Il centro studi Confindustria mette in guardia dal rischio di una “vera e propria emergenza sociale” in assenza di adeguati interventi a sostegno della ripresa del sistema produttivo
Con le riaperture di maggio la produzione industriale recupera ma resta lontana dai livelli di un anno fa
Nel secondo trimestre, il centro studi Confindustria si attende un calo del pil e della produzione maggiore rispetto a quanto osservato nel primo trimestre
“In assenza di adeguati interventi a sostegno della ripresa del sistema produttivo, nel giro di pochi mesi si rischia l’esplosione di una vera e propria emergenza sociale che renderà ancora più impervia la strada verso l’uscita dall’attuale crisi economica”. È l’allarme lanciato dal centro studi Confindustria nell’indagine rapida sulla produzione industriale. Attualmente, sottolinea il centro studi, “molti imprenditori soffrono per la carenza di liquidità a causa del blocco normativo delle attività nei mesi scorsi. Per il momento molti sono costretti a navigare a vista, anche a causa di uno scenario di estrema incertezza sull’economia italiana e internazionale”.
Con la riapertura delle attività, rileva il Csc, la produzione industriale è rimbalzata, segnando un +31,4% rispetto al mese precedente, dopo una caduta del 24,2% in aprile. Tuttavia, nonostante il recupero in termini congiunturali, la produzione resta lontana dai livelli di un anno fa, con un crollo del 33,8% su anno (gli ordini in volume sono diminuiti del 51,6% annuo a maggio). Una caduta di circa un terzo della produzione industriale rispetto a maggio 2019, che, secondo il centro studi, mostra quanto le condizioni nelle quali opera l’industria italiana siano ancora distanti da una situazione di “normalità”.
La fine del lockdown e la conseguente riapertura delle attività manifatturiere, che erano ancora sospese, si è tradotta in una lenta ripartenza dell’industria, ancora soffocata da una domanda – interna ed estera – estremamente debole. La variazione acquisita della produzione industriale nel secondo trimestre è di -27,7% sul primo, quando era diminuita dell’8,4% sul quarto 2019. Se anche in giugno procedesse la lenta ripresa della domanda, sottolinea il report, nella media del secondo trimestre si avrebbe comunque una riduzione di oltre il 20% dell’attività, quasi tre volte la dinamica registrata a inizio anno. Questo calo comporterebbe un contributo negativo di circa 5 punti percentuali alla diminuzione del pil nel secondo trimestre.
Con le riaperture di maggio la produzione industriale recupera ma resta lontana dai livelli di un anno faNel secondo trimestre, il centro studi Confindustria si attende un calo del pil e della produzione maggiore rispetto a quanto osservato nel primo trimestre
“In assenza di adeguati interventi a…
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