Il buon umore sembra essere tornato sui mercati azionari. E non solo a Wall Street. Anche le Borse europee hanno vissuto una prima parte dell’anno all’insegna del sereno. In particolare Piazza Affari è cresciuta del 6,7% nell’ultimo mese e del 15,8% su base annua. Small Cap e Mid Cap non hanno però brillato: i due segmenti hanno sottoperfomato l’indice generale rispettivamente dello 0,2% e del 2,9% nell’ultimo mese e del 2,1% e del 6,4% da inizio anno. Tuttavia, al netto di una possibile correzione nelle prossime settimane, non mancano motivi di ottimismo sul 2023. È quanto emerso dal report mensile di Intermonte sulle mid-small cap italiane.
Stime e valutazioni
Dall’inizio del 2023, alla luce di uno scenario macro leggermente migliorato, Intermonte ha attuato una revisione al rialzo del +2,4% stime sugli eps per il 2023, mentre la revisione è stata più contenuta (+1,6%) sugli eps per il 2024. Con solo riferimento alle mid/small cap la revisione è stato più accentuata a pari al 2,7%. Confrontando la performance ytd con la variazione delle stime per l’esercizio ‘23 nello stesso periodo, i titoli del Ftse Mib hanno registrato un re-rating del 13,8% su base annua (la stessa misura un mese fa era pari all’8,9%); le mid cap si sono rivalutate del 10,8%, mentre le small cap dell’8,7%. Su base P/E, il panel di Intermonte è scambiato con un premio del 39% rispetto alle large cap, ben al di sopra del premio medio storico (17%), ma al di sotto del livello di un mese fa (41%). Da evidenziare infine un calo della liquidità, inferiore del 7,5% rispetto alla media a un anno, ma in netto miglioramento rispetto a un mese fa, quando la stessa metrica mostrava un calo del -27%.
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In attesa delle buone notizie
Al di là di questi dati lo scenario per il 2023 per le mid-cap è positivo. Per Intermonte l’interesse degli investitori istituzionali per questa asset class sta tornando, soprattutto alla luce dell’aspettativa che i titoli growth comincino a sovraperformare nel secondo semestre del 2023. La situazione politica italiana sembra essere molto chiara, soprattutto dopo le recenti elezioni regionali, e il governo dovrebbe avere davanti a sé mesi relativamente tranquilli. Questo fattore potrebbe favorire il ritorno dell’interesse degli investitori stranieri per le mid/small cap italiane di qualità. Ad oggi, si intravvede anche una discreta serie di possibili ipo sul mercato italiano, che potrebbe rappresentare un altro fattore positivo. Nel breve termine, riteniamo che la performance del mercato azionario, dopo l’eccellente rally recente, abbia bisogno del supporto di una stagione dei risultati forte e convincente.
Pir, i deflussi continuano
Nella sua revisione trimestrale del 29 novembre 2022, Assogestioni ha pubblicato i dati aggiornati sulla raccolta pir del 3Q22. Nel corso del trimestre, i pir ordinari hanno registrato deflussi per 330,3 milioni di euro, mentre i pir alternativi hanno registrato afflussi per 14,5 milioni di euro. In termini di AuM, i pir ordinari hanno gestito 16,5 miliardi di euro, mentre 1,4 miliardi di euro sono stati investiti in fondi pir alternativi. Per quanto riguarda i pir ordinari, la raccolta netta trimestrale è ulteriormente peggiorata su base sequenziale rispetto al 2° trimestre del 2022 e al 1° trimestre del 2022, quando il dato era stato rispettivamente di 96 milioni e 160 milioni di euro. Per quanto riguarda i pir alternativi, la raccolta nel 3Q22 è stata di 14,5 milioni di euro, in calo rispetto al 2Q22 (153 milioni di euro) e al 1Q22 (83 milioni di euro), con il dato YtD a 251mln di euro e AuM stabili a 1,44 mld di euro (stesso dato di fine giugno).