Pronti al boom travolgente degli investimenti tematici

In un contesto fortemente dinamico, l’approccio settoriale può risultare superato. Strategie mirate possono avere i giusti elementi per costruire portafogli capaci di cogliere la crescita. Con LGIM parliamo di investimenti tematici

L’approccio settoriale non basta più, soppiantato da investimenti tematici che meglio si adattano all’attuale contesto dinamico. Per questo, “non ci stupisce che le strategie condotte tramite Etf tematici siano pronte a superare gli approcci settoriali” commenta Cosmo Elms, Head of ETF Business Development di Legal and General Investment Management (LGIM).

Investimenti tematici, qualche numero

A parlare sono anzitutto i numeri: come riportato da Bloomberg, entro cinque anni gli Etf (Exchange traded funds) tematici potrebbero arrivare a gestire complessivamente $500 miliardi di attività a livello globale, “più di quanto detengano oggi tutti gli Etf focalizzati sul settore messi assieme”.

Gli Etf tematici, prosegue l’esperto di LGIM, hanno già superato in totale ogni singolo settore GICS (Global Industry Classification Standard, metro di valutazione delle aziende sul mercato creato nel 1999 dal provider di servizi finanziari MSCI) all’interno dell’indice S&P 500, con oltre $180 miliardi di asset e sono più grandi del doppio di ogni singolo settore a parte la tecnologia.

Nonostante i tradizionali fondi settoriali siano una base adeguata per la costruzione di strategie di portafoglio durature, i tempi moderni hanno imposto un cambio di passo.

Il problema dell’approccio tradizionale

“Il problema degli approcci esclusivamente top-down (che permettono di sviluppare una visione generale del sistema, senza scendere nel dettaglio delle sue parti, ndr) è che spesso fanno affidamento su settori tradizionali che, ai giorni nostri, possono essere troppo ampi, troppo indietro o troppo orientati alla capitalizzazione di mercato per riflettere le forze dirompenti che stanno trasformando ogni aspetto del nostro modo di vivere e lavorare”.

Tendenze come la robotica, l’intelligenza artificiale e l’automazione non riguardano solo il comparto tecnologico; l’e-commerce è una svolta tecnologica che sta però rimodellando il settore della vendita al dettaglio.

Come costruire dunque una strategia tematica senza incappare nei tranelli dei tempi moderni?

L’analisi di Elms in sei punti

In primo luogo, concentrandosi sull’esposizione a società che guidano (o traggono vantaggio) dalla crescita di nuovi settori ed economie, cercando al contempo di evitare che le società incumbent vengano interrotte da questi cambiamenti strutturali.

In seconda analisi, adottando un approccio tematico che non si basi sui soli settori tradizionali. Ciò può fornire un’esposizione complementare a società di media e piccola capitalizzazione, maggiormente specializzate.

Terzo, un approccio tematico ben progettato può fornire un’esposizione più pura a quelle che vengono chiamate ‘le nuove economie’. Per identificare queste aziende è necessaria un’accurata ricerca a livello macro e uno studio dei driver che muovono i temi di oggi, nonché una analisi bottom-up delle singole aziende.

Quarto step, gli indici tematici che, investendo sulle big del comparto, possono cogliere la natura globalizzata dell’economia moderna, ma più difficilmente sono in grado di andare a cogliere da zero i pionieri delle nuove tendenze.

Quinto punto, gli approcci tematici possono abbracciare settori e aree geografiche. Ma, ancora una volta, le classificazioni tradizionali sono spesso troppo ampie e limitanti: ampie, perché un tema come l’intelligenza artificiale è solo un sottoinsieme di un macrosettore come la tecnologia; limitanti, perché le aziende coinvolte nell’ascesa dell’intelligenza artificiale avrebbero potuto essere assegnate a diversi settori come la tecnologia per via dell’innovazione recepita e applicata.

Da ultimo, i temi di investimento possono essere dinamici e adattivi. Le tassonomie che classificano le categorie più tradizionali del mercato vengono aggiornate di rado, con il rischio che, in un contesto di forte dinamicità, esse non tengano il passo con l’innovazione aziendale.

Cogliere la crescita in portafoglio

“Dal 1999 ad oggi, il GICS è stato aggiornato solo due volte, con l’estrazione del settore immobiliare dal settore finanziario nel 2016, e la creazione del settore dei servizi di comunicazione nel 2018. Prima di quest’ultima mossa, Netflix era stata inserita nel settore del consumo discrezionale insieme a McDonald’s; Facebook sedeva nel settore della tecnologia, accanto a produttori di hardware e software come Apple e Microsoft”.

Per tali motivi, conclude l’esperto di LGIM, riteniamo che le strategie tematiche possano avere i giusti elementi per costruire portafogli capaci di cogliere la crescita.

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