Nuovi spunti rialzisti nel 2020. Ma attenzione ai colpi di coda

Il 2020 si rivelerà come il punto di rottura o le attuali condizioni di mercato favorevoli persisteranno ancora un po’? A domandarselo sono stati gli esperti di Fidelity International, che, oltre alle aree di interesse, hanno posto l’attenzione sui rischi che si profilano all’orizzonte

Un nuovo anno di politiche monetarie espansive è ormai passato: i listini azionari ringraziano il sostegno ricevuto dalle principali banche centrali, mentre gli operatori di mercato si interrogano su quanto ancora si protrarrà questa fase matura del ciclo economico.

Qual è il più grande rischio del 2020?

Uscita del Regno Unito dall’Unione europea, risoluzione della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, elezioni presidenziali 2020 sono solo alcuni dei punti nell’agenda del nuovo anno zero, che dovrà fare i conti col rallentamento della crescita economica mondiale, la variabile inflazione e le questioni legate al concetto di sostenibilità.
“Restiamo convinti che il rischio di coda più significativo del 2020 resterà quello politico, sia a livello interno sia internazionale”. Da un lato, “le principali banche centrali, che nell’ultimo decennio sono intervenute quasi al limite delle loro capacità, sembrano ormai aver esaurito gli strumenti a loro disposizione”; dall’altro, “la risposta dei governi nazionali alle problematiche in materia di crescita, disuguaglianza e crescita demografica” dovrà farsi largo per arginare i possibili squilibri del prossimo decennio.
Parlando del livello medio dei prezzi, “riteniamo che nel 2020 l’inflazione tornerà a farsi sentire, dato l’aumento delle pressioni sui salari in un contesto di bassa disoccupazione e l’effetto dei dazi sui fattori di produzione”. Questo, hanno proseguito gli esperti, “a meno che una loro rimozione inneschi un’impennata della crescita”.

Spunti per investire nel 2020

Il prolungamento delle dinamiche di fine ciclo potrebbe inoltre “riaccendere la propensione al rischio degli investitori, in vista del possibile miglioramento dei dati provenienti dal settore manifatturiero e dell’export”.
A livello europeo, l’istituto centrale di Francoforte tenderà a mantenere un orientamento accomodante. In caso di esito molto positivo dei negoziati commerciali Usa-Cina, “i bund tedeschi potrebbero avvicinarsi allo zero”. In caso di ulteriore escalation della guerra commerciale, “ci aspettiamo che i singoli Paesi inizino a concentrarsi sugli incentivi fiscali, anche se nel breve periodo un piano fiscale a livello di Ue sembra improbabile”.
A livello di crescita cinese, il 2020 potrebbe essere un anno di rallentamento, anche gli incentivi mirati da parte del governo centrale limiteranno tale dinamica. “I mercati emergenti, che risentono in maniera più intensa dell’impatto delle tensioni commerciali, saranno vulnerabili alla solidità del dollaro e ad un orientamento più aggressivo da parte della Fed”.
Gli investitori che puntano sui mercati emergenti, hanno aggiunto gli esperti di Fidelity, dovranno inoltre “restare selettivi e tenersi alla larga dai rischi idiosincratici, in particolare dalle agitazioni populiste”.

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