Azioni: 5 motivi per cui la scalata potrebbe essere solo all’inizio

Il mercato azionario, soprattutto quello statunitense, è partito in quarta quest’anno, per questo molti pensano che non potrà salire più di così. Ma secondo Capital Group si può essere ancora ottimisti

La febbre per le mega cap statunitensi è ancora destinata a salire o è arrivato il momento di interrogarsi sulla sostenibilità della fase rialzista del mercato azionario? Questa domanda è passata per la testa di molti investitori nell’ultimo periodo. Da un lato, infatti, il rallentamento dell’inflazione e il calo dei tassi potrebbe costruire un contesto estremamente favorevole, ma non si può escludere una nuova ondata di volatilità guidata dalle elezioni, dagli eventi geopolitici e dagli utili.

Le Magnifiche 7 hanno ormai perso parte del proprio fascino: mentre Nvidia continua a superare le altre società seguendo l’onda di entusiasmo per l’intelligenza artificiale, le azioni di Apple, Alphabet e, soprattutto, Tesla, sono in calo da inizio anno.

Per capire se si tratta ancora di un momento caldo per il mercato azionario, Marc Nabi, Equity Investment Director di Capital Group, ha analizzato cinque diversi aspetti.

1. Il via alla earning season: occhio agli utili

La prima stagione degli utili del 2024 è stata un successo per tutto il mondo, trascinata, anche in questo caso, dalla super performance di Nvidia. Sarà così anche questa volta?
Per ora sempre che il comparto IT continui a fare da apri fila, basti pensare che secondo i dati raccolti da FactSet, il tasso misto di crescita degli utili delle aziende di questo settore presenti nell’indice S&P 500 sarebbe salito del 22,7% su base annua.

    Focalizzarsi solo su Nvidia potrebbe essere fuorviante, “le valutazioni delle società IT sono elevate ma non eccessive, a nostro avviso non è opportuno trascurare queste società in quanto continueranno ad avere un impatto sui mercati e sulle economie. Molte di queste imprese stanno crescendo in maniera disciplinata e hanno raggiunto una leva operativa che storicamente non hanno mai avuto”, sottolinea l’esperto.

    2. Azioni USA più forti che mai, ma le valutazioni non sono eccessive

    Non ci sono dubbi, a prima occhiata le valutazioni di alcuni settori dell’indice S&P 500 sembrano molto costose, ma un occhio più attento si renderà presto conto che nella maggior parte di questi comparti vi è ancora un bel margine di crescita. Insomma, valutazioni alte, ma non ancora eccessive viste le prospettive future.

      Se a questo si aggiunge anche il fatto che l’economia statunitense sembri in buona salute, con la probabilità di soft landing che ha ampiamente superato quella di recessione, sembra che le azioni USA non dovrebbero avere molti problemi.

      3. Non solo Stati Uniti: dall’Europa all’Asia opportunità interessanti

      Non sono solo le azioni statunitensi a trovarsi in una posizione interessante, la maggior parte dei settori dell’indice ACWI stanno beneficiando di ottimi prezzi. Sono molte le società europee e asiatiche che si stanno guadagnano uno spicchio di mercato nei settori più in voga del momento, dai semiconduttori all’aerospaziale, passando anche per farmaceutico e beni di lusso.
      Il Giappone, senza dubbio, sta attirando sempre più investitori stranieri, offrendo il mercato azionario che ha realizzato I rendimenti migliori da inizio anno. Ma anche India e Messico tengono il passo, beneficiando della ricostruzione delle filiere globali.

      4. Magnifici 7, ma anche oltre

      In una prospettiva di lungo termine, le Magnifiche 7 sembrano meno magnifiche. In tale prospettiva, vale la pena allungare lo sguardo anche ad altre aziende e le opportunità non mancano. Sono molte infatti le imprese che compongono l’S&P 500 che hanno registrato rendimenti interessanti nei settori dell’energia, della sanità e dei prodotti industriali.

        Insomma, Nabi suggerisce che “con la ripresa della crescita degli utili nei settori non tecnologici, un insieme più diversificato di società potrebbe attirare l’attenzione degli investitori. Per ridurre il rischio di concentrazione del portafoglio, un programma di asset allocation potrebbe preferire una maggiore diversificazione mediante una riduzione dell’esposizione complessiva alle società tecnologiche e alle azioni statunitensi”.

        5. Liquidità alle stelle

        Le società dell’indice S&P 500, detengono oggi una liquidità che non si vedeva da oltre dieci anni, favorendo i buyback azionari, operazioni di M&A e distribuzione di dividendi. Negli ultimi mesi le operazioni straordinarie fra i colossi petroliferi e farmaceutici sono cresciute rapidamente e sono aumentate le società che hanno pagato i dividendi. Tra queste spiccano, per la prima volta in assoluto, Meta e Salesforce.
        Inoltre, le spese in conto capitale sono destinate a crescere per soddisfare le nuove esigenze delle società tecnologiche con investimenti ingenti in data center e intelligenza artificiale.

          Insomma, “nonostante di recente i vari indici del mercato azionario abbiano raggiunto livelli storicamente elevati, riteniamo che i fondamentali e il contesto macroeconomico siano ancora solidi per le azioni, anche se non sono da escludere temporanee fasi di volatilità”, conclude Nabi.

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