umane, dell’intermediazione assicurativa e riassicurativa, quotata al Nyse e presente in più di 120 paesi con 50mila dipendenti. Aon è broker incaricato di numerosi Consigli Nazionali e Federazioni Nazionali di Ordini e di alcune delle principali associazioni e sindacati in ambito professionistico.
Quanti professionisti in Italia si sono dotati a oggi di coperture assicurative per tutelarsi dal rischio professionale? Risponde Moroni: “È difficile fare una stima precisa, in quanto solo alcuni Ordini effettuano un controllo effettivo sui loro Iscritti. Certamente esistono ancora fasce di professionisti non assicurati, specialmente nelle professioni ritenute, spesso a torto, meno pericolose. Il nostro sforzo quotidiano è quello di diffondere una cultura della tutela assicurativa. Oltre a costituire l’adempimento di un obbligo, la possibilità di assicurare le conseguenze di un errore o di un’omissione rappresenta una grande opportunità: a un costo proporzionato alla propria capacità di produrre reddito si acquista la possibilità di trasferire a un assicuratore tutti i costi legati a una richiesta di risarcimento nei propri confronti. Non parliamo solo dell’eventuale danno da risarcire, ma anche delle spese da sostenere per difendersi da richieste che spesso sono pretestuose. Sarà l’assicuratore a sostenere il costo di avvocati, periti ed esperti e, solo in caso di condanna, a risarcire il terzo”.
Sul mercato sono disponibili polizze per la responsabilità civile per ogni professionista che sia iscritto ad un Albo o che svolga un’attività professionale “non ordinistica”: avvocati, notai, medici di ogni specializzazione, professionisti sanitari non medici, commercialisti ed esperti contabili, agronomi, ingegneri e altri professionisti di area tecnica, giornalisti, chimici e fisici, spedizionieri doganali, magistrati. Le polizze sono accessibili a ogni tipo di professionista, dal giovane che si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro, allo studio o Società di professionisti di respiro internazionale.
Vale la pena ricordare che dal 2013 in Italia vige l’obbligo di copertura assicurativa per tutti i professionisti appartenenti a professioni organizzate in Ordini e Collegi. Un obbligo posto innanzitutto a tutela dei clienti dei professionisti: sono loro quindi i primi beneficiari delle coperture, mentre il professionista ottiene una garanzia sul proprio patrimonio personale, che potrebbe essere intaccato dalle pretese risarcitorie dei suoi clienti. “Avvocati, medici e giornalisti devono poter contare, tutti, su polizze adeguate alle loro esigenze che garantiscano loro una giusta protezione in caso di errore od omissione colposa o gravemente colposa. Per alcune categorie di professionisti, ad esempio gli avvocati e i notai – e parzialmente i professionisti di area sanitaria – esistono norme che stabiliscono le condizioni minime delle polizze, ma la nostra politica è quella di garantire a tutti la massima copertura possibile a un costo sostenibile”, dice Moroni.
L’emergere di categorie professionali sempre nuove rende necessaria un’offerta sempre più personalizzata. Quali caratteristiche imprescindibili di base deve però possedere una copertura assicurativa Professional Indemnity? Secondo Moroni, “nella progettazione di un testo di polizza deve essere particolarmente curato l’aspetto normativo che riguarda l’estensione temporale, per scongiurare “buchi di copertura”, specialmente nel passaggio tra diversi assicuratori. In quest’ottica, concetti come “retroattività illimitata”, “ultrattività automatica”, “continuità assicurativa”, “denuncia delle circostanze”, diventano di fondamentale importanza”.
Esistono inoltre soluzioni per il personale di Enti Pubblici e aziende partecipate, per contrastare e mitigare gli effetti di rischi informatici, per società di consulenza e di revisione, per la responsabilità patrimoniale degli Ordini professionali e dei loro componenti. “L’evoluzione delle coperture rispetto alle nuove normative”, conclude Moroni, “è un aspetto centrale che deve essere garantito”.