Alta Global, tra i maggiori azionisti di Creval, ha reso noto che al prezzo di offerta attuale (pari a 10,5 euro per azione) non aderirà all’opa lanciata Crédit Agricole Italia per rilevare il controllo dell’istituto di credito lombardo
Di recente, anche Hosking Partners e Petrus Advisers, che detengono rispettivamente circa il 4,7 e oltre il 3% del Credito Valtellinese, hanno giudicato il prezzo troppo basso
Allargando lo sguardo, l’ufficio studio di Marzotto Sim si attende un’accelerazione del processo di consolidamento nel panorama bancario europeo ed italiano
Ma Alta Global non è il primo azionista dell’istituto valtellinese a giocare in difesa. La scorsa settimana, Hosking Partners, che detiene una partecipazione pari a circa il 4,7% di Creval ha sottolineato che il prezzo offerto da Credit Agricole è “molto più basso” del fair value dell’istituto. A febbraio, Petrus Advisers, azionista di Creval con oltre il 3%, ha diffuso una nota giudicando l’offerta inadeguata e precisando che non intende aderire all’Opa al prezzo di 10,5 euro. A detta del fondo, il fair value è di circa 13,2-17 euro per azione su base standalone in un’ottica di medio termine e di circa 15,3-21,1 euro per azione in ottica m&a.
L’istituto francese ha più volte ribadito di ritenere il prezzo dell’offerta adeguato. Lo scorso mese il deputy ceo di Crédit Agricole, Xavier Musca, si è detto convinto della bontà dell’offerta, giudicando il prezzo “corretto”. “Penso che negli ultimi 20 anni non ci siano state offerte in contanti da parte di una banca italiana. Siamo i primi a farlo. Ho notato che non c’e’ alcuna contro offerta, quindi sono particolarmente fiducioso riguardo al successo dell”operazione” ha affermato Musca in occasione di una conference call dedicata alla stampa straniera.
Creval, è di gran lunga la banca con il più alto numero di hedge fund tra gli azionisti, evidenzia l’ufficio studi di Marzotto Sim, interpellato da We Wealth. “Per questo è ragionevole pensare che, alla luce del continuo miglioramento dei risultati di Creval e dell’upgrade del settore bancario a livello mondiale a seguito della risalita dei tassi, questi azionisti spingano su un prezzo più alto”.
Allargando lo sguardo, Marzotto Sim si attende un’accelerazione del processo di consolidamento nel panorama bancario europeo ed italiano. “Il settore è tornato ad essere redditizio in quanto gli npl sono sotto controllo e la base dei ricavi si è stabilizzata. Diventa quindi conveniente per le banche fondersi con altri istituti per razionalizzare i costi”.