Proprio quando la fiducia dei gestori di fondi verso la Cina aveva raggiunto il suo punto più basso da tre anni, le Borse cinesi sono tornate con forza nel mercato con la borsa di Hong Kong che mantiene il quinto posto come borsa più performante da inizio anno, con una performance del 22,9% registrando, il 2 ottobre, anche la migliore performance giornaliera da novembre 2022.
È arrivato finalmente il momento per il dragone di rialzarsi dalle sue ceneri e volare alto?
Una ripartenza che parte dal governo
Dopo un lungo periodo di promesse che non avevano visto la luce, a metà settembre la Banca centrale cinese (Pboc) ha dichiarato che taglierà i tassi di interesse e ridurrà la riserva obbligatoria per le banche. Sul fronte politico, i leader cinesi hanno espresso la volontà di utilizzare “la spesa fiscale necessaria” per riportare l’economia verso l’obiettivo di crescita annuale del 5% e stabilizzare il settore immobiliare. Sempre a metà settembre, la Cina ha emesso 300miliardi di renminbi (42,5miliardi di dollari) di obbligazioni governative speciali per finanziare sussidi ai consumatori per l’aggiornamento di attrezzature e beni, come elettrodomestici e automobili.
Insomma, sembra che Pechino sia finalmente pronta ad adottare misure forti a sostegno della domanda, portando sul mercato nuovi stimoli per la spesa pubblica, per incrementare i consumi e aiutare i governi locali a gestire i loro problemi di debito. Da un argomento di seconda classe, secondo gli esperti di Fidelity International, “nel 2024 la domanda dei consumatori sembra essere diventata la preoccupazione principale di Pechino”.
Dall’offerta al consumo
Il maxi taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che potrebbe essere solo il primo di una lunga serie, consentirà alla Cina di avere più spazio per allentare la sua politica monetaria. Finora, però, i tagli della Pboc hanno avuto un impatto solo limitato sui prezzi del consumo che, negli ultimi mesi, sono rimasti per lo più invariati. Questa situzione deve cambiare.
A cambiare, necessariamente, è anche il ruolo centrale che il sistema immobiliare gioca nel mercato cinese, rappresentando circa il 20% del Pil. Infatti ad oggi, “con quasi il 70% della ricchezza delle famiglie immobilizzata, i prezzi delle case continuano a essere cruciali per la fiducia dei consumatori nel breve termine. Affinché i consumatori si sentano meglio, i prezzi delle case devono stabilizzarsi, ma non devono tornare ai massimi storici. La Cina è ancora intenzionata a liberarsi dalla dipendenza dal settore immobiliare come principale motore di crescita e si guarderebbe bene dal provocare una vera e propria reflazione del mercato immobiliare”, spiegano gli esperti.
La Cina torna a fare shopping
Sebbene i prezzi delle case siano ulteriormente diminuiti e il reddito sia generalmente più basso, dopo un periodo di magra, anche uscendo dalle grandi città, è chiara una rinnovata affluenza nei centri commerciali, sintomo positivo per la ripresa dei consumi cinesi. É anche interessante notare l’apertura di nuovi negozi nelle vie delle città, per lo più rivenditori di capi di lusso. Effettivamente è vero che i consumatori cinesi spendono con molta più cautela, ma sono anche sempre più disposti a risparmiare per acquistare articoli costosi. Si tratta forse di un nuovo trend di spesa da studiare?
Sarà interessante analizzare come, nei prossimi mesi, le aziende di lusso, ma anche i diretti beneficiari dei sostegni fiscali, come i produttori di elettrodomestici, si saranno mossi e se, effettivamente, avranno guadagnato da una ripresa dei consumi.
La speranza, secondo gli esperti, “è che questi consumi si ripercuotano sugli utili e alimentino la prossima fase del rally del mercato azionario, che si basa su valutazione estremamente convenienti”. Insomma, ora che il governo di Pechino sembra essersi sbloccato e pronto a scendere in campo per far riaprtire i consumi, non resta che aspettare e vedere le reazioni, per ora i mercati sono soddisfatti.