Generazione X e pianificazione finanziaria: strategie per un futuro sereno

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In Italia si vive più a lungo grazie a fattori socio-economici e sanitari favorevoli. Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite stanno creando squilibri previdenziali. Ecco perché pianificare finanziariamente il proprio futuro è essenziale, specialmente per la Generazione X

A livello globale, l’Italia è tra i Paesi con la maggiore longevità, grazie a fattori socio-economici, sanitari e culturali favorevoli. Tuttavia, l’invecchiamento progressivo della popolazione e il continuo calo delle nascite stanno creando un significativo squilibrio previdenziale e mettendo sotto pressione i servizi pubblici, in particolare la sanità. Per questo motivo, chi ha superato i cinquant’anni deve iniziare a pianificare strategicamente il proprio futuro finanziario, considerando anche gli aspetti spesso trascurati della successione. Con Andrea Bazzani, direttore di BIG Insurance Brokers, esaminiamo alcune scelte strategiche per aiutare la Generazione X a pianificare con serenità il proprio futuro, per il proprio benessere e per quello dei loro cari.

Generazione X: un identikit

Secondo i cluster demografici più comunemente utilizzati, appartengono alla Generazione X chi è nato anni tra la metà degli anni ’60 e la fine degli anni ’70, posizionandosi tra le coorti dei Boomer e dei Millennials. “L’identikit del GenX restituisce un professionista o un imprenditore giunto ad uno stadio maturo della propria carriera, con un buon reddito, una famiglia ed eventualmente figli che probabilmente sono sul punto di rendersi autonomi o già lo hanno fatto. Negli anni di lavoro i GenX hanno avuto modo di accantonare dei risparmi per sostenere i propri cari in caso di spese impreviste, ma è altrettanto importante che comincino a riflettere sulla propria condizione finanziaria, in modo tale da attrezzarsi garantirsi un futuro sereno, nel proprio interesse e in quello delle persone che gli stanno attorno”.

Assicurare la salute, un pensiero per sé stessi e per i propri cari

Proprio quest’ultimo punto deve spingere i GenX e i professionisti che li assistono a far loro considerare che sono ancora in un età nella quale è possibile dotarsi di coperture assicurative che, invece, nel giro di qualche anno potrebbero non essere sottoscrivibili o comportare condizioni molto peggiori. Cosa succederebbe infatti se una condizione di invalidità temporanea o permanente e, in casi più seri, la scomparsa della persona, comportasse l’improvvisa interruzione del flusso di guadagni, negli ultimi due casi a livello definitivo? La famiglia sarebbe capace di sostenersi autonomamente e se sì, per quanti anni?

Questa è una domanda che un appartenente alla GenX probabilmente si pone già da 10-15 anni, specialmente nel caso di sussistenza di un debito o di familiari completamente a suo carico. Ora a queste ipotesi si sommano anche quelle eventualmente legate al proprio percorso professionale, ad esempio gli impegni presi con i propri soci e stakeholder. Si prenda il caso della classica polizza a copertura degli infortuni o della polizza temporanea caso morte (tcm), più tradizionalmente nota come ‘polizza sulla vita‘. In assenza di problemi di salute, un 50enne o un 60enne possono ottenere condizioni di copertura migliori rispetto a quanto non sarebbe se procrastinassero ulteriormente, calibrando altresì al meglio le condizioni della polizza per renderla più efficiente e sostenibile, a partire dalla durata”.

Ma non è tutto: Aspettativa di vita e qualità della vita sono due concetti differenti, come dimostrato dal vasto numero di anziani che soffrono di una o più patologie che portano o possono portare ad uno stato di debilitazione permanente nel lungo periodo. “Ecco perché la preoccupazione di non essere in grado di essere autonomi nelle principali funzioni della vita quotidiana, specie se non si è sicuri di poter contare su qualcuno nel lungo periodo o se si vuole evitare ai propri cari una tale pressione, ha spinto molti a pensare a una copertura che paga una rendita o un capitale da usarsi per coprire le eventuali spese che certamente potrebbero essere ingenti. Esistono diverse formule per questa copertura, note come polizze Ltc (Long term care) e tutte tengono conto dell’età di chi sottoscrive. Anche in questo caso, prima si agisce, maggiori saranno i benefici in termini di premio e coperture”.

Il progressivo invecchiamento della popolazione non mette sotto pressione solamente il settore della previdenza, ma anche quello della sanità e della salute. “Con il servizio sanitario ogni anno più in affanno e il costo delle cure private in aumento, un individuo con una buona capacità di risparmio e senza serie patologie pregresse dovrebbe investire in una polizza a copertura delle spese sanitarie stipulata con un provider internazionale, che gli consenta di scegliere liberamente se curarsi in Italia o altrove. Questa soluzione assicurativa è particolarmente consigliata per chi non ha ancora superato i 60 anni e per chi ancora non accusa condizione di salute avverse. Se sottoscritte prima, infatti, possono essere rinnovate liberamente a vita intera e, in futuro la compagnia non potrà recedere unilateralmente anche in caso di sinistri gravi”.

Integrare: la parola magica per una buona pensione

Una volta pensato alla copertura dei rischi legati alla salute, un GenX che davvero intende affrontare serenamente il proprio futuro, dedicherà tempo e risorse finanziarie per pianificare come colmare il c.d. “gap previdenziale”, ossia la differenza tra la prima rata di rendita di pensione e l’ultimo stipendio da lavoratore, soprattutto se il momento della pensione è vicino. “Esistono soluzioni assicurative adatte anche a questa casistica. Piuttosto che un prodotto a rendita posticipata, sempre più difficile da reperire e gravato da evitabili costi accessori, potrebbe essere saggio considerare di investire cifre più consistenti in un fondo pensione aperto.

Optando per questa soluzione, non solo si accantona un capitale che andrà a costituire una rendita posticipata complementare a quella dell’assegno pensionistico, ma sarà altresì possibile sfruttare vantaggi e privilegi fiscali di non poco conto, particolarmente utili anche in sede successoria. Le somme versate nei fondi pensione (al quale possono essere destinate anche le quote inerenti al tfr), infatti, sono in primo luogo deducibili fino all’importo soglia di 5.168€. In secondo luogo, quanto investito nei fondi pensione, oltre a sfruttare il meccanismo della capitalizzazione degli interessi, gode di una tassazione agevolata e differita al momento del riscatto del fondo pensione. Infine, sotto il profilo successorio, optare per il c.d. “secondo pilastro” offre due importanti vantaggi. In primo luogo quanto accantonato nel fondo pensione non è soggetto all’imposta di successione e, in secondo luogo, è possibile individuare liberamente i beneficiari del patrimonio accantonato, aspetto che conferisce grande flessibilità a questa soluzione in ottica di pianificazione successoria”.

In conclusione

Per gli appartenenti alla GenX – così come per i Millennials più maturi – affidarsi per tempo alla consulenza di uno specialista, come un broker, informandolo delle proprie esigenze e necessità, rappresenta senza dubbio la scelta migliore che si possa fare in attesa di vivere al meglio il proprio futuro. Solo un broker indipendente, a differenza di altri soggetti, può infatti proporre un ventaglio di soluzioni diversificate grazie alla sua ampia rete di compagnie assicurative nazionali ed internazionali, alle quali può sottoporre specifiche richieste, fare un’analisi delle proposte e selezionare le più idonee per le necessità personali dei suoi clienti”.

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