Il petrolio è una commodity che da sempre attrae investimenti e permette importanti guadagni. In
un mondo dove la transizione energetica ha cambiato un po’ lo scenario, è bene sapere che cosa
influenza il prezzo dell’oro nero e quali sono le società che salgono o scendono con il prezzo del
petrolio. Esistono, poi, diversi strumenti che permettono di investirvi in maniera più o meno
diretta. Hai mai investito su questa asset class? Sai che da essa dipende gran parte dell’industria
mondiale? Vuoi capire cosa ne influenza il prezzo e quindi l’andamento e il rendimento delle
società collegate alla sua estrazione e commercializzazione?
I fattori chiave
Il rapporto tra domanda e offerta di petrolio è l’ago della bilancia generale che ne determina il
prezzo. In soldoni, i prezzi aumentano in linea con la domanda e calano se l’offerta sale. In
generale sono diversi i fattori che possono influenzare direttamente il prezzo del petrolio:
-guerre
-instabilità politica
-le relazioni tra America e Arabia Saudita
-disastri naturali
-crisi finanziarie
-lo sviluppo del mercato green e dell’elettrico
-il valore del dollaro: Se il dollaro si rafforza, assumendo che gli altri fattori rimangano costanti, il
prezzo del greggio tende a calare. Per contro, con un dollaro debole, il prezzo del greggio tenderà
a salire.
-speculazioni di mercato
Il ruolo dell’Opec
L’Opec, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, rappresenta un cartello che si pone
l’obiettivo di unificare e di coordinare le politiche relative all’offerta di greggio. Influenza quindi
costantemente i corsi dell’oro nero.
Secondo la legge della domanda e dell’offerta, aumentando le quantità di barili di petrolio se ne
abbassa il prezzo, mentre diminuendo le quantità si tiene il prezzo più alto. Accordandosi sulle
quantità da produrre, gli Stati dell’Opec – con riunioni scadenziate – riescono quindi a controllare i
prezzo di tutto il petrolio del loro mercato.
Monitorare le azioni dell’Opec può essere una chiave di investimento. Anche se non l’unica.
Nell’ultima riunione, quella di inizio aprile, ha deciso ha sorpresa di tagliare la produzione di
greggio di 1,15 milioni di barili al giorno a partire da maggio fino alla fine dell’anno, con lo scopo di
ridurre l’offerta sostenendo così le quotazioni di petrolio.
Ciò ci fa presumere che da qui a fine anno, al netto di fattori esogeni, i prezzi e quindi i rendimenti
delle asset class collegate al petrolio saranno sostenuti.
Il taglio che causerà 1,6 milioni di barili al giorno in meno di petrolio sul mercato tra luglio e
dicembre, pari all’1,6% dell’offerta globale.
In linea generale, dunque, quando l’Opec taglia gli investimenti in questa asset class si potrebbero
facilmente generare rendimenti, quando invece lascia invariata la produzione o la aumenta è
meglio non scommettere sul settore. Questo dato va comunque sempre contestualizzato e
“incrociato” con gli altri fattori esogeni.
Le previsioni degli analisti
ll mercato ora scommette che il prezzo del petrolio tornerà presto in area 100 dollari. Gli analisti di
Goldman Sachs hanno alzato le loro previsioni sul prezzo del petrolio Brent che è visto a 95 dollari
al barile per dicembre di quest’anno, dai 90 dollari precedenti, e a 100 dollari per dicembre 2024
dai 95 dollari. A fine aprile il prezzo è in area 75-80 dollari.
Secondo gli analisti di Bank of America, qualsiasi variazione inaspettata di 1 milione di barili al
giorno nelle condizioni di domanda o offerta nel corso di un anno può avere un impatto sui prezzi
tra 20-25 dollari al barile.
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
In base al mio profilo di rischio con quale asset class posso approcciare questo mercato atteso in rialzo?
Che orizzonte è meglio che abbia il mio investimento in petrolio?
Gli esperti selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
RICHIEDI LA TUA CONSULENZA GRATUITA