Quali emozioni sono legate ai soldi? Una risposta arriva dalla ricerca di Hype e Ipsos coinvolge circa 4.000 persone, selezionate dagli 1,8 milioni di clienti di della neobank (fascia anagrafica 18-65 anni e oltre) e riguarda il fenomeno della dismorfia monetaria, ovvero dell’errata percezione delle proprie finanze.
Questa distorsione cognitiva che riguarda la percezione dei soldi e della ricchezza può influenzare in maniera significativa i comportamenti finanziari di un individuo, portandolo a compiere decisioni irrazionali. È un fenomeno che può generare ansia, stress, insoddisfazione cronica e contribuire allo sviluppo di una vera e propria ossessione per la ricchezza, indipendentemente dalla reale condizione economica dell’individuo.
La continua ricerca di una ricchezza esasperata può portare le persone a fare scelte rischiose e azzardate come l’overspending o, peggio ancora, intraprendere percorsi di investimenti senza il supporto di figure esperte. Si tratta di un fenomeno che riguarda principalmente la Gen Z ed è associato soprattutto ai modelli finanziari e agli standard di ricchezza che le reti sociali alimentano. Secondo un recente studio di Credit Karma, per dire, circa il 43% della Gen Z e il 41% dei millennial soffre di una percezione errata delle proprie finanze, con il 48% della Gen Z che si sente indietro finanziariamente rispetto agli standard. La percentuale che tra i millennial sale fino al 59%.
“I soldi non sono mai abbastanza”
La ricerca di Hype conferma il fenomeno: il 57% degli intervistati ritiene che i soldi siano una priorità, soprattutto i più giovani (il 72% tra 18 e 24 anni e il 68% tra i 25 e 34 anni). Il 50% dei rispondenti dichiara di riuscire a vivere con tranquillità grazie al proprio reddito, e il 7% in maniera agiata. Tuttavia il 61% ritiene che i soldi non siano mai abbastanza. La percentuale sale nelle due fasce più giovani (rispettivamente 75% e 68%).
La maggiore ossessione per la ricchezza si colloca tra i 18-24 ann. Con gli anni, diminuisce, arrivando al 3% per gli over 65. Gli uomini sono più ossessionati rispetto alle donne, con il 44% tra i 18-24 anni rispetto al 29% delle donne della stessa età. Manca un’ottica di money positivity, che promuova un rapporto sano con il denaro in grado garantire stabilità e serenità.
Quali sono le emozioni collegate al possesso (o alla mancanza) di denaro?
Se i soldi e la ricchezza hanno un posto speciale nei pensieri delle persone, quali sono le emozioni che evocano? Per i clienti di Hype pensare ai soldi evoca sia negli uomini che nelle donne prevalentemente emozioni positive. Circa il 50% di entrambi i generi li associa a tranquillità,
gratificazione e speranza. È però nelle donne che prevale l’associazione a emozioni negative come ansia (45% vs 27%), frustrazione (24% vs 14%) e senso di colpa (15% vs 9%).
La preoccupazione per la propria situazione economica emerge in maniera più rilevante nei giovani adulti, in particolare nelle donne tra i 25-34 anni (37%) e negli uomini tra i 18-24 anni (34%). Questi gruppi probabilmente soffrono maggiormente l’incertezza dovuta a crisi economica, aumento dell’inflazione e maggiore precarietà in ambito lavorativo. L’emozione della paura diminuisce comunque progressivamente con l’avanzare dell’età e negli over 65, scendendo al 18% per le donne e al 14% per gli uomini.
È curioso notare che è più elevato il livello di imbarazzo e ansia in chi vive in una situazione economicamente agiata rispetto a chi vive difficoltà. In particolare, l’ansia raggiunge il 70% tra chi è agiato contro meno del 50% tra chi ha alcune difficoltà e, persino, rispetto a un 30% tra chi ha molte difficoltà. Anche la vergogna tocca il 20% e il 15% rispettivamente tra chi vive con tranquillità e in una situazione persino agiata contro il 14% di chi ha alcune difficoltà e il 9% di chi ha molte difficoltà.
Emozioni positive per il denaro, quali?
Le associazioni al denaro più diffuse sono quelle positivedi indipendenza (55%), benessere (48%) e autonomia (46%), ma le differenze più interessanti emergono dal confronto tra i generi.
Ancora (troppe) differenza fra donne e uomini in materia di cultura finanziaria
Gli uomini tendono maggiormente ad associare il denaro a successo (17% vs 12%), crescita (17% vs 10%) e potere (15% vs 11%); le donne, invece, lo vedono maggiormente come uno strumento per ottenere indipendenza (64% vs 52%) e progettualità (23% vs 19%). Le donne fin da ragazze (18-24 anni) sono meno autonome dei maschi nella gestione dei soldi (49% vs 38%).
Per entrambi i sessi si registra un interessante andamento delle percentuali che vede nella fascia più giovane, tra i 18-24 anni, uno dei due picchi nella percezione dell’importanza conferita all’informazione, che va poi scemando per ritrovare un nuovo slancio nelle fasce più mature. Purtroppo, però il divario tra uomini e donne rimane quasi sempre tra i 16 e i 50 punti percentuali. In particolare, il 51% degli uomini tra i 18-24 anni dà importanza all’informazione finanziaria. La percentuale quindi scende gradualmente fino al 41% nella fascia 45-54 anni. Ritrova dunque il picco del 50% tra i 55-64 anni per poi scendere al punto di minimo, ma comunque più elevato dei picchi registrati tra le donne, del 37% dopo i 65 anni.
Sul fronte femminile, il primo picco di interesse verso l’informazione finanziaria è sempre tra le giovanissime 18-24 anni, ma tocca solo il 30% (vs 51% uomini), per poi scendere al 23% nella fascia 25-34 anni (vs 46% uomini), risalire di qualche punto al 29% tra i 35-44 anni (vs 45% uomini), registrare una drastica diminuzione dell’interesse che si attesta al 19% nella fascia 45-54 (vs 41% uomini) e toccare un interesse prossimo allo 0 tra i 55-64 anni, conclude la ricerca di Hype.