Germania: la locomotiva industriale d’Europa rallenta, cosa fare?

Il commercio si sta trasformando rapidamente. Nuove tecnologie e basso costo del lavoro sembrano gli ingredienti fondamentali e, così, la Germania sta perdendo il suo spazio. A che punto si trova la prima economia europea? Riuscirà a riguadagnarsi una posizione nell’olimpo delle esportazioni?

L’Europa deve rimanere una forza industriale. Questo l’obiettivo condiviso nelle parole dei ministri dell’Economia e dell’Industria di Germania, Francia e Italia. Ma come farlo?
Berlino è sempre stata la locomotiva d’Europa, eppure la forza industriale si trova in un momento di stallo, sopraffatta da profondi cambiamenti delle catene di approvvigionamento globale e un rallentamento dell’economia. L’industria manifatturiera tedesca sarà in grado di adattarsi ad un nuovo paradigma economico o verrà ricordata solo nei libri di storia?

Il mondo cambia e le industrie non possono fermarsi

Mentre il mondo si digitalizza rapidamente e l’industria automobilistica abbraccia sempre di più la transizione elettrica, la Germania sembra aver perso il suo passo spedito, lasciandosi superare da Paesi come la Cina che hanno passato gli ultimi anni a sviluppare tecnologie sempre nuove.
Ma non solo nuove tecnologie, “su base comparativa – spiega Robert Lind, economist di Capital Group – il costo del lavoro in Germania è superiore a quello di altre regioni manifatturiere. E ad aggravare ulteriormente le sue difficoltà c’è la stagnazione della produttività del lavoro, dovuta all’invecchiamento della popolazione”.

Il rallentamento del settore industriale, con la produzione di beni di consumo durevoli che ha registrato un calo del 5% nel quarto trimestre del 2023 e dell’11% su base annua, ha avuto un effetto diretto sulla crescita. Basti pensare che la Germania è stato l’unico membro del G7 a registrare una crescita negativa nel 2023. é forse iniziata una nuova epoca di stagnazione?

Insomma, negli ultimi mesi si guarda alla Germania quasi solo con preoccupazione, anche perché è sempre stato considerato come uno dei Paesi più forti dell’eurozona. Ma questo non significa che non ci siano segnali positivi.

Germania: l’industria rallenta, ma non si ferma

Nonostante i chiari problemi che la Germania sta affrontando, i dati mensili potrebbero sovrastimare la debolezza dell’attività manifatturiera. Guardando infatti ai dati raccolti dall’Istituto di ricerca economica di Monaco di Baviera, sembra che il settore manifatturiero sia stato meno colpito rispetto ad altri, nonostante la flessione sia stata forte.
Se invece di focalizzarsi sul breve termine, si prova a guardare anche agli anni passati, la situazione sembra di colpo ben più luminosa. Infatti, nonostante un chiaro rallentamento, il settore manifatturiero tedesco si trova in una posizione migliore rispetto al 2008, ma anche rispetto al 2020.

L’industria sta ripartendo, vi sono segnali positivi sulle scorte che sono ora tornate a livelli buoni. Basti pensare che qualsiasi aumento degli ordini potrebbe tradursi velocemente in un aumento della produzione nei prossimi mesi.

Vi è però ancora un grande ostacolo all’inversione di tendenza dell’economia, ovvero la Cina. Nonostante le aziende tedesche stanno riducendo la loro dipendenza da Pechino, le importazioni cinesi sono ancora fondamentali per la produzione. La Germania continua a essere fortemente dipendente dal commercio globale, basti pensare che il rapporto tra commercio e Pil è superiore all’80%.

Adattarsi e innovarsi per sopravvivere

Se il filo che unisce Germania e Cina sarà difficile da rompere, il Paese sembra aver evitato lo shock energetico che ha colpito l’Europa dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Si è trattato, in realtà, di una sorpresa, perché la Germania ha sempre importato più della metà del gas naturale dalla Russia. Eppure Berlino si è mossa in velocità, creando nuovi patti con la Norvegia e i Paesi Bassi. Ma non solo, ha anche iniziando a sviluppare una propria infrastruttura per il gas naturale liquefatto. Il passaggio verso l’energia pulita non è stato immediato e ha incontrato anche parecchi ostacoli. Eppure, ad oggi la Germania è la nazione leader del G7 per quanto riguarda le tecnologie a basse emissioni di carbonio.

Nel frattempo, il governo si è anche impegnato per entrare a far parte delle nuove catene di approvvigionamento. L’obiettivo è guadagnare terreno negli scambi commerciali con l’eurozona, ma anche con gli Stati Uniti.

Il contributo economico della Germania per l’Unione Europea continua ad essere fondamentale, anche se le preoccupazioni legate all’indebolimento della crescita iniziano a farsi sentire. Innovazione tecnologica, commercio e solida presenza geopolitica sono le tre aree chiave per la prosperità dei singoli stati, ma anche dell’Unione Europea nel suo completo. La Germania sarà in grado di riconquistare il suo dominio industriale?

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