Le gestioni separate (o polizze vita di ramo I) sono spesso percepite come forme di investimento alternative ai Btp e agli altri titoli di Stato.
Si tratta di un’immagine distorta, ma parzialmente logica: i titoli governativi rappresentano infatti una quota importante dei sottostanti delle polizze vita, il cui portafoglio che beneficia – oltre delle finalità di protezione e di una discreta diversificazione soprattutto in merito alla duration – anche di alcune riserve di legge aventi riflessi importanti sul profilo di rischio-rendimento del prodotto IBIPs (ossia Insurance based investment products, quindi prodotti di investimento assicurativo)
La composizione delle polizze vita: il ruolo dei Btp e degli altri titoli di Stato
Ci si riferisce in particolare alla facoltà di registrare gli attivi in bilancio a costo storico, cioè per il loro costo di acquisto originale, senza tener conto delle fluttuazioni di mercato che possono verificarsi nel tempo.
Questo metodo di valutazione è utilizzato per mantenere la stabilità nel bilancio e riflettere il costo effettivo sostenuto per l’acquisto dei titoli, piuttosto che il loro corrente valore di mercato. In altre parole, il costo storico è un tipo di valorizzazione che ignora le oscillazioni di valore che un titolo può avere nel tempo a causa dei cambiamenti del mercato, azzerandone di fatto la volatilità. Questo approccio consente alle polizze vita di mantenere un rendimento costante nel bilancio, indipendentemente dalle condizioni di mercato.
È un modo per garantire che gli investimenti in polizze vita siano valutati in modo conservativo e per fornire una rappresentazione più stabile e meno volatile degli asset nel bilancio.
Alla luce di questi aspetti dirimenti, è interessante approfondire come l’investimento diretto nei titoli di Stato diverga sul piano quantitativo rispetto all’esposizione attraverso la gestione separata, rammentando che nel secondo caso è necessario considerare eventuali costi addizionali legati al premio assicurativo, per acquisire i benefici di protezione, e le commissioni di gestione volte a remunerare l’expertise del management team.
Differenze chiave tra investimento diretto in Btp e gestione separata
Un altro elemento utile a completare il quadro è il confronto con i fondi comuni che investono in titoli governativi.
L’analisi storica dell’andamento degli indici rappresentativi dei Btp, dei Bot a confronto con quelli delle gestioni separate, rende immediatamente evidenti le differenze nei profili di rischio e rendimento.
L’impatto della normalizzazione dei tassi della Bce sul rendimento dei Btp
Il processo di normalizzazione dei tassi di riferimento operato dalla Bce nell’ultimo biennio – al pari di quasi tutte le banche centrali – ha avuto risvolti importanti in termini redditività delle quote obbligazionarie di portafoglio; tuttavia la valorizzazione a prezzi di mercato dei titoli di Stato acquistati direttamente rende sensibile il portafoglio alle oscillazioni.
La duration delle emissioni ha implicazioni straordinariamente ampie in periodi di ritocco dei tassi e giustifica la distribuzione dei rendimenti molto difforme tra indice Bot e Btp: tanto più vicina è la scadenza del titolo (e quindi il momento del reinvestimento del rimborso) tanto maggiore sarà l’aderenza del portafoglio obbligazionario con i tassi di rendimento attuali. Viceversa, in un momento storico in cui il costo del denaro aumenta, il valore di mercato dei titoli emessi a tassi più bassi crolla.
Stabilità dei rendimenti: polizze vita vs titoli a breve termine
Nelle gestioni separate l’effetto è minimo, grazie all’ammontare del patrimonio che consente una costruzione del piano cedolare particolarmente efficace e anche alla tendenza al mantenimento dei titoli fino a scadenza, oltre ovviamente alla già menzionata valorizzazione a costo storico, che garantisce variazioni più stabili ed in continuità con i rendimenti storici.
Il confronto con gli indici di categoria rappresentativi dei fondi comuni che investono in titoli governativi – con o senza vincoli di duration – disegna un quadro coerente, ma amplificato.
Ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento nelle polizze vita
Negli ultimi cinque anni una certa stabilità dei rendimenti è osservabile solo sui titoli a breve termine, che hanno però messo a segno livelli di remunerazione decisamente più contenuti e spesso negativi. Le gestioni separate, infatti, pur gravate dai costi di gestione finanziaria e assicurativa, possono effettuare investimenti di lungo termine e distribuirne i proventi tra gli assicurati in coerenza con gli obiettivi di stabilità e protezione.
Nel complesso – pur operando in un contesto necessariamente fortemente semplificato – le evidenze quantitative conferiscono alle gestioni separate comprovate capacità di ottimizzare il rapporto tra rendimento e rischio.
(Articolo scritto in collaborazione tra Luca Lodi, head of R&D Fida, e Monica Zerbinati, financial analyst Fida)