- De Luca (Gamma Capital Markets): “Il mercato sta scontando quasi al 90% un taglio al costo del denaro di 25 punti base e anche un ulteriore taglio di 25 punti base entro fine anno”
- I mercati stanno intanto interpretando in chiave positiva l’ultima mossa della Fed che, per alcuni analisti, potrebbe imprimere un forte slancio ai consumi e agli investimenti
Cresce l’attesa per la riunione della Banca centrale europea, in trasferta a Lubiana, in Slovenia. Le parole di Christine Lagarde sembrerebbero già scritte, con gran parte degli operatori che danno ormai per scontata una nuova sforbiciata ai tassi di interesse di 25 punti base. L’attenzione salta infatti all’ultimo incontro dell’Eurotower, in calendario il 12 dicembre. Mentre, sullo sfondo, i mercati interpretano in chiave positiva l’ultima mossa della Federal Reserve.
“Il mercato sta scontando quasi al 90% un taglio al costo del denaro di 25 punti base e anche un ulteriore taglio di 25 punti base entro fine anno”, spiega Carlo De Luca, responsabile asset management di Gamma Capital Markets intervenuto in occasione dell’ultima puntata di Weekly Bell, la trasmissione di We Wealth in diretta ogni lunedì mattina per fare il punto sui mercati finanziari e gli appuntamenti economici della settimana. “Eventuali sforbiciate ulteriori andrebbero a beneficio dei settori con alti livelli di debito e dei titoli ciclici, i malati del momento. Ma anche delle small cap”, continua De Luca. “Lato obbligazionario si è passati invece da una politica espansiva abbastanza forte a una meno forte, perché la Bce tende a osservare ciò che fa la Fed. Quindi occorrerà vedere cosa accadrà oltreoceano”, suggerisce l’esperto.
Bce e Fed si muoveranno in tandem?
Secondo De Luca, le due banche centrali si muoveranno all’unisono da qui a fine anno. Guardando al prossimo meeting della Fed, l’esperto ricorda come il mercato scontasse fino a qualche settimana fa un taglio da 50 basis point. Poi, il dato sull’inflazione a stelle e strisce lievemente oltre le attese – i prezzi al consumo sono saliti a settembre del +2,4% contro il +2,3% stimato dagli analisti – ha indotto una revisione delle aspettative. “È chiaro che c’è un uragano di mezzo ed è difficile fare previsioni. Per il momento il mercato sconta una politica in tandem, ma è tutto in divenire e data dependent (dipendente dai dati, ndr). Senza dimenticare le elezioni in corso negli Usa: da novembre potrebbero cambiare tante cose”, conclude De Luca.
Il taglio dei tassi spinge al rialzo i mercati
I mercati stanno intanto interpretando in chiave positiva l’ultima mossa della banca centrale americana che, per alcuni analisti, potrebbe imprimere un forte slancio ai consumi e agli investimenti. “Tuttavia, secondo un’altra narrazione, la Fed non avrebbe però tagliato in modo così massiccio i tassi di interesse se non fosse preoccupata per l’economia”, affermano Vincent Mortier, group chief investment officer di Amundi e Monica Defend, head of Amundi investment institute, nell’ambito della Global investment view della società di gestione. “Secondo noi la verità sta nel mezzo: la realtà sarà il prodotto di queste due narrazioni e dovrà tener conto di una serie di aspetti”, scrivono Mortier e Defend.
Innanzitutto, l’economia statunitense sta “frenando leggermente”, mentre le stime sulla crescita dell’economia nella zona euro vengono riviste al ribasso. Secondo gli esperti, il rallentamento sarà modesto, ma occorrerà monitorare l’andamento del mercato del lavoro, dei consumi e del tasso di risparmio. In Europa, in particolare, Amundi ha rivisto le sue stime sulla crescita del pil reale per il 2024 dall’1,2% all’1% soprattutto a causa della debolezza della domanda interna. “Una Fed propensa a tagliare ulteriormente i tassi di interesse offrirebbe alla Bce e alla Bank of England margini più ampi di manovra per ridurre i propri tassi di riferimento”, dichiarano Mortier e Defend. “Un maggiore numero di tagli significa tassi finali più bassi per la Fed, con effetti a macchia d’olio per la Bce e la BoE”, prevedono gli esperti. Ricordando infine come gli Usa sembrerebbero attualmente meno preoccupati per i deficit fiscali, mentre gli stimoli monetari in Cina stanno contribuendo a migliorare il sentiment del mercato.
Le opportunità di investimento
Fatte queste premesse, secondo Mortier e Defend ci vorrà del tempo prima che l’effetto benefico delle sforbiciate ai tassi di interesse si propaghi all’intera economia. In uno scenario come quello attuale, i due esperti intravedono opportunità in quattro categorie. “Cross asset. Siamo costruttivi sulla duration ed esploriamo le divergenze globali tra le curve dei rendimenti. Manteniamo un’opinione positiva sugli Stati Uniti e sull’Europa (anche se un po’ meno rispetto a prima), mentre siamo più ottimisti sul Regno Unito. Per quanto riguarda il debito dei Paesi emergenti i rendimenti sono interessanti, ma il rumore sui dazi statunitensi potrebbe pesare su quei segmenti che presentano valutazioni elevate”, dichiarano gli esperti.
“Siamo tattici e attivi sui titoli di Stato, positivi sul carry nel credito”, aggiungono, sottolineando come i rendimenti dei treasury statunitensi siano interessanti in un’ottica di lungo periodo e consentano di adottare una posizione quasi neutrale. “Nel credito statunitense preferiamo i titoli finanziari a quelli non finanziari, mentre per quanto riguarda il credito europeo ci piacciono i titoli finanziari e il debito subordinato, mentre”, precisano Mortier e Defend. Nell’azionario suggeriscono invece di dare priorità ai fondamentali e alle valutazioni. “Prevediamo che anche altri titoli al di fuori delle mega-cap offriranno rendimenti interessanti e manteniamo una posizione bilanciata sugli Stati Uniti, riservando un certo interesse ai titoli difensivi di elevata qualità e privilegiando i titoli Value a quelli growth. Anche in Europa manteniamo una posizione bilanciata tramite i titoli ciclici e difensivi di qualità”, dicono gli esperti. Poi concludono: “L’allentamento della politica monetaria globale favorisce i paesi emergenti. Ci piacciono le obbligazioni in valuta forte, mentre siamo più selettivi su quelle in valuta locale”.