Trump vuole TikTok: quando la Cina diventa americana

Donald Trump chiude a TikTok e WeChat, le due celebri app cinesi che spopolano tra i più giovani. Le aziende americane che tra 45 giorni si troveranno ancora a fare business con le due tech del Dragone saranno sottoposto a sanzioni. L’alternativa? Che Microsoft finalizzi l’acquisto del player dei video virali

Donald Trump chiude all’utilizzo di TikTok (ByteDance) e WeChat (Tencent) entro i confini americani. E aggiunge: per proseguire la propria attività TikTok dovrà essere venduta ad un player americano.
Mentre si riaccendono i timori di una imminente guerra tecnologica, le big tech americane non si lasciano sfuggire l’occasione: Microsoft si dice pronta ad acquistare l’app dei video virali in mano a ByteDance (non solo negli Stati Uniti, ma anche in India e in Europa); Mark Zuckerberg, patron di Facebook, lancia invece su Instagram ‘Reels’, l’app che permette la creazione di video di 15 secondi con fondo musicale, da condividere direttamente sulla propria bacheca. Un TikTok a stelle e strisce.

Guerra tecnologia a colpi di social

Si riaccende così la diatriba tecnologica che, dopo un primo affievolimento dato dall’accordo di fase 1 tra Washington e Pechino, torna ora a infiammare gli animi del mercato.
Il lockdown ha portato di certo sviluppi da ambo i lati dell’oceano: se l’invito a stare a casa e la lontananza tra le persone hanno spinto sempre più persone (di fascia di età crescente) a portare sul net le proprie relazioni sociali, gli stimoli monetari e la fiducia nel settore hanno portato i player tech a nuovi record. Negli Stati Uniti, l’indice Nasdaq ha registrato massimi crescenti; in Cina, Huawei ha conquistato il podio come primo rivenditore di smartphone al mondo.

Politiche di stimolo pro infrastrutture tech

“E’ probabile che le politiche di stimolo si spostino sempre più a favore delle infrastrutture tecnologiche invece che a favore della proprietà o dei prestiti alle imprese statali” ha commentato Chris Thomsen, gestore di portafoglio in Capital Group. La tendenza sarà infatti quella di “creare una maggiore autosufficienza in presenza di tensioni commerciali”.

Cina e tecnologia, i nuovi sviluppi

Se il successo di Tencent (WeChat) e Alibaba (AliPay) è ben documentato dai numeri, l’epidemia di coronavirus ha oltremodo messo in luce le capacità di alcune società che potrebbero diventare i nuovi “campioni nazionali” all’interno dei settori della tecnologia e dell’assistenza sanitaria cinesi. “In qualche misura” ha continuato l’esperto di Capital Group, “lo si è iniziato a vedere nei settori del software aziendale e dei semiconduttori”, ma anche in quello del cloud, un business dove la Cina è arrivata ben dopo gli Stati Uniti, ma sul quale si è concentrata in modo straordinario durante il lockdown. “Un player emergente è Kingdee International Software Group”, che ora compete contro la tedesca SAP e l’americana Oracle.
C’è poi un’ultima battaglia da giocare: quella sul 5G. “La Cina vuole rafforzare le sue capacità nel campo dei semiconduttori come parte di un ampio piano per diventare più autosufficiente in aree chiave della tecnologia”, cavalcando la crescita prevista nel mercato con la domanda di applicazioni 5G e cloud computing. Gli Stati Uniti non staranno certo a guardare.

Contrappasso: TikTok e Trump, bloccato dai suoi social

Dopo l’annuncio del presidente americano non si è fatta attendere la replica di ByteDance, che, costretta a vendere TikTok, ha additato le pratiche di Donald Trump come intimidatorie.
Mentre il mondo resta a guardare Stati Uniti e Cina affrontare l’ennesimo conflitto, Facebook e Twitter hanno bloccato i contenuti del presidente americano per disinformazione su tematiche chiave legate al coronavirus. Il contrappasso ai tempi del 5G.

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