Thozet (Carmignac): ecco il portafoglio a prova di tassi e inflazione

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Potrebbe essere molto difficile replicare la performance dei mercati del primo semestre anche nella seconda parte dell’anno. Secondo gli esperti di Carmignac, le prospettive future non sono così lineari: insieme a Kevin Thozet, membro del comitato di investimento di Carmignac, cerchiamo di individuare i trend e i settori da privilegiare nella seconda metà del 2024.

I segnali di rallentamento, un alto livello dei tassi di interesse reali e l’ipotesi “Put” della Fed ancora sul tavolo – nel caso di un brusco rallentamento dell’economia – porteranno gli investitori a essere sempre più esposti ai tassi di interesse nella seconda parte del 2024. Insieme a Kevin Thozet, membro del comitato di investimento di Carmignac, analizziamo quali possono essere le strategie migliori da inserire in portafoglio in questo “nuovo mondo” e in un contesto di investimento in continua evoluzione.

REINTRODURRE LA DIVERSIFICAZIONE IN PORTAFOGLIO

“Oggi si assiste a una crescente preferenza per i titoli governativi con scadenza a due anni. Questa scelta – ha spiegato Thozet – è influenzata dalle aspettative di tassi a lungo termine che potrebbero sottoperformare a causa dell’aumento del debito pubblico e di un trend disinflazionistico ottimistico.

Uno scenario che si va via via dipingendo mentre le politiche monetarie di Bce, Fed e delle altre banche centrali stanno virando verso ‘tagli a titolo prudenziale’ e una riduzione dei loro bilanci”.

Spostando l’attenzione sui mercati del credito, i premi non si discostano molto dai livelli minimi storici. “In passato la combinazione di rendimenti obbligazionari bassi e spread creditizi ridotti ha penalizzato questa asset class. Tuttavia, nell’attuale contesto caratterizzato da rendimenti più elevati, gli spread del credito rappresentano un incentivo per i rendimenti degli investitori. In più, possono diventare degli ammortizzatori della volatilità”.

La diversificazione in portafoglio rimane un aspetto imprescindibile per investire nella seconda parte dell’anno. Tradizionalmente, la correlazione negativa tra i prezzi delle azioni e quelli delle obbligazioni ha giocato un ruolo cruciale in questo senso.

Per decenni, infatti, la teoria della ’frontiera efficiente‘ di Markowitz, ha guidato le scelte degli investitori. Questa teoria definisce il rapporto tra rischio e rendimento, individuando un insieme di portafogli detti “dominanti” che a parità di rendimento sono i più rischiosi, mentre a parità di rischio sono i più redditizi. E che, soprattutto, traggono vantaggi dalla diversificazione.

“Oggi ci troviamo in un mondo nuovo – dichiara Thozet – in cui la correlazione tra azioni e obbligazioni è passata da negativa a positiva e in cui l’inflazione è guidata dall’offerta, non dalla domanda (e potrebbe persistere). Un mondo in cui la teoria di Markowitz si capovolge e, come conseguenza, annulla i benefici della diversificazione”.

Per reintrodurla in portafoglio è necessario includere delle coperture contro l’inflazione. Per esempio l’oro e altre materie prime, insieme a titoli azionari con valutazioni più basse.

“Queste coperture, tuttavia, – aggiunge Thozet – sono volatili e devono essere bilanciate con titoli azionari di qualità a basso rischio, come le mega capitalizzazioni tecnologiche e farmaceutiche, che traggono beneficio da una crescita degli utili elevata e da una posizione oligopolistica”.

LA STRATEGIA “BARBEL” PER INVESTIRE NEL SECONDO SEMESTRE

Ecco perché per (ri)costruire un portafoglio diversificato e allo stesso tempo ottenere una protezione efficace dal rischio di ritorno della correlazione, un approccio “barbel” può essere la scelta giusta. Si tratta di una strategia applicabile a diversi temi di investimento più promettenti. “Tra questi – spiega Thozet – c’è sicuramente l’intelligenza artificiale. In Europa, le prospettive di ripresa ciclica non ancora inflazionistica stanno favorendo le aziende leader del settore sanitario e dei beni di largo consumo. Oltre ai settori con valutazioni interessanti e maggiormente esposti al ciclo economico”.

Guardando ai mercati emergenti, un Paese che sta dimostrando un forte potenziale di crescita economica è l’India. Soprattutto grazie agli investimenti aziendali e alla strategia “China Plus One”. In Cina, invece, le oltre 5.000 società quotate offrono una numerose opportunità nell’ambito dei titoli azionari “value”.

“In ottica futura e in un secondo semestre dell’anno che sarà probabilmente caratterizzato dall’inflazione e da nuove correzioni di mercato – conclude Thozet – gli investitori dovrebbero rivedere le proprie strategie di investimento per diversificare, proteggere e ottimizzare i propri portafogli nel modo più efficace”.

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