Ver Capital: le vie alternative del rendimento

In un mercato dove le vie del rendimento restano ridotte, gli investimenti alternativi hanno le caratteristiche per portare uno spike sui ritorni, senza un’eccessiva rischiosità, né volatilità. Ne parliamo con gli esperti di Ver Capital Sgr

Limitati benefici di rotazione settoriale sul comparto del private debt e euro loans che, a differenza del mercato equity, potrebbe guardare con maggiore interesse al mantenimento di posizioni su settori già oggetto di crescita.

Le vie alternative del rendimento

In un mercato dove le vie del rendimento restano ridotte, gli investimenti alternativi hanno le caratteristiche per portare uno spike sui ritorni, senza un’eccessiva rischiosità, né volatilità. La situazione risulta più chiara se si osserva il mercato obbligazionario europeo, ove il debito investment grade quota attualmente a tassi negativi prossimi allo zero, mentre il credito high yield presenta opportunità interessanti ma spesso assoggettate ad una aleatorietà crescente.
“I prodotti alternativi”, spiega Antonio Montano, Portfolio Manager di Ver Capital, “hanno tassi di crescita futuri attesi più elevati rispetto ad altre asset class. In particolare, nel comparto del private debt nei prossimi 5 anni si prevede un tasso di crescita a doppia cifra”.
Per sfruttare i trend del momento, Ver Capital ha lanciato tra la metà e la fine del 2020 due nuovi prodotti alternativi, declinati nelle modalità del direct lending tramite un nuovo fondo chiuso (“Ver Capital Credit Partners SMEs VII”) e dell’investimento in corporate loan europei nella forma di un fondo aperto a liquidità mensile (“Ver Capital Credit Partners VIII”).

Un fondo chiuso, focalizzato sulla media impresa

Per quanto riguardo il fondo Ver Capital Credit Partners SMEs VII, “si tratta di un fondo di direct lending, che ha raccolto al primo closing (fine ottobre 2020) 225 milioni di euro. Tra i sottoscrittori, nomi importanti tra cui Cassa depositi e prestiti ed European Investment Fund” sottolinea Montano.
“Il fondo si focalizza su tranche di debito senior sul mercato primario, finanziando aziende italiane, francesi e tedesche ma riferendosi alle cosiddette ‘multinazionali tascabili’, società locate in una nazione che generano ricavi ed esportano in tutto il mondo”. In focus vi sono quindi quelle aziende di media dimensione, con un fatturato medio attorno ai 100-150 milioni di euro.
Da sottolineare è anche l’obiettivo di diversificazione: diversamente dagli altri fondi di private debt, il Ver Capital Credit Partners SMEs VII ha una composizione meno concentrata, su circa 40 investimenti.
Il fondo, chiuso, ha una durata di 8 anni, un periodo di investimento di 3 anni e, prosegue Montano, “ci aspettiamo di impiegare tutta le risorse in entro i primi due anni e mezzo”. Ad oggi, “abbiamo richiamato più del 20% delle risorse del fondo, investendo in 9 aziende. Entro fine marzo 2021, ci aspettiamo di riuscire a finalizzare altri 3 investimenti, per un totale di 12 posizioni, per un controvalore di circa 60 milioni”. È inoltre atteso un secondo closing, presumibilmente per l’estate.

Un fondo semi-aperto, con la certezza della liquidità

Ver Capital Credit Partners VIII è un fondo semiaperto, che garantisce liquidità mensile, avente come sottostante corporate loan europei che possono essere tradati giornalmente grazie alla liquidità garantita dalle principali banche di investimento internazionali. Il prodotto si presenta come innovativo in Europa (generalmente lo si trova infatti in forma chiusa): esso permette di prendere tatticamente esposizione all’asset class, ma con libertà di uscita secondo necessità (consigliata comunque non prima di 12 mesi).
Il fondo investe in aziende europee multinazionali, con un fatturato medio di 1 miliardo di euro, per un obiettivo di rendimento del 4% annuo, “un rendimento forse inferiore rispetto a quelli cui ci siamo abituati nel corso dell’ultimo anno sul mercato azionario, ma che beneficia di una volatilità sottostante decisamente più bassa” spiega Davide Cingi, Portfolio Manager di Ver Capital. “Facendo un’analisi di comparazione con i titoli di Stato, il fondo permette di ‘parcheggiare’ liquidità per 12 mesi con un rendimento atteso superiore e una volatilità inferiore.

Considerazioni sulla rotazione settoriale

A differenza delle view sul mercato equity, interessato dal tema della rotazione settoriale, “in questo momento nel mondo del private debt e dei loans vediamo benefici meno marcati di uno switch generalizzato verso settori che potrebbero beneficiare dalla fase di ripresa post covid. Gli spread”, aggiunge Montano, “si sono infatti già ridotti, e diverse società appartenenti ai comparti più colpiti dalla pandemia dovrebbero sì riprendersi, ma lo faranno con indebitamenti ben superiori rispetto alla fase pre covid”.
Se si guarda al mercato dei corporate loan, “i titoli anticiclici difensivi quotano tendenzialmente alla pari o sopra la pari, mentre i titoli ciclici risultano leggermente più convenienti, sebbene quotino mediamente di poco sotto la pari”: un delta così ristretto, precisa Cingi, non rappresenta di per sé una valida discriminante per puntare sull’anticiclico. “Preferiamo quindi fare sempre una selezione attiva, puntando su chi possiede davvero i fondamentali per continuare a performare bene nel medio periodo”.
Trattandosi infine di un fondo caratterizzato da un sottostante a tasso variabile, il possibile incremento dei tassi di interesse non rappresenta di per sé un rischio, ma, semmai, una possibilità di ulteriore beneficio.

L’attenzione al cherry picking

Anche in virtù della sua data di lancio (maggio 2020), aggiunge Giulia Migliori, Junior Portfolio Manager di Ver Capital, “il fondo Ver Capital Credit Partners VIII è costruito con una logica difensiva, investendo in settori quali l’healthcare, il pharma, il food o il packaging, che hanno dimostrato la loro resilienza nei periodi di stress a discapito della volatilità.
Attualmente sono stati investiti 140 milioni di Euro, “ciò che sta dietro è un forte lavoro di cherry picking ed analisi” prosegue Migliori focalizzato sulla scelta di aziende con specifiche caratteristiche sia economico/finanziarie che industriali come “una forte cash conversion, flessibilità e modulazione delle capex, diversificazione geografica degli impianti produttivi e della base clienti/fornitori, quindi su aziende capaci di superare la pandemia” senza registrare bruschi peggioramenti della situazione finanziaria complessiva.

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