L’approvazione nello scorso marzo da parte del Parlamento dell’Unione Europea del regolamento sull’intelligenza artificiale (noto anche come AI Act), il primo a livello internazionale che contiene una disciplina organica sui rischi e sugli impieghi della tecnologia, ha un impatto anche sul settore dell’arte. Destinatarie delle misure adottate sono in particolare le immagini generate dall’IA a contenuto artistico. Ciò si riflette sull’uso da parte degli artisti delle applicazioni di intelligenza artificiale nella generazione di questi lavori.
Il regolamento UE interviene prevedendo innanzitutto un obbligo di “trasparenza” che viene esplicitato attraverso la garanzia che l’“output”, e cioè il risultato generato dall’IA (immagini, video, ecc.), siano marcati in un formato leggibile meccanicamente e rilevabili come generati o manipolati artificialmente. In sostanza deve essere chiaro l’intervento dell’IA nella generazione dell’opera. Le informazioni sono fornite in maniera chiara e distinguibile sin dal momento della prima interazione o esposizione con quanto generato dall’IA. Le informazioni devono essere conformi ai requisiti di accessibilità applicabili. L’obbligo di trasparenza si limita all’obbligo di rivelare l’esistenza di tali contenuti generati o manipolati in modo adeguato, senza però ostacolare l’esposizione o il godimento dell’opera, precisa il regolamento UE.
La nascita di un mercato dedicato
Questa previsione andrà a risolvere l’equivoco che si è generato negli ultimi anni tra le stampe di fotografie artistiche e quelle di immagini generate dall’IA e che hanno visto una completa confusione da parte di artisti e giurie anche nell’ambito di concorsi internazionali di fotografia. Emblematico è stato in questo senso il caso di Boris Eldagsen che nel marzo 2023 si è aggiudicato il primo premio di categoria (poi rifiutato) del prestigioso concorso di fotografia Sony World Photograpy Awards con l’immagine “The Electrician”. Immagine che però era stata generata dall’IA e non dalla macchina fotografica dell’artista per sua stessa ammissione e provocazione.
L’episodio ha acceso i riflettori sull’IA e sul suo impiego nel campo della fotografia e ha portato all’introduzione di una categoria dedicata nei principali eventi internazionali con istituzione di premi dedicati. L’immagine dal titolo “Twin sisters in love”, 2023, presentata dall’artista svedese Annika Nordenskiold e realizzata dall’Intelligenza artificiale ha vinto il primo premio della categoria “AI Art Award” all’ultima edizione del Ballarat International Foto Biennale in Australia, uno dei più importati eventi dedicati alla fotografia contemporanea. Ciò ha portato alla nascita di un mercato dedicato, come testimoniato da Paris Photo 2023 con la vendita delle stampe generate dall’IA a quotazioni pari a quella delle opere fotografiche.
Il problema del diritto d’autore, un regolamento per le immagini generate dall’IA?
Nel frattempo, si era però aperto un fronte sul tema del diritto d’autore. Negli Usa si erano registrati i primi dinieghi espressi da parte di uffici competenti e tribunali alla registrazione delle immagini generate dall’IA per la tutela del diritto d’autore di programmatori e artisti: mancava l’aspetto creativo e di controllo sull’opera da parte dell’autore (intervento umano per la personalizzazione del risultato ottenuto dalla macchina).
Altri artisti, sempre con riferimento all’impiego dell’IA, hanno invece sollevato un problema di violazione del diritto d’autore sotto il profilo dell’utilizzo delle loro opere per addestrare le app di intelligenza artificiale. Contestano la raccolta e la memorizzazione di immagini coperte dal diritto d’autore da cui le applicazioni di IA attingono per la generazione dei loro output. Si tratta di una situazione che, con l’affermarsi dell’impiego delle applicazioni di IA in campo artistico, vede contrapposti gli artisti con le tech company e che ha portato all’avvio di numerose cause soprattutto negli Stati Uniti. Come nel caso degli artisti Sarah Andersen, Kelly McKernan e Karla Ortiz secondo i quali le società di IA come Stable Diffusion, Midjourney, DeviantArt avrebbero violato i diritti degli artisti utilizzando le immagini reperibili sul web senza il loro consenso. Altra causa similare è stata intentata nel Regno Unito da Getty Images contro Stable Diffusion.
“Addestramento” a regola d’arte
Il regolamento UE interviene ora anche sulla tutela del diritto nella fase di addestramento dell’IA. Il regolamento prevede che nell’attività di “scraping”, e cioè quella di raccolta e memorizzazione delle immagini dal web e da banche dati, devono essere rispettate le norme UE e in particolare la Direttiva dell’Unione Europea n. 790/2019 in base alla quale l’utilizzo di contenuti protetti da diritto d’autore richiede l’autorizzazione del titolare dei diritti interessato.
Con la direttiva (UE) 2019/790, i titolari dei diritti hanno la facoltà di scegliere che l’utilizzo delle loro opere e di altri materiali sia da essi riservato (e dunque inibito) per evitare l’estrazione di testo e di dati, salvo a fini di ricerca scientifica. Qualora il diritto di sottrarsi sia stato espressamente riservato in modo appropriato, i fornitori di modelli di IA per finalità generali devono ottenere un’autorizzazione dai titolari dei diritti, qualora intendano compiere l’estrazione di testo e di dati su tali opere.