Elezioni statunitensi: Trump o Biden, chi favorisce il mercato?

Mentre tutti i riflettori sono puntati su Trump e Biden, per gli investitori sarebbe meglio concentrarsi sui possibili effetti di queste elezioni sul mercato. Secondo Capital Group, la vittoria di un partito potrebbe definire il vantaggio o meno di un settore, ecco come

Il mondo sta affrontando l’anno più elettorale della storia, con più del 60% della popolazione chiamata alle urne. Eppure è da mesi ormai che tutte le attenzioni sono focalizzate su quello che sembra sarà l’evento dell’anno: il 5 novembre negli Stati Uniti ci sarà la rivincita tra il presidente in carica Joe Biden e il suo predecessore Donald Trump.

Sembra che le elezioni presidenziali di quest’anno saranno molto combattute, anche perché, stando ai dati di FinScience, i due canditati si trovano molto vicini con Trump in lieve vantaggio al 44,59% (al 18 giugno).



Ma quello che conta davvero, non è il nome del futuro Presidente degli Stati Uniti, bensì i possibili effetti di un potenziale cambiamento politico e come questo potrebbe influenzare il contesto degli investimenti, non solo sul piano statunitense.

Repubblicani o democratici: questo è il dilemma

Per poter veramente essere in grado di influenzare e sconvolgere radicalmente il mondo politico, non basta l’elezione di un nuovo Presidente. Se anche Trump vincesse le elezioni, ad esempio, dovrebbe raccogliere abbastanza consensi da spingere altri candidati del suo partito alla vittoria, assumendo così il controllo del Senato e della Camera dei Rappresentanti. Se questo non accadesse, non ci sarebbe spazio per un’ondata rossa, ma tanto meno una blu. Prevarrebbe quindi una situazione di stallo, senza grandi cambiamenti all’orizzonte.

Elezioni statunitensi e mercato: tra onda blu e rossa

In ogni caso, anche senza cambiamenti radicali vicini, è importante sottolineare che un governo repubblicano, piuttosto che uno democratico, avranno un effetto diverso sul mercato, favorendo un settore piuttosto che un altro.

Guardando agli ultimi trent’anni, sembra infatti che, in linea generale, i democratici favoriscono il mercato azionario, mentre i repubblicani quello obbligazionario. Questo perché il Partito repubblicano ha la fama di portare avanti politiche da falco, in quanto il suo principale obiettivo è quello di pareggiare il bilancio. Questo sembra chiaro anche dalle analisi del team Night Watch di Capital Group che ritiene che “una vittoria repubblicana o un’ondata rossa potrebbe avvantaggiare le banche, le aziende sanitarie e le società petrolifere e del gas, soprattutto grazie alla deregolamentazione”.

D’altro canto, i democratici sono conosciuti per investire ingenti quantità di denaro in incentivi sempre nuovi. In tal senso, anche il settore delle materie prime tende a sovraperformare sotto un governo blu, basti pensare agli investimenti nell’Inflation Reduction Act che ha promosso con forza Biden.
Proprio in quest’ottica, sencondo gli esperti, “un’ondata democratica, potrebbe dare una spinta alle iniziative di energia rinnovabile, alla spesa per gli stimoli industriali e ai progetti di telecomunicazione attraverso finanziamenti aggiuntivi per l’accesso alla banda larga su scala nazionale”.

Però, è bene ricordare che le elezioni presidenziali non sono immediate, mancano ancora alcuni mesi e, in politica, si tratta di una vita intera. Potremmo dover ancora affrontare cambiamenti radicali che spingeranno verso un candidato, pittosto che un altro. Nel frattempo, non resta che aspettare.

NELL’ANNO DELLE ELEZIONI STATUNITENSI, COME POSSO INVESTIRE NEGLI STATI UNITI SENZA RISCHIARE UN CAMBIO DI EQUILIBRI?

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