Banche, le previsioni post Covid: quanto è alto il rischio default?

Economia europea verso la più forte recessione dal secondo dopoguerra. Una situazione che potrebbe risollevarsi già a partire dalla seconda metà dell’anno, non però senza conseguenze. Sorvegliati speciali: livelli di deficit, rischio default e banche… tedesche

A sostenere le economie dei Paesi membri sarà anzitutto la Banca centrale europea, impegnatasi ad acquistare obbligazioni sovrane di tutti gli Stati, a prescindere dal loro merito creditizio (il cosiddetto Pepp, Pandemic emergency purchase programme da 750 miliardi di euro complessivi, estendibile in caso di necessità, che si è andato ad affiancare alle misure di stimolo già in essere).

“Nonostante la quantità di nuovi finanziamenti richiesti dai governi, l’ammontare complessivo del debito sovrano scambiato sui mercati rimarrà probabilmente invariato, per via degli acquisti della Bce, che a nostro avviso supereranno gli €800 miliardi, pari al 150% delle nuove emissioni nette” ha commentato Tomasz Wieladek, Economista internazionale di T. Rowe Price.

No ai downgrade, ma occhio ai deficit

Secondo l’esperto, le principali agenzie di rating tenderanno a pazientare prima di annunciare il downgrade di una delle economie dell’Eurozona, il cui outlook potrebbe peggiorare pur senza andare a toccare il notch di riferimenti. “Crediamo che le agenzie aspetteranno di vedere la velocità della ripresa economica e di monitorare il modo in cui i governi gestiranno i deficit nel 2021-2022”.

Il futuro più prossimo per l’Eurozona non si presenta comunque molto roseo. Da attese, i deficit nazionali tenderanno ad ampliarsi con il peggiorare delle condizioni economiche (alcuni effetti del virus ancora non sono stati quantificati sulle singole economie). “Il disavanzo di bilancio dell’Eurozona aumenterà tra il 4,2% e il 5% e il rapporto deficit/Pil dovrebbe toccare il 95%”.

Cosa accadrà al settore bancario?

Governi locali e istituzioni europee pronti a fare il possibile per offrire il necessario sostegno al tessuto economico e finanziario del Vecchio Continente. Ciò potrebbe però non essere sufficiente. “Al fine di verificare la resilienza (del settore bancario)” ha spiegato l’esperto di T. Rowe Price, “abbiamo eseguito uno stress test sugli istituti europei per capire cosa potrebbe succedere nello scenario peggiore”.

Secondo le analisi, anche ipotizzando un contesto molto sfidante, “quasi tutte le banche avrebbero abbastanza capitale in eccesso per resistere allo shock da coronavirus. Fanno eccezioni alcune piccole realtà in Grecia, Cipro e Portogallo, che hanno già segnalato carenze di capitale quest’anno, pur non molto consistenti.

Se le ipotesi di stress si estendessero anche a tutto il 2021, alcune banche di piccole e medie dimensioni in Italia, Spagna e Portogallo, e tutte le banche in Grecia e Cipro, andrebbero probabilmente incontro a carenze di capitale da €500 milioni a €1 miliardo”.

Banche tedesche a rischio: le sorti di Deutsche Bank

Viceversa, “è probabile che il settore bancario delle aree core in Europa si mostrerà resiliente sia nel 2020 che nel 2021”. Con una eccezione: la Germania. Sia Commerzbank che Deutsche Bank hanno infatti segnalato “carenze di capitale”, la seconda delle quali per una cifra considerevole pari a 8,7 miliardi di euro.

“Anche se riteniamo improbabile che le ipotesi prese in esame negli stress test possano concretizzarsi, alla luce delle varie misure di sostegno introdotte, questa analisi mette in evidenza la relativa debolezza di alcune banche tedesche rispetto ai loro pari in altri Paesi”, che in taluni casi, per affrontare la crisi con un’ulteriore carta da giocare, si stanno muovendo nell’ambito dell’M&A alla ricerca di un partner.

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