Supponendo che la Brexit si sia già compiuta, Aim [alternative investment market, ndr] Italia è il primo mercato non regolamentato come numero di Ipo in Europa.
Infatti il mercato italiano rappresenta, con 36 ammissioni di cui 31 su Aim e 5 su Mta, il secondo mercato dopo il Regno Unito, con una quota del 20% a livello europeo. E’ il quadro che emerge dalla sesta edizione di Aim Investor Day organizzato da Ir Top Consulting, boutique finanziaria leader in Italia nella consulenza per gli equity capital markets, in collaborazione con Borsa Italiana e Pmi Capital.
Italia, primo mercato finanziario in Europa
Si tratta di “un dato in netta controtendenza rispetto al resto d’Europa”, conferma Anna Lambiase, fondatore e ceo, Ir Top Consulting, nel suo intervento introduttivo. “Con 31 Ipo e 182 milioni di euro di raccolta nel 2019, Aim Italia si dimostra il primo hub finanziario europeo per numero di quotazioni tra i mercati non regolamentati, secondo solo al mercato Uk”. “Questo dato”, continua Lambiase, “dimostra la qualità dello Sme [small meium enterprises, ndr] growth market italiano come strumento finanziario per la raccolta di capitale volta a sostenere la crescita delle Pmi del nostro paese”.
L’Italia è del resto terreno prolifico di piccole e medie imprese. Realtà con caratteristiche di eccellenza e innovazione, che gli investitori istituzionali apprezzano. Le aziende possono fruire “di accesso al mercato azionario con incentivi fiscali che dimezzano i costi di quotazione, validi ancora per tutto il 2020”. Le Ipo 2020 vedranno società tecnologiche, industriali e “qualche modello di startup in forte crescita”.
Quotarsi per rafforzarsi
La quotazione aiuta a rafforzare la struttura finanziaria e i numeri di Aim lo dimostrano. Il volume medio delle operazioni nel 2019 ha raggiunto 5,9 milioni di euro di raccolta di capitale, “coerente con una dimensione di aziende con fatturato medio pari a 21 milioni di euro”.
Italia, un mercato da Ipo
Nel 2019 il mercato azionario delle Pmi ha visto dunque 31 ammissioni, di cui 27 nuove Ipo e quattro ammissioni post business combination, in linea con il 2018 (26 Ipo e 5 ammissioni). La capitalizzazione totale delle 27 nuove società è pari a 1,1 miliardi di euro. I collocamenti si sono concentrati tra giugno e luglio.
In particolare, sono approdate sul listino dedicato alla crescita delle Pmi. UCapital24, Matica Fintec, Arterra Bioscience, Cyberoo, Websolute, Copernico SIM, Iervolino Entertainment, Confinvest, Farmaè, Radici Pietro Industries&Brands, Friulchem, CleanBnB, Shedir Pharma Group, Pattern, Marzocchi Pompe, Relatech, Officina Stellare, Gibus, Eles, Sirio, AMM, CrowdFundMe, SEIF, Gear1, MAPS, Neosperience, Ilpra. Inoltre, sono state ammesse quattro società a seguito della fusione con SPAC precedentemente quotate su Aim. Salcef Group, SICIT, Antares Vision e Comer Industries.
Le 27 nuove Ipo hanno raccolto 182 milioni di euro, di cui 30 milioni di euro derivanti da una Spac (Gear 1). Le nuove quotate provengono per il 30% dalla Lombardia, a seguire da Emilia Romagna (19%) e Veneto (8%). Il 65% delle nuove Ipo si concentra su tre settori. Tecnologia (otto aziende, 30%), industria (cinque aziende, 19%) e finanza (5, 19%), seguono servizi (3 aziende, 11%), media (2 aziende, 7%), healthcare (due aziende, 7%), moda e lusso (un’azienda, 4%), chimica (un’azienda, 4%). Presentano ricavi medi pari a 21 milioni di euro (al netto Spac e Bc). Le operazioni di Ipo sono state principalmente effettuate con l’obiettivo di rafforzare l’attività di ricerca e sviluppo, consolidare l’espansione sui mercati internazionali e per incrementare la capacità produttiva.