V, W, U, L. In quale scenario di ripresa ci troviamo?

“V”, “W”, “U”, “L”. Molto più che semplici lettere, ma indicatori di quella che potrebbe essere la forma assunta dalla futura ripresa economica: rapida ed immediata, caratterizzata da ricadute, moderata tendente al positivo, o infine prolungata e senza una direzione certa?

Sebbene inizialmente l’opinione dei più sembrava propendere per una inversione dei mercati verosimilmente breve con un rimbalzo a forma di V, col tempo è divenuto chiaro che la “nuova normalità” che farà seguito alla crisi da covid-19 necessiterà di più tempo per giungere a regime. Il tutto, con effetti non trascurabili su economia e settori di mercato.

“Nei miei 39 anni di carriera ho attraversato molte fasi ribassiste” ha commentato Joyce Gordon, gestore di portafoglio azionario di Capital Group. “Ognuna è diversa dalle altre, ma ci sono delle evidenti analogie: sembra sempre terribile quando sei nel mezzo, ma ne siamo sempre usciti tutti interi.

La forma della ripresa: V, W, U, L?

Considerato l’andamento delle epidemie, che, come già visto sul mercato cinese, tendono a registrate una seconda ondata dopo l’assorbimento della wave 1, allo stesso modo i mercati e le economie ad essi sottostanti potrebbero seguire un andamento a W, con una ripresa dopo l’iniziale ribasso, seguita però da un secondo calo, che potrebbe essere pari o superiore al primo e che non escluderebbe successive ricadute.

“È molto difficile calcolare i tempi esatti di una ripresa” ha commentato Gordon. “Talvolta il mercato recupera quota molto velocemente. Ciò detto, pur auspicandomi una ripresa a V, non credo sia uno scenario verosimile. Mi aspetto piuttosto una ripresa a U, che richiederà del tempo e sarà fortemente dipendente dal contenimento dei nuovi contagi”.

Dopo la pesante flessione che ha spezzato i mercati nella prima metà di marzo, l’opinione propende quindi per una ripartenza che si farà attendere qualche tempo e che vedrà prima una fase di assestamento.

Sullo sfondo resta comunque l’ipotesi peggiore, quella addi un movimento a L, espressione dell’inefficacia delle politiche sia monetarie che fiscali, nonché di una recessione prolungata, che andrebbe ad intaccare dei fondamentali economici già non più così saldi.

Dare il giusto tempo al portafoglio

La ricetta per non acuire il nervosismo degli investitori? Cercare di non controllare il mercato ogni singolo giorno!

“Periodi come quello che stiamo vivendo possono essere estenuanti” ha aggiunto Gordon, “ma ricordiamo che le quotazioni contano solo in due momenti ben precisi: quando compriamo e quando vendiamo”.

E ancora: “Malgrado i timori dei clienti circa l’apparente immobilità, dietro le quinte stiamo lavorando incessantemente per ottimizzare i portafogli e testare la tenuta delle società in cui investiamo. Ad esempio, alcuni dei nostri analisti del comparto sanitario sono ex medici, e mi sento di affermare che sono tra i migliori nel settore”.

 

Per maggiori informazioni, visita il sito Capital Ideas.

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