Banche centrali sotto i riflettori: focus sull’obbligazionario

Le banche centrali passano in rassegna tutti gli strumenti a loro disposizione, con l’intento di dare sostegno a un’economia piegata dalla pandemia. L’analisi di T. Rowe Price sugli scenari futuri e sulle prospettive del comparto obbligazionario

Tutto è pronto per i prossimi meeting di politica monetaria, che vedranno giovedì 10 e mercoledì 16 dicembre i governatori di Banca centrale europea e Federal Reserve americana impegnati nell’ultima riunione dell’anno.

L’attesa è quella dell’accomodamento e di nuove misure che possano andare a sostegno di un’economia profondamente scossa dalla crisi pandemica. Non tutto ruota però attorno ai due istituti.

La Bce di Christine Lagarde ha ribadito più volte già nel meeting di ottobre come, con un rischio economico passibile di nuovi peggioramenti, Francoforte ricalibrerà tutti gli strumenti a sua disposizione per sostenere l’economia.

“Ciò, a nostro avviso, potrebbe portare a un’espansione del programma di acquisto di bond e potenzialmente a un taglio del tasso di riferimento nel 2021” ha commentato Quentin Fitzsimmons, gestore di T. Rowe Price.

Anche Jerome Powell dalla Fed non ha perso occasione di rimarcare un tono più da ‘colomba’, aprendo lo scenario ad un nuovo easing monetario.

Tra gli emittenti sovrani di qualità elevata, ha quindi aggiunto Fitzsimmons, “potremmo assistere a un ulteriore allentamento monetario in Svezia, Corea del Sud e Israele”.

La Bank of England dal canto suo ha già provveduto ad intervenire con un pacchetto di acquisti da 150 miliardi di pound acquisti a target, considerando però anche l’ipotesi di tassi negativi.

Banche centrali: come agire sul proprio portafoglio

Se si guarda al mercato dei titoli di Stato e alle conseguenze delle politiche monetarie in portafoglio, “la prospettiva di ulteriori accomodamenti è un elemento di forte sostegno. Tuttavia, con i programmi di acquisto di bond che cambiano di Paese in Paese, crediamo sia importante valutare ciascun caso individualmente” ha aggiunto l’esperto.

Per il 2021, “la decisione chiave da prendere non è solo quanta duration includere in portafoglio, ma piuttosto quale parte della curva di uno specifico Paese sia meglio sovrappesare in base al comportamento della rispettiva banca centrale”.

Obbligazionario: la gestione della curva

Per quanto concerne gli USA, “prediligiamo la parte a breve della curva dei Treasury, essendo probabile che quest’area rimanga ben ancorata grazie al supporto della Fed”. All’opposto, “la parte a lungo termine potrebbe essere soggetta a volatilità, per via della possibilità di nuovi stimoli fiscali e di un rimbalzo della crescita nel 2021”.

Riguardo invece ai titoli di Stato del Vecchio Continente “preferiamo la parte a lungo termine della curva europea: il programma di acquisto di bond della Bce potrebbe essere nuovamente ampliato e in questo scenario vediamo più valore nelle scadenze lunghe, dove le nuove emissioni dovrebbero essere più che compensate dagli acquisti della banca centrale”.

Tra le cose da tenere sotto controllo nell’anno che sta per aprirsi, inoltre, la possibilità di un qualunque segnale di inversione delle politiche fiscali, elemento che, come sottolineato dall’esperto di T. Rowe Price, potrebbe innescare un significativo aggiustamento delle curve.

Banche centrali emergenti: stabili (e accomodanti)

A differenza dei mercati sviluppati, le banche centrali delle economie emergenti dovrebbero confermare politiche monetarie complessivamente stabili, in territorio accomodante.

“Questo scenario rende i bond emergenti in valuta locale molto interessanti per gli investitori stranieri: la ripidità delle curve dei rendimenti dei titoli di Stato emergenti in valuta locale di alcuni Paesi come Indonesia, Israele e Perù rimarrà probabilmente attraente nel contesto attuale, con la Fed e la BCE che tengono bloccata la volatilità dei tassi”.

 

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