Nel 2013 l’oro giallo ha chiuso con un rialzo del 13 per cento.
Nel terzo trimestre 2023 le sole Banche centrali hanno registrato acquisti netti per 337 tonnellate.
Tra i principali operatori di settore ci sono Newmont, Barrick Gold, GoldCorp, Newcrest Mining, Agnico Eagle Mines, Gold Fields e Kinross Gold.
L’oro conferma il proprio status di bene rifugio con quotazioni che continuano a navigare sopra la soglia dei 2000 dollari l’oncia. Una fuga per la sicurezza che in questi mesi è stata necessaria: basti pensare alla spinta registrata dal metallo giallo con lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas che ha portato questa asset class a chiudere l’anno a quota +13%. Un investimento che potrebbe essere necessario, e remunerativo, anche nel 2024 alla luce di una serie di fattori economici e politici.
Ecco perché puntare sull’oro
– Continuano le tensioni internazionali e i conflitti
– Nel 2024 ci saranno una serie di tornate elettorali nel mondo mai riscontata in precedenza che interesserà tutte le aree geografiche, tra cui quelle negli Stati Uniti, che possono rappresentare un rischio politico per gli investitori
– La de-dollarizzazione in atto crea un clima di forte incertezza
Corsa all’oro
Non è un caso che, negli ultimi anni, le banche centrali abbiano fatto incetta di oro. Secondo i dati del World Gold Council la domanda di oro nel terzo trimestre, anche se non ha raggiuto il record registrato nel terzo trimestre del 2022, si è mantenuta ampiamente al di sopra della media a lungo termine.
Nel dettaglio, la domanda trimestrale di oro è salita a 1.147 tonnellate, circa l’8% in più rispetto alla media quinquennale; più debole però del 6% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Nel terzo trimestre 2023, le sole Banche centrali hanno registrato acquisti netti per 337 tonnellate (459 tonnellate del 3Q del 22, record), comunque il terzo trimestre più forte nella serie di dati a disposizione del Wgc.
Un trend che, secondo gli analisti del Wgc, continuerà anche nei prossimi mesi. Anche perché gli acquisti sono anche spinti dal tentativo di ottenere una maggiore indipendenza dal dollaro Usa, in particolare in Cina e in Russia. Con acquisti ufficiali di oro che hanno superato le 100 tonnellate solo nel primo semestre del 2023, la Cina continua a essere l’acquirente istituzionale più importante. l contesto macro della Cina e la mancanza di alternative di investimento interne valide e interessanti fanno sì che l’oro brilli sempre di più. Inoltre, gli investitori locali vedono nell’oro una copertura contro la debolezza del renminbi cinese.
Attenzione ai flussi finanziari
Nonostante questo, il terzo fattore da monitorare sull’oro è quello dei flussi finanziari. L’oro sembra ancora non piacere agli investitori in ETF. Il 2023 ha segnato il terzo deflusso annuale consecutivo degli ETF globali sull’oro, guidati dall’Europa, con deflussi pari a 11 miliardi di dollari, l’anno peggiore dal 2013, e dal Nord America (-10 miliardi di dollari), mentre l’Asia, si è distinta quale unica regione ad attirare afflussi (+ 1 miliardo di dollari).
“Di fatto, i deflussi sono stati guidati dal maggior costo opportunità nel detenere oro rispetto ad asset alternativi, come i Treasury Statunitensi, e solo in parte compensati dagli acquisti effettuati in fasi in cui l’oro assolve pienamente alla sua funzione di bene rifugio, quali quelle di debolezza del dollaro, dell’intensificarsi delle aspettative di taglio dei tassi di interesse o di maggiore turbolenza dei mercati”, spiega Plenisfer Sgr
Secondo Bloomberg, tre anni consecutivi di deflusso, hanno portato gli ETF globali sull’oro a perdere nel periodo 27 miliardi di dollari, mentre le partecipazioni si sono ridotte di 543 trilioni di dollari. Un trend che ha inciso negativamente sul valore dell’oro. Un tendenza che nei prossimi mesi potrebbe però avere una inversione.
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I cercatori d’oro
Ci sono società che cercano l’oro e lavorano alla loro estrazione. Si tratta quindi di società esposte a questa asset class, ma che possono essere considerate per un investimento collaterale e diverso. Si tratta di un comparto che ha sofferto per i tassi alti ma che ora potrebbe essere una importate occasione di entrata con l’inversione della tendenza sui tassi. Si tratta infatti di aziende capital intensive. Se, come il mercato si aspetta, le banche centrali cominceranno quest’anno a tagliare i tassi, lo scenario tornerà ad essere particolarmente favorevole poiché il quadro per il loro business, ovvero l’estrazione e vendita di oro lo è già. I titoli del settore si trovano oggi dunque a sconto e con un potanziale upside. Tra i principali operatori di settore ci sono Newmont, Barrick Gold, GoldCorp, Newcrest Mining, Agnico Eagle Mines, Gold Fields e Kinross Gold.