Ricambio generazionale sempre più pressante per reti di consulenti finanziari e private banker: la categoria invecchia e diminuisce di numero. La soluzione? I millennial, i nati tra gli anni ’80 e la fine degli anni ’90. Se la definizione di questa generazione non è unanime quello che è certo, invece, è che si tratta dei figli del boom tecnologico con un uso crescente di comunicazione e tecnologie digitali nella vita privata e professionale.
Come avviene il ricambio generazionale?
Programmi di formazione personalizzati e strutturati, lavoro in team con i personal banker più esperti e supporto economico per i primi 24 mesi di formazione sono le linee guida per Stefano Gallizioli, responsabile sviluppo rete e recruiting di Fideuram Ispb, che conta quasi seimila private banker: “L’inserimento dei più giovani porta con sé l’inevitabile criticità di far lavorare persone giovani e rispondere a clienti che chiedono consulenti con grande esperienza”, spiega. “Per armonizzare le diverse esigenze abbiamo organizzato differenti iniziative di selezione e formazione.
Il recente progetto Pwa (Private wealth assistant), ad esempio, offre a neolaureati (attualmente ne coinvolge circa 30) la possibilità di lavorare in squadra con i private banker con reciproci vantaggi: il più giovane, ad esempio, può portare competenze specialistiche meno padroneggiate dai senior, ad esempio nella comunicazione digitale”.
Quali altre iniziative di formazione sono destinate ai più giovani?
Efec (Essere Fideuram essere consulenti) è rivolta agli under30 laureati in discipline economiche, giuridiche, scientifiche e prervede, insieme alla formazione in aula, l’affiancamento operativo
con un private banker senior in modo che l’apprendimento della professione avvenga sul campo.
Che differenza c’è nella formazione rivolta a chi ha già esperienza?
Per i consulenti con più esperienza, la formazione gioca un ruolo diverso ma sempre importante: per questo, dal 2013, è nato il Campus Fideuram: un centro di formazione permanente che eroga
circa 800 giornate d’aula, vale a dire 27mila giornate uomo di formazionale annuali. Le competenze sviluppate nel campus non sono solo finanziarie ma anche in materia di passaggio generazionale, protezione del patrimonio, gestione immobiliare, aspetti previdenziali. Insomma si parla di consulenza patrimoniale in senso ampio, senza trascurare le nuove modalità di relazione con i clienti imposte dalla tecnologia. Per garantire l’eccellenza del percorso formativo e i più alti standard didattici, Campus Fideuram opera in stretta partnership con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha costituito una commissione ad hoc, con il compito di esaminare e validare i percorsi di formazione, le competenze acquisite e l’intero impianto didattico.
Quali sono gli obiettivi di nuovi inserimenti del gruppo Fideuram?
Più che il numero conta la qualità delle risorse umane di cui valorizziamo il potenziale. Stiamo lavorando per consentire un ringiovanimento complessivo della rete, attraverso l’inserimento di nuove leve di qualità.