Assoreti a giugno 2024, raccolta da record
Brinda al primo semestre 2024 Assoreti: i (de)flussi dello scordo anno sembrano definitivamente alle spalle. In particolare, nello scorso mese di giugno i consulenti finanziari delle reti hanno raccolto 5,5 miliardi di euro. La soglia guadagna una crescita delle masse pari al 2% rispetto al mese precedente. E, se si guarda all’impietoso analogo periodo del 2023, la raccolta va al quasi raddoppio (+92,3%). I dati dunque dimostrano che i volumi di raccolta sono tornati progressivamente ad espandersi, attratti dalle soluzioni patrimoniali che l’industria del risparmio gestito ha messo a punto.
La raccolta netta realizzata sugli strumenti finanziari amministrati si attesta a 3 miliardi. Dal canto loro, fondi comuni, gestioni individuali e prodotti assicurativi/previdenziali raccolgono 2,4 miliardi di euro, realizzando il migliore risultato degli ultimi diciotto mesi. Il flusso netto di risorse su conti correnti e depositi ammonta invece a 57 milioni di euro. Numeri che portano il bilancio a essere positivo per 25,3 miliardi da inizio anno e fino al 30 giugno 2024. L’incremento rispetto al primo semestre dell’anno precedente è del dello 0,7%. I prodotti del risparmio gestito raccolgono otto miliardi di euro, sei volte quanto era nel 2023, ovvero 1,3 miliardi.
La consulenza a parcella da inizio anno raccoglie +7,2 miliardi
Pari a 1,3 miliardi di euro è pure la raccolta netta associata al servizio di consulenza con parcella specifica (fee only/fee on top). Da inizio anno sono 7,2 i miliardi confluiti sul servizio di consulenza con fee. Le risorse nette mensili destinate ai prodotti con commissioni ricorrenti ammontano, così, a 3,2 miliardi, tra risparmio gestito (2,4 miliardi) e amministrato in consulenza con fee (847 milioni); nei primi sei mesi il corrispondente dato è pari a 12,1 miliardi di euro.
Aumenta il numero di clienti delle reti di consulenza: sono 5,068 milioni a fine semestre. I primi sei mesi dell’anno hanno quindi visto rompere il tetto dei cinque milioni di unità, essendo il monte clienti delle reti cresciuto di circa 98mila unità. Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti: “I risultati del mese e la chiusura del semestre evidenziano ancora una volta la solidità del sistema delle reti di consulenza e, con essa, la capacità nel procedere con costanza in un processo di crescita che trova realizzazione nella valorizzazione delle disponibilità finanziarie affidate dai propri clienti. Guardiamo con rinnovato ottimismo alla seconda parte dell’anno”.
Il fronte assicurativo torna in territorio positivo
È andata molto bene la vendita di prodotti assicurativi e previdenziali, incassando 825 milioni di euro rivelatisi fondamentali per la crescita del comparto rispetto al mese precedente. I premi netti riferibili alle unit linked sono più che triplicati, avendo raggiunto i 531 milioni di euro. Il bilancio delle polizze vita tradizionali e dei prodotti multi-ramo torna nuovamente positivo. Le prime raccolgono infatti 149 milioni di euro, mentre i secondi portano a casa 69 milioni di euro.
Assoreti: com’è andata la raccolta dei fondi comuni di investimento a giugno 2024?
Le reti hanno contribuito al sistema degli Oicr aperti grazie a due miliardi di euro derivanti dalla distribuzione diretta e indiretta di quote, per un importo complessivo che sfiora i due miliardi di dollari. Nel dettaglio, gli investitori hanno privilegiato l’investimento in Oicr obbligazionari, facendovi affluire un miliardo di euro. Le gestioni patrimoniali individuali hanno invece registrato una raccolta pari a 521 milioni di euro. In questo caso, le masse si sono divise tra gestioni patrimoniali di fondi (293 milioni) e gestioni patrimoniali mobiliari (228 milioni).
Quali sono le reti che hanno fatto meglio?
Di seguito, il prospetto di Assoreti:
Conclusioni
In conclusione, l’apporto delle reti da inizio anno sale a 6,6 miliardi. Si tratta di un valore più che raddoppiato rispetto ai tre miliardi del primo semestre del 2023. Per quanto riguarda invece l’attività realizzata sugli strumenti finanziari amministrati, si continua ad evidenziare la decisa preferenza per i titoli di Stato, sui quali confluiscono risorse nette per 2,2 miliardi di euro; si conferma il gradimento nei confronti delle obbligazioni corporate (390 milioni), degli etf (288 milioni) e dei certificate (118 milioni).