Recessione e ripresa: la ciclicità dell’economia

Gli scenari attuali di inflazione potrebbero fare eco a quanto visto negli anni Cinquanta (nel breve periodo) e negli anni Settanta (nel lungo)

I timori degli investitori riguardo ad un’esplosione dell’inflazione potrebbero non essere giustificati (per lo meno nel breve termine). Per comprende al meglio il perché, secondo Didier Rabattu, Head of equities, e Pascal Menges, Head of Research and investment process, di Lombard Odier Investment Managers (LOIM), si potrebbe guardare al quadro economico a cavallo tra il 1950 e il 1965. Tali anni furono infatti “un periodo di espansione in cui le banche centrali furono accomodanti con l’inflazione, mentre la crescita superava i tassi di interesse, fornendo vento favorevole al comparto azionario”.
Se la storia non si ripete, è pur vero che è possibile ritrovare della ciclicità nel suo andamento: “l’attuale premio per il rischio azionario statunitense, tenuto conto degli utili a termine, si trova al 6%, al di sopra del suo range storico. Questo dovrebbe alleviare le preoccupazioni ed enfatizzare la portata delle opportunità disponibili in questa fase del ciclo economico”. Tra i favoriti, quei comparti che saranno capaci di beneficiare dei trend di lungo periodo: “transizione climatica, capitale naturale, fintech, trend di consumo globali, trasformazione dell’Asia e silver economy”, spiegano da LOIM.

Ciclicità dell’inflazione, la storia insegna

La crisi scatenatasi a seguito delle restrizioni alle attività economiche per arginare il contagio dal Covid-19 è stata, per molti aspetti, “uno shock senza precedenti. Tuttavia, come in seguito alla bolla delle dotcom e alla grande crisi finanziaria, si sta delineando un pattern ricorrente di recessione e ripresa economica. Man mano che il virus circolava e gli outlook di crescita peggioravano, le stime per l’inflazione erano naturalmente scese”, continuano da LOIM. “Ora, con l’avvio delle vaccinazioni e dei programmi di spesa pubblica, gli outlook economici stanno migliorando. Con tale spesa a stimolare la crescita e l’occupazione in un contesto di politiche accomodanti da parte delle banche centrali, gli operatori di mercato si stanno preparando all’inflazione, spingendo a rialzo i rendimenti delle obbligazioni a lungo termine”.

Nel lungo termine, attenzione all’inflazione

Alcune condizioni attuali richiamano lo scenario visto negli anni Settanta: “l’aumento del debito pubblico e i deficit nelle maggiori economie occidentali sono peggiorati a seguito di ogni recessione accaduta negli ultimi 40 anni”, spiegano da LOIM. “Con gli stimoli immessi sui mercati per sopravvivere alla crisi da coronavirus, l’indebitamento dei paesi sviluppati è ora simile ai livelli della Seconda Guerra Mondiale. Anche i deficit sono profondi, guidati dagli Stati Uniti al -15%, e la spesa non si fermerà presto: stimolare la crescita e l’occupazione sono gli obiettivi principali dei politici e l’attuale regime di tassi di interesse ultra bassi dovrà continuare affinché immensi debiti continuino a essere serviti a buon mercato”. Ma anche il crescente ruolo della Cina e della sua valuta a livello internazionale, così come la deglobalizzazione e le politiche di ridistribuzione sociale potrebbero alimentare i timori di inflazione a lungo termine.

Nel breve termine, focus sull’azionario

Timori che, nel breve periodo, sono ancora all’orizzonte: il comparto azionario potrebbe quindi vivere un nuovo ruolo da protagonista. Oltre a un ritorno di quanto fu obbligato a fermarsi a causa della pandemia (trasporti, turismo, retail, utilities, beni di consumo), i trend strutturali continueranno a dominare (transizione climatica, capitale naturale, fintech, trend di consumo globali, trasformazione dell’Asia e silver economy). “Continueremo a focalizzarci su titoli quality, al contempo cercando opportunità growth e value per beneficiare della ciclicità della ripresa. Il quality è fondamentale nel nostro approccio di investimento, e le riprese economiche ci hanno mostrato che la performance di questo stile persiste durante i rialzi ciclici”, concludono da LOIM.

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