Banca Progetto, challenger bank specializzata in servizi per le piccole e medie imprese italiane e per la clientela privata, ha arricchito il proprio portafoglio prodotti con un nuovo servizio di factoring, dedicato alle piccole e medie imprese. Il motivo è che, come afferma Giuseppe Pignatelli, responsabile della divisione imprese di Banca Progetto, «il segmento delle pmi è tipicamente presidiato con un’offerta di operatività pro solvendo, con tempi di servizio non in linea con le loro esigenze». In particolare, «il focus principale di Banca Progetto sono le operazioni con un turnover medio da 1,2 milioni di euro, oggi una dimensione meno appetibile per le altre banche che operano su questa tipologia di prodotto». Ma come funziona in pratica?
Che cosa propone Banca Progetto in termini di factoring?
«La nostra è un’offerta complessa, ma semplice. Mi spiego: acquistiamo principalmente crediti commerciali a titolo definitivo dalle pmi nostre clienti; è un tipo di prodotto che presenta una certa sofisticazione per chi lo deve gestire, ma non per il cliente, per cui tutto è molto semplice. La clientela offre i suoi crediti che – se valutati positivamente – noi acquistiamo con uno sconto che può variare dall’1% al 3-3,5%. Dipende da molteplici fattori quali per esempio durata del credito, stima dei pagamenti, qualità dei debitori ceduti, qualità del cedente. È un acquisto a titolo definitivo: qualunque problema insorga successivamente (sia di solvibilità che di ritardato pagamento, per esempio) viene assorbito da Banca Progetto».
Quali sono i tempi per ottenere la liquidità, chi è che analizza la solidità dei debitori ceduti?
«Le analisi del merito di credito dei debitori ceduti vengono effettuate da team di analisti specializzati nel factoring nella fase preventiva alla cessione. Il processo è molto semplice e rapido. Nell’arco di due settimane Banca Progetto è in grado di valutare i crediti. Dopo la due diligence – il cui costo è a carico della banca qualunque ne sia l’esito – eroga il credito. Il cliente deve solo fare un mandato notarile a nostro favore, il cui costo è di 200-300 euro. La cessione notarile la facciamo noi come banca».
I vantaggi del factoring per le pmi?
«Si tratta di un prodotto che alleggerisce i bilanci: i crediti a noi ceduti con questa modalità potranno essere deconsolidati dal bilancio d’azienda. Il beneficio è molto forte a livello di ratio patrimoniale, con effetto sullo scoring o rating dell’azienda stessa. Ricordiamo che la cessione a titolo definitivo (pro-soluto) impatta sui rating delle aziende, anche nei confronti di altri istituti di credito: è questo uno dei vantaggi principali dell’avvalersi dello strumento del factoring. Inoltre, smobilizzare i crediti vuol dire alimentare di fatto il cash dell’impresa. Gli effetti positivi ricadono sia sul circolante che nei confronti del merito di credito».
Offrirete anche un servizio di cessione a titolo non definitivo?
«Si. L’altro prodotto che metteremo a disposizione sarà il classico “pro solvendo” laddove c’è una gestione dei crediti puramente finanziaria, senza trasferimento di rischio dei debitori ceduti al factor. Offriremo anche la possibilità di cedere crediti acquisiti nei confronti della Pubblica Amministrazione. Nelle nostre valutazioni attuali, questi ultimi occuperanno il 30-35% del totale della nostra offerta. Si tratta di un’aggiunta al prodotto che avevamo già messo in pista l’anno scorso, ossia la cessione dei crediti Iva delle pmi».
Qual è lo scenario italiano in questo momento?
«In Italia il factoring è uno strumento molto utilizzato. Il mercato italiano del factoring è uno dei più importanti in Europa e al mondo; nonostante questo, esiste ancora una consistente possibilità di evoluzione: il potenziale è elevatissimo perché nel nostro paese i tempi di pagamento sono molto più lunghi che altrove. Lo stock complessivo di crediti disponibile da parte delle aziende italiane è molto molto ampio: parliamo di cifre che si attestano intorno ai 500 miliardi di euro. Di questi, solo una quota di 50 miliardi è ceduta al factor. Strumenti come l’anticipo fattura o l’invoice trading e strumenti similari occupano una quota minoritaria. Nel nostro mercato vi sono dunque masse di svariate centinaia di miliardi di euro di liquidità potenziale per le aziende, sbloccabili con il solo strumento del factoring. Banca Progetto in particolare rappresenta uno degli operatori principali nel campo, in un paese come l’Italia in cui un’offerta di factoring precisa e specifica destinata alle pmi non esiste, soprattutto nell’accezione della cessione a titolo definitivo».
Quale definizione di pmi adoperate?
«La definizione di pmi che utilizziamo è quella europea: meno di 250 dipendenti o un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro, oppure asset inferiori ai 40 milioni di euro. Il 90% delle nostre piccole e medie imprese ha queste caratteristiche; ricordo però che una parte del servizio è erogato anche alle midcap intese come quelle imprese con meno di 500 dipendenti. Il nostro portafoglio clienti conta oggi 7000 imprese»