I risultati hanno confermato le attese: Claudia Sheinbaum sarà la nuova presidente del Messico. Fisica, ingegnera energetica, ricercatrice e politica, classe 1962, ex sindaco di Città del Messico e tra i fondatori del partito di governo MORENA insieme al presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, “la doctora” Sheinbaum sarà la prima donna presidente dello stato del Centro America. Un risultato (quasi il 60% dei voti a favore, secondo le stime preliminari) che conferma “uno status quo rispetto alle precedenti politiche del governo messicano e che dovrebbe mettere a proprio agio i mercati finanziari” spiega Carlos de Sousa, Portfolio manager, analyst di Vontobel Institutional Clients “dato che negli ultimi anni questo aveva portato stabilità economica e rendimenti accettabili”.
Uno status quo che potrebbe tuttavia essere presto messo alla prova da tre sfide all’orizzonte. In ordine: la modesta crescita economica, contestuale all’aumento del disavanzo fiscale; le imminenti elezioni nei vicini Stati Uniti d’America; la situazione ancora irrisolta circa il debito di Pemex, la Petróleos Mexicanos, società petrolifera controllata dal governo messicano e tra le più grandi al mondo. Tre sfide che, se indirizzate correttamente, potrebbero generare opportunità interessanti per gli investitori secondo il gestore svizzero. Ecco perché.
Elezioni Messico, sfida 1: la modesta crescita economica
Negli Stati Uniti Messicani il mandato presidenziale ha durata di sei anni (il cosiddetto sexenio, ndr), al termine del quale non è consentito ricandidarsi. Il presidente uscente, Andrés Manuel López Obrador (cui si fa generalmente riferimento usando l’acronimo AMLO), è stato eletto nel 2018 e figura tra gli esponenti politici messicani più influenti e apprezzati degli ultimi decenni. Il suo programma di governo, sostenuto dalla piattaforma elettorale di MORENA (il partito fondato insieme a Sheinbaum nel 2014) ruota attorno a tre assi fondamentali: la lotta alla corruzione; la creazione di uno stato sociale; la ricerca della pace all’interno del paese.
Sotto la sua guida, tuttavia, il paese ha fatto fatica a prosperare dal punto di vista economico. “Dal 1° dicembre 2018, ovvero da quando AMLO ha iniziato il suo mandato, la crescita cumulata è stata del solo +4,2%, come riportato dall’indicatore mensile sull’attività economica in Messico” precisa de Suosa. “Ovvero, dell’appena il +0,8% l’anno. Parte di questo risultato è chiaramente dovuto alla pandemia da Covid. Tuttavia, se vista in termini relativi, si tratta della seconda performance peggiore tra i paesi dell’America Latina, battuta solo dal +0,4% annuo dell’Argentina”.
La modesta crescita economica del Messico non è però una novità per il paese, motivo per cui “i mercati hanno apprezzato il fatto che il governo di AMLO abbia mantenuto la disciplina fiscale vigente, almeno durante i suoi primi cinque anni di mandato, mantenendo un disavanzo fiscale medio del 3,8% del Prodotto interno lordo nonostante la pandemia” prosegue l’esperto di Vontobel.
In vista delle elezioni, tuttavia, il governo ha aumentato la spesa pubblica: il Fondo monetario internazionale prevede infatti un disavanzo fiscale del 5,9% quest’anno. “Sarebbe il più grande disavanzo fiscale mai registrato per il paese” commenta de Suosa. “L’aspettativa è che il prossimo governo invertirà rapidamente questa tendenza e tornerà alle solite politiche fiscali responsabili nel 2025. La scelta di Sheinbaum circa i consiglieri economici suggerisce che sarà così, ma è un rischio che i mercati dovrebbero tenere d’occhio per il 2025”.
Claudia Sheinbaum nel 2024
Elezioni Messico, sfida 2: il potenziale secondo mandato di Trump
Esiste inoltre una seconda sfida per il Messico e la sua nuova presidente: riguarda Donald Trump in testa nella campagna presidenziale degli Stati Uniti. Il primo mandato di Trump aveva portato molta volatilità agli asset messicani a causa della rinegoziazione del NAFTA (North America Free Trade Agreement, trattato di libero scambio commerciale tra Canada, Stati Uniti e Messico in vigore dal 1994 al 2020) nell’USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement, in vigore dal 2020 e dalla durata di 16 anni, rinnovabili, ma in prossima revisione nel luglio 2026). Un secondo mandato potrebbe porre fine alla recente stabilità dei prezzi degli asset messicani, oltre che creare una situazione incerta a causa dell’imprevedibilità del candidato.
