Dove sono finite le elezioni americane?

Covid-19 cambia il calendario economico e, nell’anno delle elezioni americane, antepone il tema della salute alla politica. Almeno in parte

La crisi da Covid-19 ha cambiato la scaletta del 2020: con la pandemia da coronavirus che ha piegato il mondo spingendo intere economie in lockdown, le elezioni americane di novembre sono passate in secondo piano.

La storia sulle elezioni americane

“La storia insegna che le elezioni presidenziali non hanno mai inciso in maniera significativa sui rendimenti d’investimento a lungo termine” hanno commentato gli esperti di Capital Group. “Al contrario, il mercato azionario statunitense si è rafforzato in concomitanza di ogni elezione dal 1933, segnando nel tempo nuovi record, a prescindere che la Casa Bianca toccasse a un repubblicano o a un democratico”.
Di certo, il presidente americano non si è risparmiato dal commentare gli avvenimenti degli ultimi mesi, a partire da dati macroeconomici e listini azionari. Dopo il crollo di Wall Street di metà marzo e un aumento del tasso di disoccupazione americano salito al 13,3% (mai così alto dal Dopoguerra), il Tycoon ha brindato al recupero dei mercati, con l’indice Nasdaq che ha raggiunto i massimi di sempre. Parallelamente, dati sul mercato del lavoro meno negativi rispetto alle attese (disoccupazione prevista al 20% circa) hanno rinfrancato gli animi.
In materia di investimenti ciò che conta davvero, hanno sottolineato gli esperti di Capital Group, non sono le fluttuazioni di breve, ma “la capacità di rimanere investiti. Raramente abbandonare il mercato durante una stagione elettorale si è rivelata una decisione saggia. A fare la differenza è il tempo, non la tempistica”.

L’ostacolo di Trump: #blacklivesmetter

Ad ostacolare la corsa dell’attuale Presidente americano, più che l’emergenza coronavirus, è però un avvenimento separato dalla pandemia: la nascita del movimento anti razziale #blacklivesmatter, scatenatosi dopo l’omicidio di George Floyd a Minneapolis lo scorso 25 maggio, soffocato durante un fermo della polizia locale.
“Per loro stessa natura, le elezioni hanno vincitori e vinti, ma in passato i veri vincitori sono stati gli investitori che non hanno ceduto alla tentazione di indovinare le tempistiche del mercato e hanno invece mantenuto le proprie posizioni sul lungo raggio” hanno concluso da Capital Group.

Trump l’elefante o il democratico asinello?

Donald Trump, oltre al successo dei listini, porta con sé alle elezioni la nomea di “the Dealman”, l’uomo degli accordi, colui che è riuscito ad ostacolare la corsa cinese al primato economico mondiale e che ancora progetta di utilizzare l’arma di dazi e sanzioni contro coloro che in qualche modo ostacoleranno la crescita a stelle e strisce. Vincerà l’elefante repubblicano o l’asinello democratico? La questione resta aperta e, assieme ad essa, molte altre.

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