In Italia, player principali della consulenza sono le banche. Date le peculiarità del mercato italiano, la consulenza indipendente può avere un ruolo di completezza
Il Belpaese si caratterizza purtroppo per la mancanza di pianificazione finanziaria. Più nel dettaglio, fra i paesi avanzati, l’Italia è quello meno assicurato e più liquido
Quasi tre quarti delle famiglie italiane posseggono immobili: non necessariamente (solo) la prima casa, ma anche spazi messi a reddito
La consulenza patrimoniale e il financial planning, una questione culturale
Il Belpaese si caratterizza purtroppo per la mancanza di pianificazione finanziaria. Più nel dettaglio, fra i paesi avanzati, l’Italia è quello meno assicurato e più liquido. I risparmi stanno fermi sui conti correnti e ci si assicura solo se è obbligatorio, senza pensare per esempio che le polizze assicurative posso essere di grande aiuto nel passaggio generazionale. Quasi tre quarti delle famiglie italiane inoltre posseggono immobili: non necessariamente (solo) la prima casa, ma anche spazi messi a reddito. Un buon consulente non può non tener conto di questi elementi: all’advisor finanziario deve affiancarsi un patrimonialista. Attualmente, una fetta consistente del patrimonio immobiliare del paese non è gestita in maniera professionale. Per esempio, bisogna saper investire in una nicchia specifica del patrimonio delle famiglie italiane come il residenziale locato. Si tratta di un aspetto fortemente personalizzabile della consulenza, in cui si possono costruire dei veicoli societari ad hoc, per esempio.
L’operatività bancaria si traduce in acquisto, vendita e accumulo di capitale su piattaforme che caricano costi. Ma è importante saper gestire portafogli diversificati e multi-asset, saper consigliare il giusto fondo pensione con l’obiettivo di integrare la pensione pubblica, chiarendo al cliente che si tratta di forme di risparmio intangibili, impignorabili. E che è necessario partire per tempo: sul tema della previdenza complementare, il consulente può avere un ruolo didattico-formativo.
Quello che emerge dalla tavola rotonda è un concetto tanto semplice quanto importante in questa fase di transizione per la nostra economia. Le competenze del professionista sono diverse per natura, e questa è una ricchezza. È importante che il consulente sappia recepire le esigenze della propria clientela e affinare di conseguenza le proprie competenze.