Mercati emergenti: è di nuovo tempo di debito

Sebbene il credito emergente presenti di norma maggior rischiosità rispetto al mondo obbligazionario sviluppato, l’ampio accomodamento da parte di governi e banche centrali, assieme con una fase di strutturale debolezza del dollaro, dovrebbe spingere gli investitori a guardare con crescente interesse al comparto

Un 2021 positivo per il debito dei mercati emergenti (ME), che dovrebbe beneficiare delle situazioni monetarie ampiamente accomodanti (e della debolezza del dollaro), in un mercato a tassi a zero e in una rinnovata fase di ripresa. La ricetta per far bene? Secondo gli esperti di Capital Group è anzitutto una: adottare un approccio selettivo.
Sebbene il credito emergente presenti di norma maggior rischiosità rispetto al mondo obbligazionario sviluppato, l’ampio accomodamento da parte di governi e banche centrali, assieme con una fase strutturale di debolezza del dollaro, dovrebbe spingere gli investitori professionisti a guardare con crescente interesse al comparto.

Il ruolo di Pechino: debito estero (appena) al 15%

I mercati finanziari internazionali in generale si sono mostrati disponibili nei confronti dei ME” hanno sottolineato gli esperti di Capital Group. Tuttavia, “poiché molti paesi emergenti hanno seguito le orme di allentamento della politica fiscale e monetaria dei paesi sviluppati, in alcuni paesi vi è il rischio reale di un indebitamento in aumento e insostenibile”.
La ripresa più rapida dallo shock di coronavirus registrata da Pechino e l’impegno alla crescita internazionale del Dragone hanno accresciuto l’interesse verso la Cina che, rispetto alle altre economie, beneficia oggi di un indebitamento estero contenuto (sotto il 15% del Pil) e di un debito pubblico che supera di poco il 60%. Debito estero contenuto anche per l’India, poco sopra il 20% del Pil, con un bilancio pubblico attorno al 90% debito/Pil.

Argentina e Sri Lanka: il problema del debito

Tra i Paesi emergenti vi è una grande divario da mercato a mercato. Nazioni come l’Argentina e lo Sri Lanka, hanno sottolineato da Capital Group “devono far fronte a un elevato indebitamento estero e del settore pubblico”. La questione dell’aumento delle poste in deficit costituisce un’area di interesse fondamentale per tali regioni.
Ciò si accompagna ad alcune dinamiche più localizzate: “le ristrutturazioni del debito in Argentina, Ecuador, Libano, Venezuela e Zambia sono state accompagnate dal declassamento dei rating creditizi in Sudafrica, India, Messico, Brasile e Colombia” condizione che, oltre ad aprire opportunità future, lascia a tali Paesi “un margine piuttosto ridotto per resistere a nuovi shock”.

Bond 2021, perché i mercati emergenti

Il 2021, tuttavia, dovrebbe offrire “un contesto favorevole per il debito emergente”, grazie a valutazioni allettanti in un contesto di nuova crescita per i mercati sviluppati, costanti misure di stimolo fiscale e monetario e un contesto geopolitico dai toni meno aggressivi.
Il Fondo monetario internazionale prevede inoltre che il debito pubblico delle economie emergenti crescerà quest’anno di un valore pari al 9,2% del Pil, attestandosi al 61,4%, mentre quello dei mercati sviluppati crescerà del 20%, arrivando a sfiorare quota 124% del Pil, più del doppio rispetto ai mercati emergenti, sia in termini relativi che assoluti.

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