La ricetta del rally azionario in Cina: +17% da marzo

La ripresa della Cina passa attraverso la sanità (meno di mille al giorno i casi riportati in totale in Estremo Oriente) e l’economia (+17% da marzo l’indice CSI 300). Ma quali sono le ragioni della stabilità del paese? E cosa spinge il suo rally azionario?

“Nel mondo post-pandemia, sarà probabile che gli investitori necessitino di un’allocazione indipendente sulla Cina piuttosto che detenere azioni cinesi tramite fondi collocati sui mercati emergenti”: così David Choa, Head of Greater China Equities in BNP Paribas Asset Management. I numeri lo dimostrano: da marzo a settembre 2020 l’indice CSI 300 (che replica la performance dei top 300 titoli scambiati sulle piazze di Shanghai e Shenzhen) è cresciuto del 17%. L’S&P 500, “solo” del 9%. Ma cosa spinge il rally azionario in Cina?

La ripresa della Cina e l’economia

“In passato, i mercati cinesi erano soggetti a un susseguirsi di boom e crolli. Ma dopo la crescita di quest’anno le cose potrebbero andare diversamente”, continua Choa. A supportare queste previsioni vi sono diversi fattori tecnici che mostrano come l’evoluzione dell’economia cinese vada verso una sempre maggiore forza e stabilità.
In primis, la Cina è stato il primo paese ad affrontare la pandemia da Covid-19 e fino ad ora sembra essere stata capace di gestirla “con migliore controllo” rispetto ad altre economie sviluppate. Nel terzo trimestre, infatti, il Pil cinese è cresciuto del 4,9% su base annua, con l’industria a trainare la ripresa: “è probabile che la Cina sarà l’unica tra le maggiori economie del mondo a registrare una crescita positiva nel 2020”, afferma Choa.

La ripresa della Cina e il contagio

La ripresa cinese non teme una seconda ondata che, ad ora, sembra potrà non arrivare. Ad oggi infatti i dati rilasciati dal governo cinese non indicano una ripresa dei contagi (stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, Cina, Giappone, Corea del Sud, Singapore e Hong Kong hanno registrato meno di 1,000 casi al giorno in totale da settembre). Tuttavia, anche se i numeri dovessero superare i contagi di questo inizio anno, gli esperti si dimostrano fiduciosi nelle capacità di gestione della Cina: “il paese avrebbe ancora una notevole potenza fiscale e monetaria per mantenere la stabilità, poiché il governo ha mostrato moderazione in tali misure negli ultimi mesi”, conferma Choa.

Stabilità a tutto tondo

La stabilità della Cina si spiega ulteriormente se si prende in considerazione la forza del renminbi, che riflette il flusso di denaro proveniente dall’estero. Anche i titoli di stato offrono rendimenti non paragonabili a quelli delle altre economie mondiali: se i titoli di stato a 10 anni cinesi rendono il 3%, secondo Bloomberg quelli US si fermano a un modico 0,8%; stesso rendimento per quelli italiani, mentre quelli UK scivolano allo 0,3%.

Bilanciamento (e controllo sui bilanci)

Altro fattore fondamentale per spiegare il rally dei mercati cinesi è il fatto che l’economia del paese è oggi meglio bilanciata rispetto al passato. “Le costanti riforme strutturali stanno aiutando lo spostamento di consumi e investimenti all’interno, piuttosto che verso l’esterno, della Cina. A supportare maggiormente è la forte crescita nell’innovazione tecnologica e sanitaria”, sottolinea Choa. “Da non dimenticare, poi, che le autorità cinesi hanno oggi un migliore controllo sui bilanci delle aziende e la riduzione del rischio nel sistema finanziario rimane una priorità”.

Tre aree chiave per l’azionario in Cina

Secondo BNPP AM sono principalmente tre le aree chiave per la crescita dei mercati cinesi.
Il primo è l’innovazione: “la Cina sta dedicando numerose risorse alla promozione dello sviluppo tecnologico, non solo per non essere più dipendenti dagli Usa ma soprattutto perché molti settori tradizionali hanno bisogno di aumentare la produttività”, spiega Choa. Tech e sanità saranno in prima linea quindi, ma vi saranno notevoli benefici anche per quelle industrie che, grazie a una trasformazione digitale, riusciranno ad ampliare le vendite e i ricavi.
Il secondo sono i consumi. “Ai consumatori cinesi non basta più possedere prodotti occidentali, ora cercano uno stile di vita migliore. I mercati che beneficeranno maggiormente saranno l’education, la sanità e il benessere, l’intrattenimento e il food”. Sempre più brand locali, infatti, stanno conquistando l’interesse dei consumatori locali.
Ultimo ma non ultimo, il consolidamento di quanto già esiste. Dopo una decade di rapida espansione, la crescita della Cina sembra rallentare: le imprese dovranno prenderne atto, pensando alla loro produttività, ai costi e alla R&D. “Chi avrà una mentalità rivolta al futuro sarà in grado di distinguersi dai competitor e rafforzarsi ulteriormente; questo avverrà non solo nei ‘vecchi’ settori industriali ma anche nella new economy”, conclude Choa.

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