Investire $10.000 nel 1970: quanto avrebbe reso oggi?

Le ragioni per non investire esistono da sempre. I risultati di lungo termine generati da un portafoglio azionario globale diversificato sono però un ottimo motivo affinché gli investitori guardino oltre l’oggi e si concentrino sull’obiettivo finale

Quanti soldi avrei oggi se avessi investito 10.000 dollari nel 1970 sull’indice Msci Acwi (ex Msci World)? A porsi tale domanda sono stati gli esperti di Capital Group, che hanno effettuato una simulazione su un investimento ipotetico nel paniere globale, giungendo ad una conclusione: il pretesto per non investire lo si può trovare sempre; la motivazione per non investire, dati storici alla mano, non ha invece alcun senso.

Apprezzamento di capitale e peso dei dividendi

Analizzando i numeri dei decenni passati, in poco meno di 50 anni, hanno calcolato gli esperti, un investitore che nel 1970 avesse investito 10.000 dollari sull’indice azionario mondiale (composto da società a media-alta capitalizzazione in 23 mercati sviluppati e 24 economie emergenti) si sarebbe ritrovato a fine 2018 con un capitale di 185.905 dollari, un apprezzamento pari al 6,1% annuo circa. L’ammontare complessivo sarebbe salito se valutato includendo anche il conteggio dei dividendi netti reinvestiti, che avrebbe portato il totale a 770.064 dollari, in apprezzamento del 9,3% annuo.

Linea del tempo: gli eventi più importanti sui mercati

Se si guarda agli avvenimenti susseguitisi nell’arco degli ultimi cinquant’anni, l’investitore azionario medio avrebbe potuto trovare più di una valida ragione per fare un passo indietro, abbandonando il proprio posizionamento di lungo termine.

Nel solo primo lustro degli anni ’70, si sono infatti susseguiti eventi quali Watergate, crisi petrolifera, dimissioni del presidente americano, Richard Nixon, e salita al potere del dittatore cambogiano, Pol Pot.

Proseguendo sulla linea del tempo, il 1980 ha visto l’avvio della guerra tra Iran ed Iraq, seguita dalla guerra delle Falkland, dalla perestroika di Gorbachev, concludendo col disastro di Chernobyl ed il lunedì nero del mercato azionario: era il 19 ottobre 1987.

A cavallo degli anni ’90, caduta del muro di Berlino e guerra del Golfo segnarono l’inizio del nuovo decennio, che si scontrerà con la recessione globale, il ritorno di Hong Kong alla Cina, la crisi finanziaria russa ed, infine, l’introduzione della moneta unica in Europa: l’euro.

Bolla del dot.com, atti terroristici ed attacco alle torri Gemelle inaugurano un nuovo millennio dai toni grevi, ove anche la natura inizierà a far sentire sempre più la propria potenza: nel 2004, uno tsunami di portata inusitata devasta il sud-est asiatico.

Quindi, i giorni nostri: crisi dei mutui sub-prime statunitensi, stretta creditizia, recessione globale, politiche accomodanti non convenzionali, primavera araba, salita di Xi Jinping a primo ministro cinese, per finire con il voto sulla Brexit e la vittoria a sorpresa del repubblicano Donald Trump.

Investire sul lungo periodo: quanto pesa l’oggi

“Da sempre esistono ragioni per non investire” hanno argomentato gli esperti di Capital Group, “ma i risultati di lungo termine generati investendo in un portafoglio azionario globale diversificato sono un ottimo motivo affinché gli investitori guardino oltre le notizie”.

 

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