Investire di meno, ottenere di più: la ricetta cinese sull’AI

Cina, prima regione a beneficiare degli effetti dell’Intelligenza Artificiale (AI), seppur con una spesa in termini di Pil destinata all’innovazione ben inferiore rispetto alle principali economie d’Occidente. Quali prospettive di crescita?

La Cina torna a farsi largo, questa volta come la potenza che più di qualsiasi altra beneficerà degli investimenti in ambito di intelligenza artificiale, compiuti dagli altri.
Se si guarda infatti alla spesa in Software & IT in termini di Pil, la percentuale di risorse impiegate da America del Nord e Giappone hanno sfiorato nel 2018 (ultimi dati disponibili) una quota pari al 3%. La percentuale dell’Europa occidentale si posiziona al 2,5% seguita dall’1% dell’India. E la Cina? Con uno 0,5% di incidenza della spesa in innovazione sul Pil, Pechino è tra le più grosse economie mondiali ad aver speso meno per i benefici di cui oggi gode. Una strategia, quella del Dragone, che parla con i numeri.

Cina e AI, spende meno, frutta di più

Se si valutano gli effetti dell’intelligenza artificiale sul business value per il quinquennio in corso, gli esperti di Fidelity International prevedono che al 2025 l’economia cinese trarrà beneficio dall’introduzione dell’AI con un valore creato in miliardi di dollari attorno ai 1.500. Ben lungi gli Stati Uniti, per i quali l’innovazione legata all’intelligenza artificiale crescerà senza mai superare il livello dei 1000 miliardi di dollari di valore. Segue l’Europa occidentale.
La spiegazione si lega anzitutto alla catena di valore dell’intelligenza artificiale, composta dai seguenti blocchi: banche dati, hardware, algoritmi artificiali, piattaforme cloud, software providers, soluzioni customizzate. Proprio software providers, soluzioni customizzate sono quelle nelle quali la Cina maggiormente eccelle, anche nell’ottica di portare a termine quanto già annunciato a fine 2019 di una “autarchia informatica” entro tre anni, a partire proprio dalla sostituzione di software internazionali con prodotti cinesi.

Innovazione: tre trend di crescita cinese

Da uno sguardo più ampio, secondo gli esperti di Fidelity International, saranno tre i trend che determineranno la crescita cinese: innovazione tecnologica, innovazione degli stili di vita, innovazione applicata all’ambiente. In generale, la Cina presenta oggi il maggior tasso composito annuo di crescita nel settore healthcare (poco sotto il 14%), nonostante la spesa per l’innovazione sanitaria sul Pil della nazione pesi poco più del 5% (al primo posto per livelli di spesa gli Usa, con il 7% degli investimenti per un tasso annuo composito di crescita poco oltre il 4%).
Della prima voce fanno parte AI, mobilità del futuro, automazione e robotica; della seconda, salute, benessere e vecchiaia; infine l’innovazione per la sostenibilità ambientale, con obiettivi ambiziosi che condurranno la Cina verso un’economia a zero emissioni entro il 2060, dieci anni dopo il termine attualmente fissato da Europa e Stati Uniti.

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