Pianificazione Patrimoniale, polizze Ramo I e Ramo III a confronto

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In un contesto di tassi di interesse incerti, valutare attentamente le opzioni di investimento senza lasciarsi sedurre dalla promessa di facili rendimenti è fondamentale, così come lo è scegliere strumenti resilienti ma flessibili. Con gli esperti di Utmost Group vediamo perchè le polizze vita di Ramo III possono rappresentare una scelta ottimale in tal senso

Il contesto di tassi di interesse in costante crescita che ha caratterizzato il panorama finanziario degli ultimi anni ha riacceso l’interesse di investitori e risparmiatori nei confronti di strumenti di investimento tradizionali come i titoli di stato e le polizze vita di ramo I, attirando l’attenzione di molti investitori in cerca di stabilità e reddito sicuro. Nel Belpaese, ad esempio, tra il 2022 e il 2023 il governo ha emesso Buoni del Tesoro Pluriennali (BTP) per un valore di circa 410 miliardi di euro.

Tuttavia, dietro questa apparente opportunità si celano rischi potenziali che potrebbero trasformare queste scelte in una trappola finanziaria. In un mercato caratterizzato da tassi di interesse elevati e volatili, è cruciale analizzare attentamente le implicazioni di tali investimenti per evitare perdite e garantire una pianificazione patrimoniale sostenibile nel lungo periodo. Vediamo perché insieme agli esperti di Utmost Group.     

Ramo I e rendimento garantito: non è tutto oro ciò che luccica

Nonostante l’attrattiva immediata, i titoli di stato e le polizze di ramo I possono rappresentare un’arma a doppio taglio in un contesto di tassi di interesse elevati e persistenti. Infatti, se i tassi continuano a salire, il valore di mercato dei titoli di stato esistenti, emessi a tassi più bassi, potrebbe diminuire, causando potenziali perdite di capitale per gli investitori.

Le polizze di ramo I – spiegano gli esperti della compagnia irlandese – essendo fortemente legate ai titoli di stato, rischiano a loro volta di vedere una riduzione dei loro rendimenti netti in un ambiente di tassi fluttuanti A ciò si aggiunge l’esposizione delle polizze di ramo I al rischio di inflazione: soprattutto per quelle che offrono un rendimento garantito, l’aumento del livello dei prezzi minaccia di erodere il potere d’acquisto del capitale assicurato. E questo è proprio quello che è successo nel 2022, anno in cui le polizze di Ramo I hanno registrato una vera e propria battuta di arresto. Le loro gestioni separate, infatti, presentavano una curva dei rendimenti più lenta a salire rispetto ai rendimenti obbligazionari che gli investitori potevano trovare sul mercato con la conseguenza che gli investitori preferivano riscattare le polizze di Ramo I  e cercare altre alternative di rendimento“.

Volatilità dei tassi e gestioni separate

Ma non è tutto: così come i loro clienti, così anche le compagnie d’assicurazione italiane prediligono da sempre i bond governativi: tuttavia, in un contesto di volatilità dei mercati e di incertezza sui tassi di interesse come quello che stiamo attraversando, ciò potrebbe portare con sé alcune insidie.

“Nel caso di fluttuazioni prolungate dei tassi di interesse le perdite non realizzate e l’aumento dei costi legati alla corresponsione di un rendimento minimo garantito ove prospettato, renderebbe difficile per le compagnie assicurative mantenere i ritorni prospettati, compromettendone la stabilità finanziaria e mettendo a rischio gli obiettivi di pianificazione patrimoniale di lungo periodo dei sottoscrittori. Tali elementi potrebbero far venir meno lo scopo di essere ‘cassaforte di valore’ che contraddistingue lo strumento della polizze vita”.

Ramo III: il valore di un (vero) investimento di lungo periodo

Ecco perché coloro che nel lungo periodo ricercano sia un’efficace tutela che una crescita del capitale, possono trovare nelle polizze di ramo III , il giusto strumento.

“A differenza delle polizze di ramo I – spiegano gli esperti di Utmost – le polizze vita unit-linked offrono una maggiore flessibilità e diversificazione grazie alla possibilità di investire in una vasta gamma di asset. Questi prodotti, infatti, non sono strettamente legati alle dinamiche dei tassi di interesse e al contrario possono essere costruite anche per de-correlare l’investimento rispetto all’andamento dei mercati, ricorrendo a un mix di investimenti che può includere liquidità, obbligazioni, azioni, e perfino strumenti alternativi”. La loro struttura permette di sfruttare le opportunità di mercato in diversi settori e aree geografiche, riducendo il rischio associato alla concentrazione degli investimenti. Questo approccio consente di ottenere una gestione più dinamica del portafoglio, adattandosi meglio agli obiettivi di tutela del patrimonio e diversificazione degli investimenti nel lungo periodo.

“Ecco perché le polizze vita unit linked rappresentano la scelta favorita per coloro che perseguono innanzitutto un obiettivo di pianificazione patrimoniale e successoria e, parallelamente di tutela e crescita del capitale”.

In conclusione

Gli investitori devono valutare attentamente le loro esigenze e i propri obiettivi finanziari per scegliere la soluzione più adatta: mentre i titoli di stato e le polizze di ramo I possono sembrare attraenti in un contesto di tassi di interesse elevati, è fondamentale considerare le potenziali insidie di una loro esposizione prolungata.

“Le polizze vita di ramo III, grazie alla loro flessibilità e capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato, rappresentano una soluzione robusta per la protezione e la crescita del patrimonio nel lungo termine, rispondendo in maniera più efficace agli obiettivi di diversificazione e pianificazione patrimoniale, soprattutto nel lungo periodo”.

La pianificazione patrimoniale merita attenzione. Le polizze di Ramo III possono offrire una soluzione flessibile e resilienti per la crescita e la tutela del capitale del capitale. Scopri come proteggere il tuo patrimonio

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