Paesi emergenti, un bond per giocare d’anticipo

La recente avversione al rischio degli investitori sui mercati ha portato al sell-off generalizzato di tutte quelle classi di attivo più soggette a forti oscillazioni, creando alcune interessanti opportunità

I mercati emergenti, tendenzialmente più soggetti a bruschi movimenti dettati dalla volatilità, hanno pagato le conseguenze di questo nuovo quadro che, tra gli altri, non ha risparmiato nemmeno i bond dei Paesi con fondamenta più stabili. Da qui si potrebbe quindi ripartire in attesa di un nuovo rimbalzo.

Come trarre vantaggio dalla dislocazione dei prezzi

“Dopo il recente sell-off, il debito dei mercati emergenti sembra sempre più attraente”. Questo il commento di Michael Conelius, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Emerging Market Bond, T. Rowe Price. “Anche se la volatilità dovesse persistere nel breve periodo, riteniamo che questo segmento possa essere profittevole nel medio-lungo periodo. Abbiamo quindi aggiornato il nostro outlook” ha proseguito l’esperto. Gli investitori potrebbero dunque trarre vantaggio dalle recenti dislocazioni dei prezzi.

Negli ultimi anni, ai mercati emergenti non sono mancate fasi di brusco rallentamento, dettate da fattori sia endogeni che legati all’andamento di soggetti terzi (ad esempio, la dipendenza dal debito estero). La storia, tuttavia, porta con sé un’evidenza: rispetto alle economie più sviluppate, gli emergenti hanno assistito a periodi di ripresa molto più rapidi, cosa che li rende più appetibili in questa fase di incertezza.

In altre parole, “negli emergenti, essere in anticipo paga” ha precisato Conelius.

Paesi emergenti: sì al debito in valuta forte

Il differenziale di rendimento tra bond emergenti e bond dei mercati sviluppati indica che gli emergenti potrebbero essere uno degli investimenti più profittevoli nell’attuale contesto”: mentre il rendimento dei Treasury crollava sotto il peso della corsa ai beni rifugio, “gli spread hanno raggiunto un picco”. Le misure di stimolo adottate dai principali Paesi, inoltre, “hanno aumentato ulteriormente la pressione al ribasso sui rendimenti core, supportando gli asset di credito”.
Per tali ragioni, secondo l’esperto, i bond emergenti in valuta forte mostrano un elevato potenziale, che potrebbe compensare su archi di tempo più lunghi le fluttuazioni di breve date dalla volatilità.

Acquistare bond emergenti agli attuali livelli di rendimento, vendendo di rimando le obbligazioni dei Paesi sviluppati con rendimenti bassi, “potrebbe rappresentare un’opportunità interessante nel medio periodo”. Va comunque considerato il fatto che, a virus passato, la ripresa non sarà immediata per tutti. Ogni Regione dovrà fare i conti al proprio interno con i solchi lasciati da una crisi non solo economica, ma imprenditoriale e sociale, con ritmi e tempistiche differenti.

Una selezione bottom-up, unitamente ad un approccio attivo, possono quindi aiutare “a identificare Paesi e bond meglio posizionati per affrontare la volatilità e il potenziale rally una volta che il contesto sarà migliorato”.

Bond emergenti: 3 Paesi sui quali puntare

Per tale ragione, obbligazioni investment grade più strettamente correlate con i Treasury potrebbero essere “in ritardo” quando l’appetito verso il credito migliorerà; ad esempio,  alcuni titoli di Stato IG, come i bond di Arabia Saudita o Qatar. Al contrario, altri titoli sovrani con rating BB o BBB potrebbero riprendersi nel medio termine: “Russia, Brasile e Indonesia sono solo alcuni esempi di crediti emergenti che offrono ancora bilanci in salute e un contesto politico stabile, pur avendo sofferto il recente crollo dei prezzi”.

Dopo una crisi unica, qual è quella da coronavirus, un posizionamento in bond emergenti potrebbe non essere la scelta ottimale per quegli investitori più avversi al rischio e meno disposti a tollerare fluttuazioni di breve. Tuttavia, i livelli cui prezza oggi l’asset class offrono un attraente potenziale di compensazione per il rischio.

“Crediamo che essere selettivi e pazienti sia fondamentale per generare rendimenti solidi nel medio-lungo termine”.

 

Tutti gli approfondimenti su T. Rowe Price.

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