Il vino francese è in crisi?
“È il mercato dei vini di qualità medio-bassa, quando non bassissima, a essere in crisi. Una crisi epocale, unica, irrimediabile. Ma limitata a questa fascia” ci risponde così, Alessandro Sarzi Amadè, con la sorella Claudia della società che porta il loro cognome quando gli chiediamo delucidazioni sugli ultimi preoccupanti dati giunti dall’industria del vino francese (secondo i dati annuali delle Sociétés d’aménagement foncier et d’établissement rural, e non solo). Un problema che certo non riguarda l’imprenditore italiano, distributore esclusivo del Petrus, altissimo di gamma fra i vini d’oltralpe. “Anche il settore del lusso – a causa delle tensioni globali – è in leggero rallentamento, ma è un’altra storia: si riscontra sempre un fortissimo interesse per il prodotto, semplicemente oggi la rotazione è più lenta. Prima la richiesta era quasi forsennata su questa tipologia di prodotto, oggi si assiste a un rallentamento dei consumi”.
Le prime due generazioni della famiglia Sarzi Amadè
Sulla piazza di Bordeaux per esempio “c’è stata una diminuzione di prezzi sull’annata 2023. Bisogna sapere che in quella città vige un modello di commercializzazione unico, che prevede l’offerta del prodotto a pochi mesi dalla produzione, con un anticipo di due anni rispetto alla disponibilità effettiva del vino stesso. È il celebre sistema en primeur. Il primeur 2023 ha visto una diminuzione dei prezzi del 20-30% rispetto all’anno precedente: è un fenomeno che ha shockato tutti. Ma i produttori bordolesi sono sensibili al mercato”. Secondo Sarzi Amadè, questa forte riduzione di prezzo è conseguenza del forte incremento dei due anni precedenti: “c’è stato un riallineamento alle quotazioni di due o tre anni fa”. In ogni caso, l’En Primeur Bordeaux 2023, come tutte le etichette di fascia alta, non ha subito le flessioni di mercato che attualmente affliggono la fascia media e bassa.
La storia di Sarzi Amadè e del Petrus
A produrre il Petrus, è la famiglia Moueix. Sarzi Amadè distribuisce in via esclusiva questo nettare pregiato da 10 anni. Ma è solo la punta dell’iceberg di un lavoro lungo quasi 60 anni: “E’ un premio per la considerazione che la nostra azienda ha sul mercato di Bordeaux, costruita in 57 anni di impegno relazionale e presenza sul territorio di Bordeaux, almeno due volte l’anno. Tutto è iniziato grazie a mio padre; e negli anni abbiamo stretto un rapporto di amicizia e stima con la famiglia Moueix. Il vino è relazione”.
L’esclusività della distribuzione concessa a Sarzi Amadè costituisce un’eccezione rispetto al panorama bordolese. Petrus ha privilegiato l’assegnazione diretta, senza passare dai tipici negociants, i mercanti francesi del vino. “La famiglia Moueix desidera avere un rapporto diretto con l’importatore, sapere dove viene collocato il vino, consigliare indicativamente il prezzo, indicare la tipologia di cliente preferita per i loro vini. Per noi, una fortuna e un privilegio. Siamo considerati gli specialisti del Bordeaux in Italia, con più di 150 referenze di vini bordolesi in catalogo. Abbiamo tutti gli chateaux più importanti del panorama bordolese”. Il portafoglio di Sarzi Amadè sfiora le 200 cantine (150 gli châteaux bordolesi, con grande varietà di annate per ogni referenza). Ne fanno parte gli Château Mouton Rothschild (al n.2 della classifica mondiale), Château Lafite-Rothschild (n.4), Château Margaux (n. 7) e Château Latour (n.8).
Il Petrus è un vino da investimento?
Tornando al Petrus, colpisce la filosofia di protezione del prodotto della famiglia Moueix, consapevole che il suo sia “un vino molto speculato, che una volta uscito dalla cantina poi può fare anche tre passaggi”. Ma quali sono i prezzi al pubblico di una bottiglia di Petrus? “Noi siamo un’azienda che opera b2b: la cantina preferisce che il vino si venda all’alta ristorazione. Certo la richiesta è forte rispetto alla disponibilità; qualche bottiglia arriva in poche, selezionatissime enoteche. Le quotazioni medie delle bottiglie al pubblico si aggirano sui 4-5.000 euro; alcune si potrebbero trovare a 6-7.000 euro”, fatti salvi i picchi speculativi, che comunque l’azienda produttrice combatte. Come conservarlo? “Come gli altri vini, a 10-12 gradi, in piano, di modo che il vino rimanga a contatto con il tappo e che questo non si secchi e non lasci passare aria”.
La forte domanda innesca un meccanismo d’asta? “A volte la speculazione può spingere a esagerare con i ricarichi. Ma non si mette in moto nessun meccanismo d’asta. Certo il Petrus è un vino che spesso è catalogo nelle aste più prestigiose, come in Italia quelle di Pandolfini”.
Diremmo che è un perfetto vino da investimento… “L’etichetta non ama presentarsi così. Certo è innegabile che si metta in atto un processo di rivalutazione del prodotto, a seconda delle annate e dei punteggi dai critici internazionali. Ci possono volere tre, dieci anni. Dipende. Oggi i vini di alcuni degli châteaux bordolesi più prestigiosi che Sarzi Amadè tratta sono diventati anche oggetto di investimento, oltre che di grande degustazione. A fine 2023 Pandolfini ha battuto all’asta una bottiglia magnum di Petrus per oltre 13.000 euro. Ma Petrus ama che il suo vino arrivi sulla grande tavola. Alla fine, il vino è convivialità”.