Louvre, bilancio in perdita, ma record di visitatori: è il digitale

Il digitale non è un nuova tendenza per l’economia mondiale. E’ un trend già avviato, che ha preso piede penetrando diversi ambiti del mercato: dal commercio elettronico, ai social media, all’acquisto online. La transizione, però, comporta sempre qualche costo. Parola al Louvre

Se da un lato Covid-19 ha accelerato talune transizioni, dall’altro ne ha penalizzate altrettante. Un esempio? La sorte toccata a siti di incontri virtuali e alle piattaforme di sharing: i primi, hanno registrato un boom nel corso della pandemia; i secondi (tra cui Uber e AirBnb) ne hanno scontato pesantemente le sorti. “L’attuale pandemia” ha commentato Henk Grootveld, Head of trends investing di Lombard Odier Investment Managers  “ha accelerato ulteriormente il consumo digitale, aumentando la popolarità -ad esempio- degli eSport anche tra generazioni diverse da quella Z”, i nati dopo l’anno 2000.

Il caso del museo Louvre

Significativi di un mondo che cambia sono i numeri del mercato dell’arte. “Il museo del Louvre, a Parigi, ha battuto il record di visitatori giornalieri” proprio durante il lockdown, ha sottolineato l’esperto. Visitatori virtuali, che si sono uniti ai quattordici tour 3D in alta definizione dal proprio divano di casa, durante i quattro mesi di blocco totale delle attività. Un dato positivo per l’interesse nei confronti dell’arte, un po’ meno per i bilanci del musée : il presidente e direttore del polo parigino, Jean-Claude Martinez, ha infatti dichiarato una perdita da “oltre 40 milioni”.

L’era del digitale

Anche la produzione globale si è fatta strada nell’era digitale: sempre più automazioni e robot vengono introdotti nelle fabbriche, accompagnati dall’integrazione nei processi di intelligenza artificiale e Internet of things. Innovazioni che modificheranno per sempre il modo di intendere ed applicare il lavoro, nonché il concetto di ottimizzazione delle risorse.

La finanza si fa tech

Cambio di velocità per l’industria finanziaria più tradizionale, che “si è svegliata dall’analogico” e ha iniziato a utilizzare strumenti digitali. I pagamenti elettronici al posto dei contanti stavano già crescendo molto rapidamente, accelerando poi in seguito all’arrivo di covid-19. Il commercio elettronico ha avuto la meglio sui rivenditori offline; le carte di credito, sulle banconote.
L’emergenza ha portato beneficio a coloro che, prima della pandemia, già erano pronti al cambiamento: la chiusura delle filiali fisiche bancarie in Germania ha spinto il numero di contraenti di mutui online; il governo degli Stati Uniti ha utilizzato le società FinTech per distribuire ai cittadini le disposizioni emergenziali pari a 1.200 dollari a persona nel mese di aprile.
“È chiaro che la digitalizzazione è stata ben accolta dalla maggior parte della stragrande maggioranza delle società. Non da tutte però: il settore sanitario è stato finora molto riluttante a liberare completamente le forze dirompenti della digitalizzazione”.

Focus sui trend strutturali

In questo clima di incertezza, le strategie d’investimento di Lombard Odier IM si focalizzano su quei “trend strutturali che presentano le maggiori probabilità di proseguire o, ancora meglio, di accelerare. La storia ci insegna che una crisi, come una guerra, una depressione, o in questo caso una pandemia, tende a favorire le innovazioni su vasta scala. Probabilmente il Progetto Manhattan non sarebbe esistito senza la seconda guerra mondiale. E il Progetto Apollo non avrebbe portato l’uomo sulla luna senza la guerra fredda. Magari anche la scoperta della legge di gravità sarebbe arrivata più tardi se Isaac Newton non si fosse messo in quarantena per salvarsi dalla morte nera. Le grandi crisi sono come levatrici: accelerano e aiutano a nascere i trend già presenti nella società, ma ancora in fase embrionale”.
Secondo l’esperto, la pandemia fungerà da elemento innovatore: “molti trend strutturali stanno entrando in una fase di crescita esponenziale alimentata proprio dal dilagare del virus. Il più importante? Siamo tornati a dare importanza alla salute, il nostro bene più prezioso”.

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