Amazon, Apple, Meta, Alphabet. Dalle trimestrali a stelle e strisce non si è salvato quasi nessuno. I risultati delle big tech registrati negli ultimi tre mesi sono stati infatti al di sotto delle aspettative del mercato. Tant’è che in borsa hanno subito un tonfo, che ha portato ancora più in rosso il saldo da inizio anno. Meta è il titolo che ha sofferto di più, mentre Twitter, appena acquistata da Elon Musk, continua la sua corsa al rialzo.
Big tech al ribasso
Apple -20%, Amazon Alphabet al -35%, Netflix -50%, Meta -70%. Sono performance drammatiche che hanno reso chiaro che neanche le big tech sono dei porti sicuri rispetto alle intemperie dei mercati, anzi. Ma come si sono potuti consumare questi crolli? Guardando al più breve termine, secondo Federico Vetrella, market strategist di Ig Italia, i forti cali delle Big Tech a stelle e strisce sono stati causati principalmente dai risultati trimestrali in forte deterioramento e oltre le attese del consensus.” Sicuramente le valutazioni delle aziende tecnologiche sono state inflazionate dalla spinta record ricevuta negli anni del Covid, tra il 2020 e il 2021, con un picco raggiunto nel novembre dello scorso anno. Il ribasso del NASDAQ (-31% da gennaio) è dato dalla divergenza tra i risultati finanziari record relativi al 2021, che hanno fatto alzare le aspettative degli investitori, e i dati trimestrali del 2022 che, al contrario, hanno deluso molto” spiega Vetrella che continua “Tuttavia, anche lo scenario macroeconomico in rallentamento, le pressioni inflazionistiche record e le politiche monetarie restrittive delle banche centrali hanno certamente influito sul calo generalizzato delle quotazioni. Non ultimo, anche la forza del dollaro ha causato parecchi inconvenienti in quanto i prodotti e i servizi diventano più cari per chi li acquista con una valuta diversa dal biglietto verde.
Meta in profondo rosso
A soffrire più di tutte è la parent company di Facebook. “Meta ha perso il 71% del suo valore dall’inizio dell’anno soprattutto a causa del calo dei ricavi dovuto alla riduzione della spesa degli inserzionisti che reagiscono in linea con il clima di generale raffreddamento del ciclo macroeconomico. Tuttavia, sulla parent company di Facebook pesa anche un’eccessiva spinta verso il metaverso, focus del fondatore e ceo Zuckerberg ma che per ora si sta rivelando un pozzo senza fondo avendo bruciato da gennaio ben $9,4 miliardi. Nonostante ciò, Zuck è convinto che il metaverso sia il futuro” commenta Vetrella che continua “I ritorni di questo investimento però saranno visibili solo nel lungo termine (circa dieci anni) mentre gli investitori, al contrario, richiedono dei risultati immediati a dimostrazione della resilienza della società di Menlo Park”. In altre parole, alla base del ribasso del titolo Meta vi è soprattutto una divergenza tra il focus del mercato e quello dell’azienda, con quest’ultima che al momento risulta la più penalizzata.
Musk “libera” twitter
Con un tweet (e come se no!?) Elon Musk ha annunciato, dopo mesi di tira e molla, l’acquisto di Twitter. Primo provvedimento preso: licenziare quattro top manager, accusati dal patron di Tesla di aver mentito sulla quantità di profili falsi sulla piattaforma social. I mercati sembrano aver reagito bene alla notizia, con il titolo che da inizio anno, in controtendenza al mercato, ha guadagnato più del 25%. Come si spiega? “Per quanto riguarda il caso Twitter, c’è da ricordare che la querelle va avanti da sei mesi in cui il titolo ha oscillato ampiamente in scia alle dichiarazioni del vulcanico Musk. Tuttavia, il rimbalzo delle azioni del 65%, dai minimi di 4 mesi registrati a luglio, è stato dato principalmente dalle aspettative del mercato sul completamento dell’operazione di delisting che offre un sostanzioso premio agli azionisti” conclude Vetrella.