- Via al Festival della cultura finanziaria, evoluzione del tradizionale convegno annuale organizzato a Catania da Teresa Calabrese
- Gallone: “La cultura finanziaria rappresenta un aspetto fondamentale del processo di autodeterminazione e indipendenza economica”
Quando si parla di cultura finanziaria, l’Italia non brilla. Anzi. I più recenti dati Ocse mostrano il Belpaese in fondo alle classifiche in tema di alfabetizzazione. A intervenire sul tema i relatori della prima giornata del Festival della cultura finanziaria, in calendario il 14 e 15 ottobre a Catania. Ideato e curato da Teresa Calabrese, presidente dell’Associazione festival della cultura finanziaria e recruiting manager di Bnl Lb Bnp Paribas, rappresenta un’evoluzione del tradizionale convegno annuale organizzato nella stessa città e giunto alla sua settima edizione. Al centro della due-giorni: giovani, donne e investimenti.
“Dobbiamo formare i nostri giovani fin dalla tenera età, aiutandoli a comprendere come la cultura finanziaria rappresenti un aspetto fondamentale del processo di autodeterminazione e indipendenza economica, in particolare nel caso delle donne”, dichiara in apertura Alessandra Gallone, consigliere del ministro dell’Università e della ricerca per le politiche dell’innovazione e della sostenibilità. “Questo lo si può fare grazie a sistemi che già esistono: il Piano nazionale di ripresa e resilienza – con le sue risorse – ha consentito la creazione di una serie di partenariati estesi all’interno dei quali università, enti di ricerca e imprese uniscono le forze per finanziare progetti importanti in questa direzione. È così che si crea un ecosistema della conoscenza, della formazione e dell’innovazione. Un ecosistema in cui tutti siamo e possiamo essere attori e protagonisti”, aggiunge Gallone intercettata da We Wealth a margine della tavola rotonda.
Educazione finanziaria: il ruolo dei consulenti
Il Festival della cultura finanziaria si trasforma così in un momento di riflessione “sulla strategia nazionale di alfabetizzazione finanziaria”, aggiunge Caterina Chinnici, deputato al Parlamento europeo. “Deve diventare una priorità del nostro Paese, così come è una priorità in Europa”, incalza Chinnici. Secondo Roberto Cellini, direttore del dipartimento economia e impresa dell’Università di Catania, nel sistema scolastico la cultura finanziaria viene considerata come “una cultura di serie B”. Il che creerebbe effetti a cascata anche sulla cultura civica, sostiene Cellini. Ma anche i banker possono giocare la loro parte.
Tofanelli (Assoreti): “Il welfare sta cambiando”
“Il welfare sta cambiando e andrà cambiando”, ricorda infatti Marco Tofanelli, vice presidente dell’Ocf e segretario generale di Assoreti. “Occorre pensare a qualcosa che sostituisca ciò che lo Stato ha fatto finora. In quest’ottica, i consulenti finanziari rivestono un ruolo sempre più sociale”, afferma Tofanelli, richiamando l’attenzione della platea di studenti e studentesse al tema della cultura della diversificazione. “Abbiamo sempre inteso la diversificazione come una strategia legata alla propensione al rischio, ma non ci siamo resi conto di quanto sia importante valutare il momento del disinvestimento. È per quella fase che, mancando il welfare, sarà stata necessaria una corretta diversificazione. In questo senso, l’industria della consulenza ha ampi margini di manovra sul fronte della pianificazione finanziaria”, osserva Tofanelli. Senza dimenticare il nodo della longevity. “Dal pensionamento si calcola mediamente un’aspettativa di vita di 30 anni. Occorre calibrare gli investimenti per sopperire alla mancanza di un reddito certo”, conclude.