Il mercato toro continuerà? Ecco da dove arriverà la spinta

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Negli Stati Uniti, la produttività del lavoro ha raggiunto livelli ben superiori rispetto alla media degli ultimi dieci anni, spinta dall’innovazione che coinvolge sempre più settori dell’economia. Ecco i comparti che meglio beneficeranno di questo trend

Con l’S&P 500 che inanella record giorno dopo giorno, i mercati finanziari hanno ormai ritrovato la forza scalpitante del toro. L’indice che racchiude le principali aziende statunitense per capitalizzazione di mercato, infatti, ha chiuso giugno 2024 conquistando la chiusura media reale più alta di sempre, sorpassando il precedente picco raggiunto nel novembre del 2021.

A spingere tale performance secondo gli esperti di Janus Henderson Investors potrebbe essere un indicatore anch’esso in crescita nell’ultimo anno, ovvero la produttività del lavoro statunitense, che negli ultimi quattro trimestri ha oscillato sul territorio medio del 2,3% di crescita, molto al di sopra dell’1,5% medio degli ultimi 10 anni, e sulla strada verso il 2,9% medio raggiunto nel corso dell’ultima ondata di produttività nel paese alla fine degli anni Novanta.

“Un rimbalzo che da solo è responsabile del 77% dell’aumento del Prodotto interno lordo reale sin dal secondo trimestre del 2023” precisa Jeremiah Buckley, Cfa, Portfolio manager della società “che sottolinea come le aziende Usa vedano oggi maggior efficienza anche in un contesto di piena occupazione”. Ma quali sono le ragioni dietro l’aumento della produttività? E come misurarla? Quali settori beneficeranno maggiormente di questa dinamica? Ecco come posizionare al meglio i portafogli.

Come si misura la produttività e perché è importante

Negli Stati Uniti d’America, la produttività è misurata dal lavoro generato in un’ora da un impiegato del settore non agricolo. Si tratta di un indicatore che sottende alla crescita dell’economia stessa, in quanto se i lavoratori riescono a produrre di più nella stessa quantità di ore, le imprese possono aumentare la loro paga senza alzare il prezzo della merce, spingendo una crescita dei salari reali e aumentando gli standard di vita.

Crediamo che questo trend sia destinato a continuare in futuro” spiega Buckley “grazie all’innovazione e ai benefici dell’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) in diversi settori. Questo potente motore di crescita economica potrebbe quindi alimentare un mercato toro riducendo le pressioni inflazionistiche, consentendo al contempo la crescita sostenibile dei salari e la spesa dei consumatori”.

Quali sono i fattori che spingono al rialzo la produttività?

Nel contesto attuale, la recente crescita della produttività può essere attribuita a due fattori in particolare, precisa Buckley. “In primo luogo, le inefficienze e le carenze di manodopera dell’era della pandemia si sono normalizzate, in particolare nei settori della vendita al dettaglio, della ristorazione e dei servizi. Inoltre, le aziende che con la ripresa dell’attività avevano personale in eccesso hanno ridimensionato la propria forza lavoro. Molte imprese, tra cui un importante rivenditore online e fornitore di piattaforme cloud, stanno attribuendo parte dei loro guadagni di produttività al ripristino di livelli di personale adeguati” aggiunge l’esperto.

“In secondo luogo, la massiccia spesa in tecnologia e digitale durante la pandemia sta ora dando i suoi frutti in tutti i settori. I fattori trainanti della produttività sono particolarmente evidenti tra le aziende operanti nel tech e nell’Internet, che hanno effettuato investimenti significativi in ​​strumenti digitali e funzionalità Software-as-a-Service (SaaS) e hanno poi semplificato le operazioni riducendo il personale, così che ora stanno raccogliendo i benefici generati riducendo i costi di vendita, marketing e ricerca mantenendo o aumentando i ricavi”.

Produttività in aumento, come individuare le aziende…

Ma quali saranno i settori meglio posizionati per essere favoriti qualora l’aumento della produttività si rivelasse duraturo? In primis, occorre saper riconoscere le aziende che beneficiano dell’aumento della produttività dei propri lavoratori a prescindere dal comparto. “Un compito sfidante, dato che le società sono molto caute nel rivelare l’impatto della tecnologia sul loro capitale umano” chiosa Buckley. “Tuttavia, esaminando indicatori come il margine operativo, la redditività per impiegato, la spesa in ricerca e sviluppo e gli investimenti in tecnologia è possibile comprendere l’efficienza di un’azienda e i suoi futuri guadagni in termini di produttività. Le società che investono molto in queste aree, specie se con potenziali di scalabilità e stabilità finanziaria, dimostrano in genere un impegno verso l’innovazione e la produttività”.

… e i settori meglio posizionati

Come posizionare al meglio i portafogli, quindi? Secondo l’esperto di Janus Henderson Investors saranno in particolare due i comparti interessanti. “Il primo raggruppa le società che forniscono le infrastrutture abilitanti le tecnologie stesse, ovvero quelle attive nell’ambito dei semiconduttori, dei software e dell’intelligenza artificiale, oltre che nell’automazione. Queste dovrebbero infatti essere le prime beneficiarie man mano che l’adozione di queste soluzioni aumenterà. Quanto alle società che le sfrutteranno, le meglio posizionate appaiono essere quelle più scalabili e in possesso delle risorse per investire in ricerca, testing e implementazione. Infatti, un bilancio solido è un prerequisito fondamentale per affrontare gli investimenti richiesti per sfruttare l’onda della produttività senza correre il rischio di perdere quote di mercato col tempo. Infine, pensiamo che sia importante identificare le aziende che stanno aprendo la strada già ora, ovvero quelle che spingono sulla produttività operativa e che stanno sviluppando soluzioni che porteranno ad aumenti di produttività nei prossimi decenni”.

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