- La migliore azienda per cui lavorare in Italia secondo la Gen Z è Apuliasoft, società pugliese attiva nello sviluppo software
- La Gen Z ricerca un sano work-life balance, sicurezza psicologica e la possibilità di gestire con flessibilità le necessità personali
I giovanissimi della cosiddetta Gen Z, nati tra il 1998 e il 2012, hanno le idee chiare su ciò che cercano in un ambiente di lavoro. Non si tratta “soltanto” di un forte equilibrio tra lavoro e vita privata, ma anche di un contesto sano dal punto di vista psicologico che consenta di gestire con flessibilità le necessità personali. Un miraggio? Non necessariamente. Ascoltando le opinioni di oltre 3.400 collaboratori di 99 aziende italiane, Great place to work Italia (società di ricerca, tecnologia e consulenza organizzativa) ha individuato 20 realtà virtuose, capaci di garantire elevati livelli di fiducia e soddisfazione nell’ambiente di lavoro.
Le 20 aziende preferite dalla Gen Z
A ottenere la vetta del podio è la pugliese Apuliasoft, azienda con sede a Bari attiva nello sviluppo software. Al suo fianco Quantyca, società brianzola attiva nella consulenza IT, e la milanese Accuracy, società di consulenza fondata nel 2004 a Parigi e presente in Italia dal 2008, che fornisce al management delle società e ai loro azionisti un supporto nelle decisioni strategiche o critiche, come transazioni, contenziosi e ristrutturazioni. Completano la top10 Hic et Nunc (attiva nell’esercizio di attività agricole legate alla coltivazione di vigneti e produzione di vini), Bending Spoons (azienda con sede a Milano attiva nell’ambito dei dispositivi software IT), Skylabs (business partner che affianca le aziende durante l’intero ciclo di vita digitale), Aryel (startup innovativa del settore AdTech), Sephora (multinazionale di profumerie), Teleperformance (partner nella gestione della customer experience) e infine Agile Lab (fornitrice di soluzioni di dati e intelligenza artificiale).
Fonte: Great place to Work Italia
Dove lavorare in finanza in Italia
L’unica azienda della finanza presente nella lista è Fiscozen, piattaforma dedicata alla gestione della partita Iva. Delle 20 aziende classificate, il 40% opera infatti nell’information technology, il 25% nel settore dei professional services mentre le altre organizzazioni trovano un 5% di rappresentazione tra i settori finanziari, hospitality, manufacturing & production, media, retail e agriculture. Inoltre, quattro sono piccole aziende, con un numero di dipendenti tra 10 e 49, altre quattro appartengono al cluster dimensionale large (oltre 500 persone) mentre le categorie small-medium (50-149 addetti) e medium-large (150-499 addetti) contano sei realtà ciascuna.
Cosa cerca la Gen Z in un’azienda
La Gen Z ne apprezza soprattutto l’integrità dei responsabili con cui lavorano rispetto alla trasparenza nella comunicazione su eventuali questioni e cambiamenti di rilievo all’interno dell’azienda nel 91% dei casi, 22 punti percentuali in più rispetto alle aziende non classificate. Inoltre, la possibilità di ricevere riconoscimenti si traduce in una maggiore fiducia nell’autorealizzazione attraverso il lavoro nell’83% dei casi a fronte del 58% delle aziende non in classifica. Positiva anche la percezione delle promozioni, che vanno a chi le merita di più nell’86% dei casi (contro il 63% delle aziende non in classifica).
“La Generazione Z si dimostra più entusiasta circa gli aspetti legati al management con una visione positiva sul passaggio d’informazioni e aspettative, sintomo della percezione di un’ottima comunicazione che passa sia dai responsabili sia dalla direzione aziendale”, osserva Beniamino Bedusa, presidente di Great place to work Italia. “Tuttavia, ci sono alcuni aspetti quali licenziamenti e retribuzione su cui risultano più insoddisfatti, soprattutto rispetto alle generazioni più mature”, aggiunge. Inoltre, se per le generazioni precedenti la scelta di un nuovo impiego era principalmente determinata dall’immagine del brand, per i giovanissimi collaboratori non basta più: i nuovi fattori chiave, dice Bedusa, sono responsabilità sociale, parità di trattamento e immedesimazione nei valori aziendali. Senza dimenticare tutto ciò che ricade sotto l’acronimo Esg (Environmental, social, governance).
Come cambia la percezione tra donne e uomini
Una chiave di lettura interessante riguarda infine le differenze di genere, ovvero il cambiamento di percezione tra uomini e donne. L’analisi rivela infatti un livello di soddisfazione inferiore per le donne della GenZ in merito al management: le giovani sono di fatto più critiche sul loro coinvolgimento nella presa di decisioni che influiscono sul loro lavoro, la responsabilizzazione e la comunicazione delle aspettative. Quando si parla di retribuzioni, però, il 67% ritiene di ricevere una fetta equa della ricchezza generata dall’azienda, contro il 62% degli uomini. In più, riportano un tasso di accordo nell’affermazione “ho intenzione di lavorare qui per un lungo periodo” superiore di 7 punti percentuali rispetto alla controparte maschile. Infine, percepiscono di avere maggiori opportunità di formazione rispetto alle colleghe delle altre generazioni, ma sono meno ottimiste sul fatto che l’azienda ricorrerebbe al licenziamento solo come ultima risorsa.