“Le importazioni degli Stati Uniti dalla Cina sono diminuite a causa delle tariffe commerciali, ma le importazioni messicane dalla Cina sono aumentate, portando alcuni analisti a sostenere che la Cina stia evadendo i dazi attraverso il Messico. Questi flussi commerciali sono sotto esame e non è chiaro se la situazione sarà risolta in modo amichevole o attraverso le ben note tattiche dure di Trump” aggiunge de Sousa.
Ma l’attenzione dell’ex presidente si estenderebbe ad altri temi oltre al commercio, come la sicurezza, il traffico di droga e l’immigrazione. “Sia gli Stati Uniti che il Messico hanno molto da guadagnare dalla cooperazione su questi temi, ma i mercati dovrebbero essere consapevoli che potrebbero anche essere fonti di volatilità dei prezzi degli asset a breve termine”.
Elezioni Messico, sfida 3: la situazione finanziaria di Pemex
Infine, la terza sfida è rappresentata dalla situazione finanziaria di Pemex. “La società è altamente indebitata e i suoi costi di rifinanziamento sono sostanzialmente più alti di quelli sovrani nonostante il grande ed esplicito supporto fornito dall’amministrazione AMLO durante gli ultimi anni” aggiunge l’esperto di Vontobel.
“La squadra di Sheinbaum ha segnalato che continuerà ad aiutare Pemex a rifinanziare le sue scadenze di debito, cosa che è stata ben accolta dai mercati”. Ingegnere e ricercatrice ambientale di formazione, la nuova presidente ha tuttavia menzionato di voler far investire Pemex in energie rinnovabili. Se se la prossima amministrazione migliorasse il pessimo record ambientale dell’azienda, si tratterebbe di “uno scenario di rialzo accolto favorevolmente dagli investitori, oltre che di un modo efficiente in termini di costi per ridurre i costi di prestito della società, dato che le ben note controversie ambientali di Pemex impediscono a nuovi investitori di puntare su di essa”.
In questo, la squadra di Sheinbaum potrebbe prendere esempio da Eskom, utility sudafricana, i cui costi di debito sono stati ridotti dal governo locale attraverso la garanzia su alcune delle loro nuove emissioni obbligazionarie. “Una tale strategia non richiederebbe di rilevare tutto il debito di Pemex e non dovrebbe essere troppo costosa per il debito sovrano. In effetti, ci aspettiamo che risulti in risparmi per il paese a lungo termine”.
Le opportunità per gli investitori: focus sul settore obbligazionario
Come impatteranno queste tre sfide per gli investitori interessati al Messico? La ricerca di soluzioni efficaci potrà generare opportunità? “Pensiamo che il debito in valuta locale rimanga piuttosto attraente dato i rendimenti reali molto alti offerti dalle obbligazioni in valuta locale” conclude de Sousa.
La banca centrale del Messico (Banxico) rimane una delle più aggressive nei mercati emergenti, il che ha fornito un forte supporto per la valuta; il taglio dei tassi di interesse per combattere l’inflazione dovrebbe continuare a un ritmo più veloce rispetto alla Federal reserve, offrendo un supporto per le scommesse sulla duration delle obbligazioni in valuta locale. “Tuttavia, gli investitori dovrebbero essere consapevoli che il peso messicano non è economico. In effetti, è nel nostro paniere di valute dei mercati emergenti che consideriamo relativamente costose.
In questo contesto, se si materializzasse una seconda presidenza Trump, potremmo vedere un ritorno dei giorni di alta volatilità del peso sperimentati durante la sua prima presidenza. Sul lato delle valute forti, pensiamo che il debito di Pemex continui a offrire un buon valore e vediamo un potenziale rialzo se la nuova amministrazione affronterà attivamente i problemi ambientali della società. E, soprattutto, se svilupperà un piano di rifinanziamento completo invece di continuare con l’approccio frammentario dell’amministrazione AMLO”.