Una società su due può essere considerata sottovalutata
I titoli value e molte mid/small cap hanno già incorporato nei prezzi le difficoltà dell’economia e quindi quotano a multipli molto bassi sia sugli utili che sul patrimonio netto.
Il mercato azionario europeo tratta attualmente sotto tono: una società su due può essere considerata sottovalutata, una percentuale molto elevata che è stata raggiunta e superata solo poche volte negli ultimi 20 anni: a fine 2002, nella seconda metà del 2008, nel 2012, a marzo 2020. Lo scenario ideale del guru Warren Buffet grande sostenitore degli acquisti a sconto. In particolare, i titoli value e molte mid/small cap hanno già incorporato nei prezzi le difficoltà dell’economia e quindi quotano a multipli molto bassi sia sugli utili che sul patrimonio netto. Viceversa, sulle grandi capitalizzazioni le valutazioni sono molto elevate. In questo contesto, possiamo indirizzare i nostri investimenti al value investing.
Investire value
Sul mercato esistono diversi prodotti che si basano sulla filosofia del value investing: tecnica d’investimento basata sull’acquisto di titoli che, secondo un’analisi fondamentale, risultano valere più del prezzo al quale sono scambiati in Borsa
Per esempio, ci sono specifici Etf costruiti sugli indici MSCI EMU Value Index e MSCI USA Value Index. Entrambi incorporano nei loro panieri titoli a grande e media capitalizzazione delle aree geografiche di appartenenza. In generale, operano una attenta selezione all’interno di questa casistica diversificando l’investimento su più settori. I fondi azionari a stile Value hanno in portafoglio aziende con un indebitamento contenuto e previsioni di crescita di fatturato e dividendi costanti nel tempo. Solitamente questi titoli danno una cedola periodica.
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La selezione avviene considerando tre variabili:
–il rapporto capitalizzazione e patrimonio netto contabile (book value to price)
-i guadagni in rapporto al prezzo
-lo stacco di dividendi previsti nei 12 mesi successivi.
Le occasioni
Guardando al futuro, secondo Finlabo Sim, i temi da privilegiare saranno proprio quelli più penalizzati fino ad oggi: mid-small cap e la Borsa di Londra dove si trovano diversi titoli auriferi che dovrebbero fare bene in uno scenario di stagflazione ma che oggi non sono prezzati in linea con l’andamento positivo dell’oro. Sotto osservazione, con un’ottica di medio e lungo periodo, anche le società che offrono un dividendo elevato, un tema che negli ultimi tempi ha sofferto la concorrenza dell’obbligazionario e che adesso si compra a prezzi attraenti. C’è valore, poi, nell’immobiliare quotato e meno nelle banche, la parte migliore del ciclo è alle spalle. Allo stesso tempo il settore tratta a livelli molto più a sconto in Europa rispetto ai multipli americani, quindi il re-rating potrebbe continuare.
Ancora da cavalcare i temi legati alla ripresa dell’inflazione, come ad esempio il settore energetico.
Cautela sui settori ciclici
Dai primi risultati trimestrali pubblicati emerge infine un rallentamento della domanda soprattutto nei settori più ciclici, come alcuni industriali che vedono un calo del portafoglio ordini nonostante un aumento del fatturato. Il lusso, che viene da una fase di espansione molto forte, continua a crescere, ma a tassi più modesti.