Covid-19 ha determinato il passaggio dei business da offline ad online, creando tra i consumatori nuovi abitudini di vita.
Sebbene giganti del tech quali Alphabet e Facebook abbiano inizialmente scontato il sell-off che ha interessato Wall Street a metà marzo, le prospettive di lungo termine risultano ora più positive. A pesare sul potenziale successo futuro dei due player dell’acronimo FAANG, non è solo la presenza di un maggior numero di utenti in rete, ma il suo potenziale ‘collaterale’.
Il futuro di Google e Facebook
“La principale fonte di utili sia per Google che per Facebook deriva dalla pubblicità online” ha commentato Larry Puglia, gestore del fondo T. Rowe Price Funds Sicav – US Blue Chip Equity, T. Rowe Price “un’area di spesa che ha visto tagli notevoli nell’attuale contesto, se paragonata ad esempio con la pubblicità in TV che tende ad essere più contrattuale e pagata in anticipo, e quindi più difficile da tagliare. Nonostante ciò” ha proseguito l’esperto, “entrambe le società hanno riportato dati migliori rispetto alle aspettative e i prezzi delle loro azioni si sono rialzati rispetto ai recenti minimi”.
Centralità della pubblicità online
Il maggior numero di utenti online spingerà le singole società a investire nuovi budget nella pubblicità in rete, non solo come classico advertorial, ma anche come posizionamento nelle ricerche.
“Le società in cui vogliamo investire” ha commentato Puglia, “hanno qualità che le avvantaggiano sul lungo periodo, come barriere all’ingresso, scarsità di prodotti sostitutivi, leadership nel settore, potere di stabilire prezzi con fornitori e clienti”
Amazon, bene oggi e domani
Nella schiera dei vincitori sia di breve che di lungo termine, Amazon si aggiudica il primo posto. Fin dal principio della crisi le vendite online hanno accelerato, portando ad una poderosa crescita del fatturato. Vendite che, nella fase più acuta della pandemia, hanno interessato per la maggior parte i beni di prima necessità, da quelli per la cura della persona a quelli per la casa e la famiglia.
“A nostro avviso, tale aumento della domanda è destinato ad avere un costo in termini di margini nel breve periodo, in quanto la società non era pronta al sostanziale aumento della domanda. Tuttavia, riteniamo che questi costi si ridurranno in quanto la società è in grado di aumentare la propria capacity: ha già assunto 175.000 persone in più nei due mesi e mezzo dall’inizio della crisi”.
Il bene alimentare passa online
Sul lungo periodo, ha quindi aggiunto l’esperto di T. Rowe Price, “riteniamo che il brusco aumento del fatturato rallenterà, anche se il cambiamento dei comportamenti dei consumatori potrebbe durare nel lungo periodo, il che permetterebbe ad Amazon di penetrare alcuni importanti segmenti del mercato, come i beni alimentari e di consumo”.