Le banche hanno spesso tre mila miliardi di dollari nella digitalizzazione tra il 2015 e il 2018. Tutto questo non ha però portato alla crescita di ricavi prevista. Secondo il rapporto: “Caterpillars, butterflies and Unicorns: does digital leadership in banking really matter?” pubblicato da Accenture le banche sono ancora in competizione tra di loro per le competenze digitali, nonostante a conti fatti i ricavi siano meno della spesa sostenuta. Il report ha analizzato 160 tra le banche più grandi al mondo in 21 paesi ed è emerso come il 50% delle intervistate a seguito di un sostanzioso investimento in tecnologia abbia ottenuto una maggiore redditività. Risultato che però risulta essere slegato dall’investimento e collegato a un taglio di costi operativi. Inoltre, sembra che investire nella tecnologia sia più una moda che una reale esigenza. Risulta infatti che solo il 12% delle banche intervistate siano veramente impegnate nella trasformazione tecnologica e a investire in una strategia basata sul digitale. Un altro 38% ha invece intrapreso investimenti e sforzi di trasformazione, ma le strategie sono deboli. E i risultati altrettanto.
“Le banche che hanno iniziato a focalizzarsi sul digitale hanno fatto un primo passo verso la creazione delle banche del futuro, ma adesso devono iniziare a concentrarsi sull’efficienza e passare alla crescita se vogliono colmare il divario con le fintech e le big tech che invadono il settore bancario” dichiara Alan MacIntyre, senior manager director di Accenture. Il primo passo che le banche devono dunque fare, per abbracciare in toto la digitalizzazione, è cercare di produrre ricavo grazie all’introduzione di nuovi strumenti tecnologici. Questo risulta essere centrale e se da una parte alcuni istituti finanziari stanno cercando di andare verso quella direzione, molti altri non riescono a sfruttare l’innovazione. Si sta andando dunque sempre più una forte polarizzazione tra chi usa l’innovazione e chi “lotta” contro la trasformazione digitale, restando ancorato al passato.