Con 156 milioni di euro raccolti, Intesa Sanpaolo ha concluso con successo il closing del Fondo di Private Debt del gruppo. La cifra si colloca infatti al di sopra dell’obiettivo iniziale dichiarato di 150 milioni di euro. Istituito da Eurizon Capital Real Asset, il fondo è supportato direttamente da Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Vita. L’iniziativa è infatti considerata strategicamente rilevante e centrale nell’ambito del piano d’impresa quadriennale 2022-2025, così come più volte ha illustrato il ceo Carlo Messina.
Il closing coinvolge importanti investitori istituzionali di valenza strategica. In particolare sostengono il fondo, tra gli altri, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Fondo Italiano di Investimento tramite i fondi FOF Private Debt Italia e FII Private Debt Italia Due e Inarcassa, che intervengono in qualità di Cornerstone Investor. Partecipano al fondo, inoltre, ulteriori investitori chiave, tra cui BPER Corporate & Investment Banking.
L’avvio operativo del nuovo fondo, ECRA Private Debt Fund, avviene in un contesto di mercato in cui l’investimento in debito privato continua a crescere. Ha raggiunto infatti nel 2023 circa 500 miliardi di dollari di masse gestite solo in Europa.
Quali sono le caratteristiche del nuovo fondo di private debt di Intesa?
Il veicolo si caratterizza per l’elevato livello di innovazione del modello operativo, incentrato sulla collaborazione sinergica delle divisioni asset management, Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking. Il fondo sarà fortemente sinergico fra le varie specializzazioni del gruppo. In particolare, lo strumento ha l’obiettivo di investire metà delle sue risorse in imprese clienti della divisione Banca dei Territori, e in co-lending su operazioni strutturate dalla divisione Imi Corporate & Investment Banking. Il restante 50% degli asset verrà invece investito in operazioni di mercato secondo il modello di co-investimento tipico di Eurizon Capital Real Asset.
Dal canto suo, Eurizon Capital Real Asset gestisce oltre 10 miliardi di investimenti nei mercati privati. E in questo modo arricchisce ulteriormente la propria offerta con il primo prodotto di investimento diretto nel private debt.
A livello normativo, il fondo si classifica ex art. 8 ai sensi del regolamento europeo SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation). Le divisioni Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo rafforzano il posizionamento a supporto delle PMI e le Mid Cap italiane con forme di finanza sempre più evoluta, accompagnandone lo sviluppo, l’internazionalizzazione, il ricambio generazionale e i processi di transizione sostenibile.
Intesa, il fondo di investimento in private debt ha già deliberato le prime due operazioni
Sono stati già deliberati i primi due investimenti del fondo. A nei rispettivi percorsi di crescita industriale, saranno due imprese italiane. In particolare, la prima operazione riguarda il finanziamento di un gruppo italiano operativo nel settore della progettazione, produzione e vendita di componenti speciali per i settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’automazione. La seconda operazione supporterà un gruppo italiano leader a livello internazionale nella produzione di sistemi di dosaggio per il settore del trattamento delle acque, dell’impiantistica e della detergenza.
Non finisce qui
In considerazione dell’interesse registrato da parte di diversi investitori istituzionali, il gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso di proseguire nella raccolta del fondo. L’obiettivo? È quello di raggiungere l’hard cap di 200 milioni di euro.