Il focus è sui unlikely-to-pay, un segmento un po’ speciale nel mondo dei crediti “difficili”, rappresentato dalle “inadempienze probabili”. Il primo fondo ad ottobre (*)
Gli Utp rappresentano una parte rilevante delle esposizioni non performing, pari a circa 70 miliardi. Solo di recente sono stati oggetto di transazioni.
Gestire efficacemente crediti deteriorati può dare accesso a rendimenti attraenti ma richiede competenze iper-specialistiche, tipiche del mondo dell’advisory finanziaria.
Il primo fondo gestito da Illimity sgr investirà in crediti Utp. Tali crediti potranno essere conferiti da banche e altri operatori o acquisiti o concessi alle società target da parte del fondo stesso che, in via residuale, potrà anche rilevare quote di equity, ove funzionale alla strategia di ristrutturazione e ritorno in bonis della target. Il fondo, monocomparto, emetterà diverse classi di quote: le quote Crediti, sottoscritte tipicamente da banche e liberate a fronte di cessioni e/o conferimenti di crediti; le quote Finanza, sottoscritte da investitori professionali e liberate tramite versamenti per cassa, finalizzati anche al sostegno dei programmi di ristrutturazione delle società target, a supporto della migliore strategia di recupero delle posizioni creditorie. Non è stato ancora annunciato l’obiettivo di raccolta.
Il primo closing del fondo e l’acquisizione o il conferimento dei crediti saranno quasi contestuali, perché questa attività è preceduta da un lungo lavoro, molto complesso, di ricerca e analisi dei potenziali crediti target, che la sgr ha avviato da mesi e sta intensificando. Che impatto avrà la pandemia su questo mercato, mentre l’Italia si inabissa, scivolando in una delle peggiori recessioni degli ultimi decenni? “Sul piano dell’offerta di crediti Utp emergeranno molte più opportunità”, ricorda la manager. “Dovremo prestare molta attenzione alle valutazioni di questi asset. Ma non essendo ancora partiti con le prime acquisizioni, ci troviamo in una posizione di vantaggio, perché possiamo riesaminare tutti i dossier alla luce del mutato scenario”.
Il modello di business di Illimity sgr però non cambia. “È piuttosto frequente che un’azienda sia indebitata con molti istituti”, racconta Tondelli. Sedersi a un tavolo con 10 o 20 banche per predisporre un piano di ristrutturazione dei debiti con la tempestività necessaria è pressoché impossibile. “Raccogliendo sul mercato una massa critica dei crediti, invece, possiamo aumentare il nostro potere negoziale, prendere decisioni in tempi rapidi, esercitare le azioni che sono necessarie per agevolare il processo di risanamento. Il fatto di essere un interlocutore nuovo per l’azienda in difficoltà, che si pone in ottica consulenziale, rappresenta un punto a favore per superare le frequenti situazioni di impasse generate dall’irri- gidimento delle posizioni o dal deterioramento dei rapporti tra l’imprenditore e le banche creditrici”.
Cruciale sarà mantenere una diversificazione settoriale il più ampia possibile: “Dal retail al food, dalla meccanica all’edilizia, dall’energia all’arredamento, stiamo esaminando molti dossier. Le aziende target sono nella fascia di fatturato tra i 40 e i 500 milioni di euro. Potremmo anche valutare eventuali opportunità su tagli più piccoli”, precisa. Gli investitori che avranno accesso a questo strumento saranno istituzionali, family office ben strutturati, fondazioni, fondi pensione. Il prossimo step sarà un altro fondo chiuso sempre focalizzato sul mondo dei crediti corporate ma non Utp. “Rimaniamo concentrati sugli asset illiquidi”, osserva Tondelli, “ma ci muoveremo oltre il confine dei crediti distressed”.